Digitalizzazione appalti e qualificazione SA: ANAC risponde ad Asmel

Secondo l’Autorità Anticorruzione la digitalizzazione dei contratti pubblici funziona, con oltre 1 milione di appalti affidati da gennaio a oggi

di Redazione tecnica - 05/04/2024

Dal 1° gennaio 2024 ha acquisito piena efficacia la digitalizzazione degli appalti, introdotta dal nuovo Codice dei Contratti Pubblici (d. Lgs. n. 36/2023) e che, dopo alcune difficoltà iniziali, sembra adesso essere a pieno regime.

Digitalizzazione appalti pubblici: i dati del I trimestre 2024

A darne conferma è l'ANAC: dopo le prime settimane di rodaggio, il primo trimestre 2024 si è chiuso con oltre 1 milione 100mila procedure affidate attraverso la piattaforma digitale, per un valore di circa 78 miliardi di euro.

Si tratta di numeri che portano il Paese a livello europeo, con un passaggio storico per Amministrazioni ed enti locali che, sottolinea l'Autorità, possono sempre contare sul suo supporto: “nell’attività di vigilanza che le è propria, stabilita dalla legge, Anac verifica che le pubbliche amministrazioni svolgano al meglio tale compito a cui sono chiamate, richiedendo informazioni se necessario, e evidenziando criticità, se vi sono”.

La risposta ad Asmel

Non manca il riferimento al recente caso sollevato da Asmel, riportato dall’Associazione in una lettera aperta, sottoscritta da oltre 300 comuni e indirizzata al presidente di ANAC, con cui si sono chiesti chiarimenti sulle possibili sanzioni comminate a Enti non qualificati che abbiano comunque bandito procedure di gara.

Come si legge nella lettera, Asmel ha dichiarato che “Invece di chiarire perché non rispetta il Codice Appalti che la obbliga a non autorizzare le Stazioni appaltanti non qualificate a bandire gare in proprio, ANAC chiede chiarimenti a queste ultime, da trasmettere in 5 giorni, pena multe salate fino a un massimo di 5.000 euro”. Nel dettaglio, l'Associazione ha lamentato malfunzionamenti del sistema che avrebbero determinato un blocco delle attività, con un crollo del 43,5% nel numero di gare e del 70,5% negli importi, e che adesso si vorrebbero scaricare sulle amministrazioni.

Da qui la richiesta di un confronto pubblico, che al momento ANAC limita ad alcune dichiarazioni presenti sul sito dell’Autorità e legate ai dati sulla digitalizzazione degli appalti Il caso sollevato da Asmel – che in passato è stata soccombente in giudizio in più occasioni nei confronti dell’Autorità - riguarda esattamente questo: una stazione appaltante che ha condotto procedure di gara superiore alle soglie di qualificazione, pur non essendo qualificata per farlo. Inoltre, ha utilizzato ipotesi derogatorie non giustificate, e nei suoi confronti sono state riscontrate ulteriori, svariate illegittimità".

Secondo ANAC, eventuali sanzioni che dovessero essere comminate alla singola stazione appaltante sono a garanzia di tutto il sistema e "a tutela delle migliaia di stazioni appaltanti che, al contrario, hanno agito correttamente e nel pieno rispetto della legge, valorizzando al meglio le opportunità fornite loro dal processo di digitalizzazione”, ribadendo l'impegno nel continuare a lavorare a fianco delle tante pubbliche amministrazioni impegnate seriamente nel processo di digitalizzazione degli appalti, "in special modo dei piccoli Comuni, anche attraverso la pubblicazione di bandi tipo e supporto logistico attraverso la piattaforma dell’Autorità".

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