Caro materiali: il settore chiede risposte al MIMS

FINCO e ASSISTAL giudicano inaccettabile quanto fatto finora dal Ministero a tutela del lavoro delle imprese

di Redazione tecnica - 23/11/2021

Caro materiali: i notevoli aumenti sui materiali da costruzione, spesso anche a doppia cifra, continuano a tenere banco tra le associazioni di settore, con richieste sempre più pressanti al Governo per prendere in mano la situazione concretamente, a tutela di lavori e cantieri. Tra ritardi nelle consegne e prezzi esorbitanti, si rischia davvero un’implosione e urgono interventi strutturati.

Caro materiali: le associazioni chiedono intervento al MIMS

A chiedere a gran voce una soluzione sistematica al problema del caro materiali sono FINCO . Federazione Industrie Prodotti Impianti Servizi ed Opere Specialistiche per le Costruzioni - e ASSISTAL – Associazione Nazionale Costruttori di Impianti Servizi di Efficienza Energetica e Facility Management.

FINCO: il MIMS deve emanare Circolare sul Decreto Caro Materiali

In particolare, FINCO ha inviato una lettera al Direttore Generale per la Regolazione dei Contratti Pubblici e la Vigilanza sulle grandi opere del MIMS, esortando alla redazione di una Circolare esplicativa ad hoc che chiarisca le modalità applicative del Decreto in uscita circa le variazioni percentuali dei prezzi dei materiali superiori all’8% intervenute nel primo semestre 2021 e quelle superiori al 10% precedenti a tale periodo.

Nello specifico, vengono chiesti chiarimenti:

  • sull’esatta tempistica e modalità da seguire ai fini della domanda e dell’ottenimento della compensazione, che consenta ad imprese e stazioni appaltanti di essere operativi nei pochi giorni previsti dalla Legge per l’inoltro dell’istanza;
  • sui criteri di calcolo della compensazione che sarà effettuata dall’Amministrazione;
  • sull’allargamento dell’applicabilità della compensazione allorquando il materiale faccia parte di un manufatto complesso, o nel caso non sia espressamente indicato in tabella, ma sia comunque riconducibile ad una famiglia di prodotti o al materiale base oggetto di rilevazione.

FINCO sottolinea la necessità di un aggiornamento della Tabella, relativamente anche ai materiali non elencati ma facenti, appunto, parte della “famiglia di prodotti”, prevedendo delle nuove modalità di inclusione.

Nella lettera si fa presente che “Fondamentale, in questo quadro, è la definizione del prezzo di partenza del prodotto/materiale su cui basare il calcolo dell’aumento percentuale, non potendosi utilizzare il prezzo medio riferito all’anno dell’offerta, non solo perché non risponderebbe in maniera veritiera al prezzo di aggiudicazione, ma anche perché limiterebbe drasticamente i prodotti che potrebbero essere ammessi alla compensazione non potendo che essere riferito ai 56 materiali esplicitamente previsti in Tabella. Sarebbe, viceversa, opportuno che il prezzo di partenza, nel caso degli appalti a misura, fosse il prezzo offerto dall’impresa, al netto del ribasso d’asta e, nel caso degli appalti a corpo, il prezzo del Prezzario utilizzato dalla Stazione Appaltante per l’elaborazione del bando, sempre al netto del ribasso d’asta. Importante, altresì, la possibilità per l’impresa di poter quantificare i maggiori oneri in un momento successivo, fermo restando l’inoltro della domanda di compensazione nei quindici giorni previsti dalla Legge”.

FINCO: alcuni spunti per redazione Circolare MIMS

Nella lettera FINCO fornisce anche alcuni sintetici punti di riflessione che potrebbero contribuire alla stesura della Circolare ed al successivo prosieguo dei lavori della Commissione.

1. Attività della Commissione

  • necessaria. Deve proseguire per il futuro non solo nel secondo semestre 2021 ma anche dopo visto che il livello dei prezzi raggiunto resterà alto;
  • deve essere prevista a regime anche nel prossimo Codice dei Contratti.

