Codice dei contratti, equo compenso, Testo Unico Edilizia e bonus fiscali

Al centro del 67esimo Congresso Nazionale degli Ingegneri alcuni dei temi più importanti per lo sviluppo sostenibile del Paese

di Redazione tecnica - 29/09/2023

Dalle criticità contenute nel D.Lgs. n. 36/2023 (Codice dei contatti), agli strumenti fiscali necessari per riqualificare il patrimonio edilizio esistente, passando per altri temi cruciali e d'attualità come il principio dell'equo compenso e la riforma del d.P.R. n. 380/2001 (Testo Unico Edilizia).

Il 67esimo Congresso Nazionale degli Ingegneri

Sono stati questi i temi anticipati nella giornata di apertura del 67esimo Congresso Nazionale degli Ingegneri (CNI) che si sta svolgendo a Catania e che ha visto ospiti di spicco come il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini (intervenuto il live streaming), il Ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci e il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.

E’ un onore per questo Consiglio Nazionale - ha detto il Presidente degli Ingegneri Domenico Perrini - entrato in carica alla fine dello scorso anno, accogliervi ed aprire i lavori del 67° Congresso Nazionale, frutto di una lunga fase preparatoria realizzata di concerto con il Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Catania. Il Congresso Nazionale rappresenta un importante momento di riflessione sui temi che coinvolgono la nostra categoria ed è finalizzato a definire, con il contributo dei partecipanti, portatori di interessi degli iscritti all’Albo e della visione dei territori di appartenenza, le linee di indirizzo e di intervento che il Consiglio Nazionale intende perseguire nel breve e nel medio periodo. La finalità del nostro Congresso Nazionale è di incidere sulle scelte del legislatore suggerendo idee e modalità di attuazione delle stesse al fine di favorire lo sviluppo del Paese in un momento di particolare complessità”.

Perrini, quindi, ha illustrato le linee programmatiche della categoria per il prossimo futuro, sottoposte all’attenzione e alla discussione dell’assemblea.

Codice dei contratti pubblici

Il primo tema non poteva che essere il nuovo D.Lgs. n. 36/2023 (Codice dei contratti pubblici) sul quale il CNI unitamente alla Rete delle Professioni Tecniche ha avuto numerosi confronti con il Governo e il Parlamento. Sono diverse le criticità ancora da risolvere e sulle quali gli Ingegneri sono al lavoro per un correttivo che dovrebbe arrivare entro la fine dell'anno.

Tra queste:

  • la riduzione da tre a due delle fasi di progettazione;
  • l’estensione indiscriminata dell’appalto integrato persino alle opere di manutenzione straordinaria;
  • la mancata specificazione dei casi in cui possono essere svolte prestazioni gratuite;
  • la mancata accettazione della proposta di sviluppare i concorsi di progettazione in due fasi anziché in una;
  • la limitazione a soli tre anni del periodo di validità dei servizi svolti.

Relativamente alla riduzione delle fasi di progettazione e all'appalto integrato, secondo il CNI la scelta del legislatore sarebbe stata viziata da un'errata valutazione dei tempi di realizzazione delle opere pubbliche in Italia. "Dati statistici elaborati dalla Fondazione CNI - leggiamo in una nota - evidenziano che, all’interno del cosiddetto tempo di avvicinamento, solo il 20-25% è riservato alla progettazione. Il 75-80% del tempo di avvicinamento riguarda adempimenti delle stazioni appaltanti: scelte del sito, acquisizione di pareri, verifica e validazione dei progetti, approvazione. E’ sulla durata di tali adempimenti che bisogna intervenire!".

La più rilevante delle problematiche resta la limitazione dei requisiti di partecipazione che ridurrebbe a soli 3 anni (con dentro il biennio della pandemia) il periodo di validità dei servizi svolti. Una disposizione che riduce la platea dei potenziali partecipanti ai servizi di ingegneria, a poco più del 2% dei professionisti, in aperta contraddizione con uno dei principi cardine posti a fondamento del Codice, vale a dire l’apertura del mercato

Principio dell’equo compenso

Non poteva mancare un accenno a quello che ormai è diventato un caso: il principio dell'equo compenso. Dal combinato disposto dal nuovo Codice dei contratti e dalla Legge n. 49/2023, il compenso dei professionisti non può più essere soggetto a ribasso. Non si sa ancora bene che risvolti può avere sulle gare di progettazione ma, come ammesso dalla stessa Autorità Nazionale Anticorruzione è necessario trovare una soluzione normativa per coordinare la Legge n. 49/2023 con il D.Lgs. n. 36/2023.

