Classificazione dei crediti edilizi: il rimpallo delle responsabilità

In risposta ad una interrogazione al Senato il sottosegretario al MEF Federico Freni ha fornito alcuni chiarimenti sul trattamento contabile del Superbonus e del Bonus facciate

di Stefano Sylos Labini - 25/03/2024

Riclassificazione bonus edilizi in attesa

Il Senatore Mario Turco ha presentato un’interrogazione sulla classificazione e sul relativo trattamento contabile dei crediti fiscali da superbonus e bonus facciate. La replica del ministero dell’Economia è stata che le decisioni sul trattamento contabile dei crediti sono assunte in maniera autonoma da Istat ed Eurostat scaricando la responsabilità della classificazione dei crediti fiscali sugli organismi tecnici e affermando di essere in attesa di una risposta definitiva da parte di Eurostat.

Prima di febbraio 2023 la classificazione dei crediti fiscali era chiarissima:

  • Crediti pagabili = lo Stato paga
  • Crediti non pagabili = lo Stato non paga

Poi è intervenuta Eurostat che si è inventata il credito fiscale pagabile dove però lo Stato non paga. Si tratta di un credito dove lo Stato non assume alcun impegno a rimborsare con il cash la parte che non viene portata in compensazione. Il fatto che possa circolare ed essere utilizzato in anni successivi per coprire qualsiasi tipo di debito fiscale fa sì che il credito possa essere classificato come pagabile poiché secondo Eurostat “esiste un’elevata probabilità che sia sfruttato integralmente” e cioè che non vada perso. Questa nuova tipologia di credito fiscale non esiste nel SEC2010, che è il regolamento apicale, ed è talmente arbitraria e infondata che dopo un anno stiamo ancora cercando di capire se i crediti fiscali da superbonus e bonus facciate siano pagabili o non pagabili.

Le nuove linee guida di Eurostat sono state sfruttate dal Governo che ha classificato i crediti fiscali del superbonus e del bonus facciate come “pagabili”. In tal modo li ha potuti contabilizzare nei deficit degli anni passati gonfiandoli in modo enorme. Per un motivo oscuro invece i crediti fiscali degli altri bonus edilizi sono stati classificati come "non pagabili". È evidente che tutti i crediti fiscali del settore edilizio sono uguali e sono "non pagabili" poiché non esiste il diritto al rimborso cash. La non perdibilità dei crediti fiscali deriva dalla pagabilità e non viceversa come maldestramente ha cercato di sostenere Eurostat nelle nuove linee guida pubblicate il 1° febbraio 2023.

Il MEF nella sua risposta ovviamente si è concentrato sul tema della perdibilità dei crediti fiscali assicurando che la perdita è stata “molto contenuta” - definita da Eurostat “trascurabile” - senza però fornire dati puntuali sulle somme in gioco e cioè sui crediti compensati e su quelli persi. Tutto ciò dimostra ancora una volta quanto sia arbitraria la nuova classificazione proposta da Eurostat e come il governo si stia muovendo in modo inaccettabile senza fornire dati precisi al Paese.

Ora, se il Governo vuole mantenere i crediti fiscali del superbonus e del bonus facciate come pagabili allora deve pagare e cioè deve rimborsare con il cash la parte che non è stata portata in compensazione. Come scappatoia il Governo dovrebbe attivarsi per far esercitare tutti i crediti fiscali sbloccandone la circolazione e rendendoli riportabili negli anni futuri affinché nessun credito fiscale sin qui emesso vada perso. Non per questo i crediti diventeranno realmente pagabili come è scritto nel SEC2010, ma almeno ci sarebbe una coerenza con le nuove linee guida di Eurostat per cui un credito fiscale è pagabile se non viene perso.

Sono anni che questa discussione sulla classificazione e quindi sulla contabilizzazione dei crediti fiscali sta andando avanti: servono dati certi e una chiara assunzione di responsabilità.

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