Blocco della cessione del credito, Miceli (CNAPPC): decisione in contraddizione con la direttiva Green

Secondo il Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti PPC gli effetti del Decreto Cessioni sono gravi e in contraddizione con la direttiva Ue sulle “case green”

di Redazione tecnica - 20/02/2023

In un contesto in cui gli obiettivi green dell'Unione Europea si fanno sempre più pressanti, la pubblicazione del nuovo Decreto Cessioni sembrerebbe non in linea con la necessità di riqualificare il patrimonio immobiliare italiano.

Stop a sconto e cessione grave colpo inatteso

Ad evidenziarlo è il Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti PPC, Franco Miceli, che ha commentato la pubblicazione del nuovo Decreto Legge rilevando che "Lo stop allo sconto in fattura e alla cessione del credito per gli interventi legati ai bonus edilizi rappresentano un  colpo inatteso ed una decisione grave che mette a rischio gli impegni  assunti da tante famiglie per il miglioramento della loro casa oltre che  il lavoro di decine di migliaia di professionisti e imprese".

Serve strategia a lungo termine

Secondo Miceli "Serve adottare decisioni in grado di consentire  l’avvio di una fase di transizione che non penalizzi famiglie, professionisti ed imprese insieme ad una strategia, da perseguire nel lungo tempo, che garantisca l’efficienza  energetica  degli edifici in coerenza  con la Direttiva sulle “case green” varata pochi giorni fa dal Parlamento europeo  e verso la quale la decisione del Governo sembra essere in decisa  contraddizione".

Il CNAPPC ha più volte sottolineato - continua il Presidente del CNAPPC - la necessità di  migliorare e di semplificare il sistema della cessione del credito e di  trasformare la misura del Superbonus in una strategia strutturale anche con meccanismi di premialità in base agli  obiettivi da raggiungere sia con interventi di efficienza energetica sia in tema di adeguamento sismico del patrimonio edilizio nell’ambito di politiche per la rigenerazione urbana".

"Constatiamo, invece - conclude Miceli - che le soluzioni indicate non affrontano, anzi acuiscono,  la grave situazione in cui si trovano professionisti ed imprese".

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