Regolarizzazione debiti Architetti e Ingegneri: Inarsind chiede a Inarcassa una revisione delle modalità

Architetti e ingegneri hanno manifestato la loro situazione di difficoltà nel sanare la propria posizione debitoria nei confronti di Inarcassa con le modalit...

19/01/2018

Architetti e ingegneri hanno manifestato la loro situazione di difficoltà nel sanare la propria posizione debitoria nei confronti di Inarcassa con le modalità ad oggi consentite.

Lo ha evidenziato il Presidente di Inarsind (Associazione di Intesa Sindacale degli Architetti e Ingegneri Liberi Professionisti Italiani), Ing. Michela Diracca, in una lettera inviata al Presidente della Cassa di Previdenza Inarcassa, Giuseppe Santoro, in cui in considerazione del momento di grave crisi che vive il settore della libera professione per ragioni indipendenti dalla propria volontà e dalle proprie capacità professionali, ha richiesto di apportare delle modifiche alle modalità di pagamento per sanare le posizioni debitorie maturate dagli stessi.

Il Sindacato di Architetti e Ingegneri ritiene, infatti, fondamentale che Inarcassa mantenga una funzione solidaristica nei confronti dei colleghi che la costituiscono, nell’interesse della sua stessa sostenibilità, risulta palese infatti, dati reddituali alla mano, quanto sia illusorio pensare che questi colleghi possano essere in grado di sanare la propria posizione debitoria secondo le modalità attualmente in vigore.

Come sottolineato nella lettera "continuare a pensare, dati reddituali alla mano a Voi ben noti, che questi colleghi possano essere in grado di sanare la propria posizione nei confronti di Inarcassa secondo le modalità attualmente in vigore è illusorio e quindi dannoso per la sostenibilità stessa della cassa".

"Va data ai colleghi la possibilità di pagare il dovuto - scrive Inarsind - al fine di coprire il contributo previdenziale ed i relativi interessi con rateazioni compatibili con il loro reddito e valutando la possibilità, per i casi particolarmente critici, di rinunciare alla riscossione delle sanzioni (che arrivano, allo stato attuale, a gravare del 60% il contributo dovuto) e degli interessi sulle stesse, che possono rappresentare uno scoglio che insormontabile per chi si trovi in condizioni di difficoltà e che, attualmente, in caso di ravvedimento operoso, possono essere abbattute del 70%".

Nessuna richiesta di rottamazione generalizzata delle sanzioni maturate, ma la richiesta di un esame accurato delle situazioni debitorie, al fine di consentire, a chi si trovi in condizione di difficoltà, di regolarizzare la propria posizione.

Secondo Inarsind, pur sembrando tecnicamente un’operazione complessa, Inarcassa ha una grande responsabilità nei confronti del futuro degli iscritti e non può lasciare che migliaia di posizioni restino senza soluzione, senza per questo creare dei problemi alla sostenibilità del sistema che senz’altro è elemento fondamentale per il futuro di tutti gli iscritti.

Le richieste di Inarsind

Secondo il Sindacato è necessario:

  • aumentare la durata della rateizzazione in modo da renderla fruibile da chi si trovi in ristrettezze economiche (72-120 rate mensili a seconda dell’entità del debito e della situazione specifica, con un minimo mensile che potrebbe essere di 150 euro);
  • consentire a chi arrivasse all’età pensionabile con un debito di poterlo sanare con una trattenuta percentuale sulla pensione (considerando il debito anche in relazione all’aspettativa di vita);
  • valutare le situazioni di indigenza, in base ai redditi ed alla situazione patrimoniale, per le quali rinunciare alla riscossione di sanzioni e interessi sulle stesse (es. chi avesse per più di tre anni un reddito inferiore a quello determinante il pagamento del contributo minimo);
  • consentire la partecipazione alle procedure di affidamento di servizi di ingegneria ed architettura bandite dalla PA anche in pendenza della regolarità contributiva con l’impegno alla cessione del credito a Inarcassa in caso di aggiudicazione dell’incarico e all’avviamento di un processo di regolarizzazione con rateizzazione (andrebbe coperta prima la parte contributiva e successivamente quella sanzionatoria).

"Alla luce delle recenti modifiche approvate in merito alla riduzione delle sanzioni ed alla possibilità di cessione del credito nei confronti dalla PA a Inarcassa - conclude il Presidente Michela Diracca - si ritiene che quanto richiesto risulti compatibile con questi recenti sviluppi e ne rappresenti un’estensione che nulla toglie alla stabilità di Inarcassa mettendo invece in condizione di sanare i propri debiti quei colleghi che altrimenti finirebbero in un “loop”: avendo una posizione debitoria, non avendo disponibilità economica per affrontare un ravvedimento con le attuali caratteristiche, non c’è la possibilità di accedere ad incarichi da parte della PA non potendo esibire la regolarità contributiva, quindi la posizione debitoria non può essere sanata anzi va costantemente ad aggravarsi e qualora i colleghi inizino il percorso di ravvedimento operoso, con la rateizzazione odierna, con il solo intento di poter accedere alle procedure di affidamento, si vedono poi costretti a non portarlo avanti in quanto gli risulta insostenibile".

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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