Direttiva Case Green: quale futuro per le caldaie a gas?

La revisione del Regolamento Ecodesign potrebbe complicare ulteriormente il quadro già non semplice degli interventi di efficientamento energetico

di Redazione tecnica - 27/04/2023

Non solo la Direttiva Green, ma anche il Regolamento Ecodesign potrebbe complicare le cose in materia di interventi di efficientamento energetico.

Efficientamento energetico: tra Direttiva Green e Regolamento Ecodesign, il futuro delle caldaie a gas

Lo dimostra la possibile revisione del Regolamento 813/2013/UE, che verrà discussa proprio oggi in Commissione Europea, per portare poi alla redazione del testo definitivo entro il 2024, e che di fatto mette fuori dai giochi tutte le caldaie a gas, a partire dall’1 settembre 2029.

Ricordiamo che con il c.d. “Regolamento Ecodesign” vengono stabilite le specifiche per la progettazione ecocompatibile e per la commercializzazione di apparecchi per il riscaldamento d’ambiente e misti con potenza termica nominale fino a 400 kW, inclusi i dispositivi di controllo della temperatura e i dispositivi solari.

Nella bozza di revisione del Regolamento non si rinviene un divieto esplicito, ma vengono fissati degli standard che le caldaie devono rispettare e che pongono fuori mercato tutti i prodotti attualmente disponibili. Come si legge in un comunicato congiunto a firma di Assotermica (Associazione dei produttori apparecchi e componenti per impianti termici), Proxigas (Associazione delle imprese della filiera del gas naturale), Assogasliquidi (Associazione di Federchimica delle imprese del comparto dei gas liquefatti), Federcostruzioni (Federazione delle costruzioni), Ance (Associazione nazionale costruttori edili) e Applia Italia (Associazione dei produttori di apparecchi domestici e attrezzature professionali), “La prescrizione che la Commissione europea si appresta ad approvare ponendo un indice di efficienza al 115% per le caldaie a gas rappresenta di fatto un divieto di immissione sul mercato di tutte le caldaie”.

Questo limite minimo di efficienza stagionale, secondo gli operatori del settore, taglia fuori qualsiasi attuale tipologia di caldaia, con qualsiasi alimentazione, comprese quelle da fonti rinnovabili.

In questo modo la transizione energetica verrebbe di fatto basata solo sull’elettrificazione, creando problemi in termini di competitività della nostra industria, di sostenibilità economica e sociale per le famiglie, oltre che di stabilità e resilienza del nostro sistema energetico, “senza dimenticare che così si danneggia un intero sistema produttivo: l’Italia è leader per la produzione di componenti".

Un approccio che per le Associazioni è basato su divieti che non tengono conto delle prospettive di sviluppo delle tecnologie e dei vettori energetici e, soprattutto, non considerano le specificità dei singoli Stati Membri. In questo modo, si rischierebbe di compromettere anche l’attuazione concreta del percorso di decarbonizzazione, a causa di criticità che meritano “un’attenzione specifica delle nostre Istituzioni per modificare sostanzialmente l'approccio della nuova regolamentazione”, concludono.

Caldaie a gas: cosa prevede la Direttiva Case Green

Si tratta comunque di una disposizione in contrasto con la EPBD: la Direttiva Case Green ha infatti stabilito che, sia per i nuovi edifici che per quelli esistenti in fase di ristrutturazione, non potranno essere utilizzati sistemi di riscaldamento a combustibili fossili e quindi le caldaie a gas, anche quelle a condensazione.

Saranno invece consentite pompe di calore e sistemi ibridi, ovvero quelli costituiti da una caldaia a condensazione e da una pompa di calore, oltre che le caldaie certificate per funzionare con “gas verdi” come biometano o l’idrogeno.

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