Smart Working della P.A. e digitalizzazione degli archivi: siamo davvero pronti?

Smart Working della P.A. e digitalizzazione degli archivi: siamo davvero pronti?

di Gianluca Oreto - 11/12/2020

Ancora in piena pandemia, molte pubbliche amministrazioni hanno ormai optato per lo smart working dei propri dipendenti. Ma siamo davvero pronti per la dematerializzazione della pubblica amministrazione?

Smart Working pubblica amministrazione: siamo pronti?

È una domanda che mi sono fatto spesso, alla luce soprattutto della conoscenza degli archivi storici degli uffici. Riferiamoci per comodità al settore delle costruzioni e agli Sportelli Unici per l'Edilizia (SUE). Normalmente, un professionista che deve fare un lavoro per il quale serve un titolo edilizio (che sia permesso di costruire, SCIA, CILA...poco importa) la prima cosa che fa è fare un visita all'ufficio tecnico per prendere visione dello stato dei fatti. Operazione indispensabile per avviare qualsiasi progettazione.

La digitalizzazione degli archivi

Oggi i SUE si sono attrezzati con piattaforme informatiche più o meno dignitose (e più o meno integrate) che consentono la presentazione delle pratiche da remoto (senza non poche difficoltà!). Ma la tendenza di spostare tutto online si scontra con una barriera all'ingresso rappresentata dall'assenza di archivi digitali di pratiche risalenti nel tempo e che giustamente non sono state ancora digitalizzate.

Un problema enorme che unito alla necessità di dover fare smart working a causa della pandemia in corso, sta rendendo particolarmente complicata la vita dei tecnici. E la conferma mi arriva da una lettera di denuncia inviata dalla Federazione degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Toscana che riporto di seguito integralmente.

Lo Smart Working negli uffici pubblici preoccupa gli Architetti Toscani

La Federazione degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Toscana denuncia le difficili relazioni con gli Enti Pubblici che tra smart working e mancata digitalizzazione degli archivi si sono mostrati nell’anno della pandemia Covid del tutto impreparati ed inefficaci, causando ritardi e danni enormi all’economia legata al mondo delle costruzione che, proprio in questa fase storica, potrebbe sfruttare la grande opportunità delle agevolazioni governative del Superbonus 110% per rilanciare il settore, dopo 12 anni di profonda crisi.

La riduzione della presenza fisica del personale della PA, già nel dopo lockdown della scorsa primavera, ha causato difficoltà di accesso ai servizi o mancate risposte dagli uffici. Il grado di difficoltà è elevato e talvolta insostenibile per accedere agli sportelli degli Enti Pubblici. Non si comprende perché sia possibile parlare con un impiegato di banca attendendo diligentemente il proprio turno, prenotato in anticipo, fuori dal fabbricato e ciò non sia possibile per una Pubblica Amministrazione. La possibilità di interloquire tramite posta elettronica, tramite appuntamento telefonico o video call è spesso disattesa dalla mancanza di riposte alle mail degli uffici pubblici risultando quindi impossibile fissare appuntamenti.

È necessario che dentro gli uffici pubblici si prenda coscienza che la mancanza di confronto rende l’attività dei professionisti ancora più lenta ed incerta, aumentando nel cittadino la già scarsa stima nei confronti di tecnici ed amministrazioni. Pesa anche il ritardo digitale degli Enti, in particolare dei Comuni. Lo stato degli archivi è drammatico, non solo i documenti sono prevalentemente cartacei, cosa che richiede verifiche di persona, ma l’ordine in cui i documenti sono registrati presenta molte criticità che impongono tempi di ricerca inammissibili ai nostri giorni.

Un vero e proprio sbarramento!

Gli Enti locali devono riorganizzarsi, per consentire ai dipendenti pubblici di svolgere i propri compiti in modo efficiente e con strumenti di controllo sulla loro produttività, pur operando in smart working; non è tollerabile che, oltre alle difficoltà della crisi, i professionisti debbano subire anche questi problemi di accesso ai servizi pubblici e non poter svolgere un servizio al cittadino che è suo committente.

Lettera firmata da:
Presidente dell’Ordine Architetti PPC di Arezzo, Arch. Antonella Giorgeschi
Presidente dell’Ordine Architetti PPC di Grosseto, Arch. Alessandra Moscadelli
Presidente dell’Ordine Architetti PPC di Livorno, Arch. Daniele Menichini
Presidente dell’Ordine Architetti PPC di Lucca, Arch. Patrizia Stranieri
Presidente dell’Ordine Architetti PPC di Massa Carrara, Arch. Arturo Giusti
Presidente dell’Ordine Architetti PPC di Pistoia, Arch. Paolo Caggiano
Presidente dell’Ordine Architetti PPC di Prato, Arch. Marzia De Marzi
Presidente dell’Ordine Architetti PPC di Siena, Arch. Nicola Valente

Ma che probabilmente potrebbe essere firmata anche da tutti i professionisti che operano nel settore delle costruzioni.

A cura di Ing. Gianluca Oreto

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