Digitalizzazione e qualificazione stazioni appaltanti: critiche ad ANAC

Lettera aperta di Asmel al Presidente dell'Autorità: troppi malfunzionamenti, con il paradossale rischio di sanzioni per le amministrazioni

di Redazione tecnica - 03/04/2024

Sono abbastanza polemici i toni di ASMEL nei confronti dell'ANAC, in tema di digitalizzazione dei contratti pubblici e adempimenti da parte degli enti locali, come dimostra la lettera aperta al presidente dell’Autorità, Giuseppe Busia, inviata qualche giorno fa e sottoscritta da oltre 300 Comuni aderenti all’Associazione.

Qualificazione stazioni appaltanti e digitalizzazione contratti: la lettera Asmel ad ANAC

Tra i punti critici, la mancata qualificazione delle stazioni appaltanti e le sanzioni collegate, senza verificare le difficoltà incontrate da alcune amministrazioni nell'iscrizione all'elenco e, di conseguenza, nell'indire gare. “Invece di chiarire perché non rispetta il Codice Appalti che la obbliga a non autorizzare le Stazioni appaltanti non qualificate a bandire gare in proprio, ANAC chiede chiarimenti a queste ultime, da trasmettere in 5 giorni, pena multe salate fino a un massimo di 5.000 euro”.

Asmel evidenzia il favore con cui i Comuni hanno salutato l’obbligo di digitalizzazione dell’intero ciclo degli appalti scattato dal 1° gennaio scorso, perché avrebbe dovuto produrre non solo trasparenza, ma anche semplificazione delle procedure. Sul punto, spiega l’Associazione, l’Autorità di vigilanza ha chiesto e ottenuto di assumere il ruolo di “orchestratore” dell’interscambio dati tra le diverse piattaforme informatiche coinvolte nel nuovo sistema. Ma troppi malfunzionamenti del sistema hanno determinato un blocco delle attività, con un crollo del 43,5% nel numero di gare e del 70,5% negli importi (dati CRESME) e che adesso si vuole scaricare sulle amministrazioni.

"L’Autorità di vigilanza ha scelto la tecnica dello struzzo”, dichiara Francesco Pinto, Segretario generale ASMEL. “Mette la testa sotto terra e non vuole riconoscere errori di funzionamento tutti imputabili all’imperizia del novello orchestratore. Emana però comunicati e proclami indicando artifizi procedurali in grado di ovviare ai malfunzionamenti, in attesa della loro risoluzione. Gli artifizi non sono altro che deroghe temporanee alle regole e a precise disposizioni di legge. In altri termini, ANAC non riesce come orchestratore e per rimediare si sostituisce al legislatore».

Ciò però non esonera l’autorità dal suo ruolo di vigilanza sulla corretta applicazione delle leggi, con la conseguenza che trasmette richieste di chiarimenti ai Comuni, chiamandoli a discolparsi sul perché hanno bandito gare, senza le prescritte autorizzazioni, come avvenuto recentemente con una delibera dell'ufficio vigilanza “Non dice però che esse sono state rilasciate dal sistema governato con imperizia da ANAC violando la legge che le impone di non rilasciare il codice di accesso agli Enti non qualificati. Inaccettabile, in questo contesto, la minaccia di multe salate in mancanza di risposte entro 5 giorni", incalza Giovanni Caggiano, Presidente ASMEL.

Proprio per questo l’Associazione chiede un confronto pubblico su questi temi, utile a trovare soluzioni al riguardo. 

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