Cessione del credito: nuove soluzioni possibili?

Dagli Stati Uniti un modello per la cessione del credito che può diventare anche un'importante politica di sostegno al reddito. Vediamo di cosa si tratta

di Redazione tecnica - 10/07/2023

Mentre in Italia l’utilizzo dei crediti fiscali legato ai bonus edilizi è stato progressivamente ridotto e stigmatizzato, fino all’epilogo che tutto conosciamo - il blocco sancito dal D.L. n. 11/2023 (c.d. "Decreto Blocca Cessioni"), che ha limitato fortemente l’utilizzo delle opzioni alternative alle detrazioni fiscali previste all’art. 121 del Decreto Rilancio - negli Stati Uniti il meccanismo rappresenta da tempo, in più settori, una soluzione utilizzata per immettere liquidità nel sistema economico e allo stesso tempo per sostenere i redditi più bassi.

Cessione del credito: la soluzione americana

È anche scelta recente quella dell’Internal Revenue Service (IRS), l’Agenzia delle entrate americana, di aggiornare le linee guida per l'utilizzo degli incentivi dell'Inflation reduction act (IRA), il maxipiano di crediti d'imposta per la transizione ecologica del valore di 370 miliardi di dollari, prevedevdo la libera circolazione e cessione dei crediti a terzi.

Non solo: sempre negli Stati Uniti è attivo il programma EITC (Earned Income Tax Credit), che utilizza il meccanismo della cessione del credito per chi ha un reddito più basso. Sostanzialmente, sotto una certa soglia di reddito, a ogni dollaro guadagnato lo Stato riconosce un credito di imposta, proporzionale al reddito percepito e alla composizione del nucleo familiare, scalare, fino all’azzeramento oltre una certa soglia di reddito. Alla base, la logica per cui i percettori difficilmente accumuleranno oneri fiscali superiori ai crediti riconosciuti tramite EITC, per cui le somme possono essere rimborsate, cedute ad altri contribuenti o monetizzate presso banche e altre agenzie autorizzate.

Di particolare rilievo la trasferibilità, anche parziale: solo nel 2021, con l’EITC sono stati distribuitI 71 miliardi di dollari a circa 30 milioni di beneficiari. Ben 69 sono stati ceduti e monetizzati. Con l’approvazione dell’IRA, la cessione sarà ancora più facile, con soli 14 punti che definiscono tutte le disposizioni in materia.

Allo stesso modo, l’acquisto dei crediti, qui sempre particolarmente cauto da parte degli istituti bancari e dei soggetti autorizzati, negli Stati Uniti è più semplice: diverse sono le agenzie che offrono anticipi sui crediti a cui si ha diritto, come le piattaforme per lo scambio dei crediti fiscali.

La situazione in Italia: i crediti incagliati

Ricordiamo che in Italia la cessione dei crediti fiscali introdotta per gli incentivi alle ristrutturazioni edilizie con il decreto Rilancio ha probabilmente avuto effetti diretti e indiretti su circa un terzo della crescita reale del Pil nel 2022 e che le maggiori entrate abbiano contribuito a finanziare il costo della misura per un valore oscillante tra il 40% e il 70%. Nonostante questo, la misura è stata progressivamente ridotta sia per le presunte truffe (riguardanti comunque essenzialmente il Bonus Facciate e molto poco il Superbonus) e per l’eccessiva onerosità degli incentivi causata sia dall’incapienza di alcuni beneficiari delle agevolazioni, sia dal caro materiali. Il risultato sono circa 60mila imprese con crediti incagliati, che non possono cedere più i crediti maturati, ma non hanno nemmeno liquidità per pagare operai e fornitori.

Perché allora non prendere esempio dal modello americano e “monetizzare” invece i crediti, piuttosto che vederli come una patata bollente che nessuno vuole avere tra le mani?

 

© Riproduzione riservata