Certificato di destinazione urbanistica: provvedimento o documento?

Il TAR Campania richiama l'art. 30 del Testo Unico Edilizia e spiega se un certificato di destinazione urbanistica possa essere impugnato o meno

di Redazione tecnica - 16/02/2022

Il certificato di destinazione urbanistica non ha natura provvedimentale e, come tale non può essere impugnato. Lo ribadisce il Tar Campania Sez. Ottava, con la sentenza n. 605/2022 sul ricorso presentato contro un’Amministrazione Comunale per l’annullamento del provvedimento inerente proprio la richiesta di certificazione urbanistica.

La certificazione di destinazione urbanistica è un provvedimento? La sentenza del TAR

Il ricorrente aveva adito il tribunale amministrativo impugnando una nota comunale, che negava il rilascio del certificato di destinazione urbanistica, sul presupposto che l’area fosse oggetto di acquisizione da parte del Comune. Nelle more del giudizio, lo stesso proprietario ha dichiarato la sopravvenuta carenza di interesse, per cui il TAR ha ritenuto inammissibile il ricorso, ma ha comunque applicato la soccombenza c.d. teorica ovvero virtuale, dato che era stato richiesto il pagamento delle spese di lite.

Per farlo, ha dovuto quindi analizzare il caso e ha virtualmente respinto il ricorso. Secondo una consolidata giurisprudenza, il certificato di destinazione urbanistica, di cui all’art. 30, commi 2 e seguenti., del D.P.R. n. 380/2001 (Testo Unico Edilizia) si configura come una certificazione redatta da un pubblico ufficiale, con carattere meramente dichiarativo e non costitutivo degli effetti giuridici che dallo stesso risultano. Questo perché la situazione giuridica attestata nel Certificato è la conseguenza di altri precedenti provvedimenti che hanno provveduto a determinarla.

Il certificato, come disposto al comma 3 del citato articolo 30, deve essere rilasciato dal dirigente o responsabile del competente ufficio comunale entro trenta giorni dalla presentazione della domanda e conserva validità per un anno dalla data di rilascio a meno che, per dichiarazione dell'alienante o di uno dei condividenti, non intervengano modifiche degli strumenti urbanistici.

Il certificato di destinazione urbanistica non è un provvedimento

Come ribadito dal TAR, il certificato non ha efficacia provvedimentale e di conseguenza non ha alcuna concreta lesività, il che rende impossibile la sua autonoma impugnazione. Ciò significa che gli eventuali errori in esso contenuti potranno essere corretti dalla stessa Amministrazione, su istanza del privato, oppure quest’ultimo potrà impugnare davanti al giudice amministrativo gli eventuali successivi provvedimenti concretamente lesivi, adottati sulla base dell’erroneo certificato di destinazione urbanistica.

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