Ricordiamo che secondo il Presidente ANAC, la lettura delle due norme porterebbe a 3 possibili alternative:

  • le tariffe indicate rappresentano i valori massimi di aggiudicazione (posti a base di gara);
  • le tariffe indicate rappresentano parametri di riferimento, non derogabili verso il basso;
  • possono essere soggetti a ribasso solo le spese generali (che rappresentano una quota delle tariffe professionali), ferme rimanendo le tariffe professionali.

Nella presentazione iniziale, si è comunque parlato di equo compenso soprattutto relativamente al rapporto con i soggetti "forti". "Quanto alle lamentele manifestate da banche ed imprese - afferma il CNI - è opportuno ricordare che la legge sull’Equo compenso nasce proprio per porre fine alle storture imposte ai professionisti dai grandi committenti, con compensi irrisori per prestazioni di alta professionalità e di altrettanto alto livello di responsabilità. Sia ben chiaro che un ritorno allo status quo non è possibile; i grandi committenti se ne devono fare una ragione e rassegnarsi prendendo atto che la stagione dei facili profitti alle spalle dei professionisti va ritenuta definitivamente chiusa".

Secondo gli Ingegneri "Prima di chiedere a gran voce il ritorno ad un regime di sopraffazione è opportuno che i grandi committenti avviino con i Consigli Nazionali un percorso per definire nuovi standard di convenzione che soddisfino entrambe le parti interessate. I Consigli Nazionali, attraverso la Rete Professioni Tecniche o direttamente, sono pronti ad avviare un confronto in qualsiasi momento. Inoltre, è indispensabile che il principio dell’equo compenso sia esteso a tutte le categorie di committenti, anche al fine di salvaguardare il più piccolo committente il quale, nel rapporto con il professionista, si trova in posizione subalterna esattamente come i professionisti si trovano nei confronti dei grandi committenti".

Testo unico dell’edilizia

Altro capitolo di sicuro interesse (su cui si è già espresso il Ministro Salvini) riguarda la riforma del d.P.R. n. 380/2001 (Testo Unico Edilizia). Un momento che, come sottolinea il CNI, risulta essere di importanza strategica per il futuro del Paese. "Come CNI e RPT è stata rappresentata al legislatore l’opportunità che il Testo unico dell’Edilizia venga approvato non attraverso un DPR, ma come una vera e propria Legge, in modo che agisca davvero come testo unico, cancellando la normativa precedente e semplificando l’attività dei professionisti e degli altri operatori del settore. È comunque fondamentale che il corpo del Decreto stabilisca le norme generali da applicare su tutto il territorio nazionale ed in particolare sulle procedure inerenti i depositi delle calcolazioni, eliminando la richiesta di doppia conformità che di fatto non consente interventi di risanamento di gran parte del patrimonio esistente".

Bonus edilizi ed adeguamento del patrimonio esistente

Ultimo ma non meno importante tema di cui si discuterà in questi giorni è quello connesso al sistema di incentivazione degli interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente, soprattutto alla luce degli obiettivi che presto saranno stabiliti dalla Direttiva Green.

"Il Consiglio Nazionale, sulla scorta delle ricerche del Centro Studi CNI, ha attivato sia direttamente che attraverso la Rete Professioni Tecniche un’interlocuzione con l’Esecutivo al fine di predisporre una meccanismo tecnico-economico che consenta di rimodulare il sistema dei bonus per il risparmio energetico, tale da rendere possibile il raggiungimento degli obiettivi di risanamento del patrimonio edilizio previsto dalla Direttiva UE EPDB, rendendo sostenibile l’intervento finanziario dello Stato e prevedendo un sostegno inversamente proporzionale al reddito per la parte di finanziamento delle opere di ristrutturazione a carico dei singoli proprietari di immobili. Al proposito è indispensabile far rientrare a monte degli obblighi di ristrutturazione energetica previsti dalla Direttiva UE EPDB gli interventi di diagnostica preventiva sullo stato delle strutture e gli interventi di prevenzione dal rischio sismico. Ancora una volta si ritiene utile l’introduzione del Fascicolo elettronico del Fabbricato".

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