2. Rilevazione

La distanza dei risultati tra le varie fonti di rilevazione resta sempre ampia e la media diventa penalizzante. Per esempio, la Voce 7 “Nastri in acciaio per manufatti e per barriere stradali, anche zincati”; per i Provveditorati + 57,01 %, per le CCIAA + 96,56%, aumento riconosciuto + 76,43. In questo caso la realtà del mercato, è più vicina alle CCIAA che ai Provveditori.

Ciò significa che occorre rivedere/omogenizzare il meccanismo di rilevazione e prevedere forme di approfondimento ulteriori (diverse dal meccanismo di rilevazione “ordinario”) che si attivino in “automatico” nel caso in cui la distanza nelle rilevazioni effettuate dalle diverse fonti non sia “fisiologica” (in ipotesi, quando supera il 20% tra una rilevazione e l’altra).

3. Limitatezza e vetustà delle 56 voci in Tabella

Le voci in Tabella sono ormai datate e numericamente poco significative rispetto ai materiali presenti sul mercato.

Serve quindi un aggiornamento, perché la Tabella attuale:

  • fa un sintetico riferimento solo a materiali compresi in una lavorazione più ampia;
  • non prende in considerazione i prodotti “nuovi” per esempio il policarbonato, il plexiglass o altri materiali come il calcestruzzo preconfezionato;
  • non dice esplicitamente che le 56 voci devono intendersi quali famiglie di prodotti e quindi se, per esempio, un vetro camera ha uno spessore diverso da quello riportato in tabella è ricompreso ugualmente nell’elenco;
  • sarebbe necessario specificasse che è il “prodotto base” (ex. acciaio, legno, materiale plastico ecc.) quello che si deve prendere a riferimento anche se per il tramite delle voci indicate, ove il prodotto non è esplicitamente previsto.

Per esempio, definito il trend di incremento dei prodotti plastici, tutti i prodotti che sono riferibili al componente base devono poter beneficiare dello stesso incremento.

4. Problema dei prezzari regionali

Dati i meccanismi di rilevazione ed i tempi di approvazione, i prezziari regionali non riescono ad essere aggiornati in tempo reale e che, quindi, rendono incongrua l’offerta in gara rispetto al reale costo dei materiali.

Caro materiali: per ASSISTAL così è impossibile andare avanti

Nel merito della questione, ASSISTAL è assolutamente certa che con questo andazzo si decreta la chiusura delle imprese: “Ci domandiamo” – ha dichiarato Angelo Carlini, Presidente ASSISTAL - “in quale mondo vivono i componenti della Commissione Consultiva Centrale per il rilevamento dei costi dei materiali, che opera presso il Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili (MIMS). Abbiamo visionato il documento prodotto e constatiamo che, a loro parere, l’universo dei materiali interessati dagli aumenti è rappresentato solo da 56 voci. Come se non bastasse, gli aumenti registrati non rispecchiano gli aumenti reali del 40, 50 e 60% che le nostre imprese stanno subendo da moltissimi mesi”.

ASSISTAL fa presente che ci sono imprese che non riescono a sostenere questi aumenti e a rispettare i contratti pubblici stipulati, con l’implicazione che presto chiuderanno i battenti a discapito della prosecuzione dei lavori e dei lavoratori coinvolti, per cui è necessario che il documento venga integrato con i materiali che vengono effettivamente utilizzati dal mercato della costruzione degli impianti e dei servizi energetici, a partire dalle rilevazioni degli aumenti registrati per l’energia elettrica e il gas naturale, non risolvendo la questione con una mera media matematica di dati forniti da diversi Enti e per cui disomogenei.

Il comunicato ASSISTAL si conclude con un appello alle forze di governo per una tempestiva integrazione dell’elenco dei materiali e dei relativi aumenti e per fornire aiuti alle imprese che vadano oltre i 100 milioni finora stanziati: “la situazione è grave e per tale ragione ribadiamo la necessità di un intervento finanziario straordinario e risolutivo, onde evitare di compromettere la ripartenza e la realizzazione del PNRR”.

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