Imposizione vincolo indiretto è sempre insindacabile?

La valutazione discrezionale di un’Amministrazione deve sempre valutare l’equilibrio tra interessi pubblici e privati

di Redazione tecnica - 02/11/2021

Vincolo indiretto per la tutela di beni culturali e paesaggistici: la sua imposizione da parte di un’Amministrazione è sempre insindacabile? Sul merito ha dato il suo parere il Tar Lecce – Sez. Prima con la sentenza n. 392/2020.

Il vincolo indiretto può essere sempre imposto? La sentenza del TAR

Nel caso in esame, una società proprietaria di alcuni immobili nelle adiacenze di una villa storica, aveva presentato ricorso contro le prescrizioni di tutela indiretta, inerenti “il divieto di edificazione e di inserimento di strutture, anche precarie a carattere stagionale, che modifichino le attuali condizioni di visibilità del monumento”, a tutela della godibilità, della luce della prospettiva e del decoro, imposte dalla Soprintendenza ai sensi dell'art.45 del D. Lgs n. 42/2004 (Codice dei Beni Culturali).

Il Tar ha quindi richiamato il Consiglio di Stato, ricordando che “in tema di prescrizioni di tutela indiretta dei beni culturali previste dal c.d. codice dei beni culturali e del paesaggio, l'art. 45 attribuisce all'Amministrazione la funzione di creare le condizioni affinché il valore culturale insito nel bene possa compiutamente esprimersi, senza altra delimitazione spaziale e oggettiva che non quella attinente alla sua causa tipica, che è di prescrivere le distanze, le misure e le altre norme dirette ad evitare che sia messa in pericolo l'integrità dei beni culturali immobili, ne sia danneggiata la prospettiva o la luce o ne siano alterate le condizioni di ambiente e di decoro", secondo criteri di congruenza, ragionevolezza e proporzionalità.

Vincolo indiretto: l’atto amministrativo deve essere congruo allo scopo previsto

Questo significa che il potere di un atto amministrativo deve essere esercitato in modo che sia congruo e rapportato allo scopo legale per cui è previsto. Nel caso del vincolo indiretto, questo scopo riguarda la cosiddetta “cornice ambientale” di un bene culturale: ne deriva che il limite di legittimità in cui si iscrive l'esercizio del vincolo indiretto va ricercato nell'equilibrio tra la cura e l'integrità del bene culturale e la sua fruizione e valorizzazione dinamica.

Differenza tra vincolo diretto e vincolo indiretto

A differenza del vincolo diretto, che riguarda il bene culturale, il vincolo indiretto coinvolge l'ambito costituente la fascia di rispetto, che non coincide con l'ambito materiale dei confini perimetrali dei singoli immobili. Il vincolo indiretto e si basa sull'esigenza che il bene sia valorizzato nella sua complessiva prospettiva e cornice ambientale, per cui possono essere interessati dai relativi divieti e limitazioni anche immobili non adiacenti a quello tutelato purché siano accomunati dall'appartenenza a un unitario e inscindibile contesto territoriale.

Vincolo indiretto è sempre insindacabile?

In tale ottica, l'imposizione del vincolo indiretto costituisce espressione della discrezionalità tecnica dell'amministrazione, sindacabile in sede giurisdizionale quando l'istruttoria si riveli insufficiente o errata o la motivazione risulti inadeguata o presenti manifeste incongruenze o illogicità, anche per una mancata proporzionalità tra l'estensione del vincolo e le effettive esigenze di protezione del bene di interesse storico-artistico.

Nonostante l'imposizione dei vincoli indiretti sia conseguente ad una valutazione ampiamente discrezionale dell'amministrazione, essa presenta dei limiti precisi:

  • logicità e la razionalità dell'azione amministrativa;
  • proporzionalità (congruità del mezzo rispetto al fine perseguito;
  • specifica valutazione dell'interesse pubblico "particolare" perseguito con la necessità che nella motivazione provvedimentale sia chiaramente espressa l'impossibilità di scelte alternative meno onerose per il privato gravato del vincolo indiretto.

Vincolo indiretto deve essere motivato correttamente

Nel caso in esame, il decreto specifica in maniera generica il rilievo della villa storica nei pressi degli immobili della proprietà ricorrente e prescrive il divieto di edificazione e di inserimento di strutture precarie, anche stagionali, che modifichino le condizioni di visibilità del monumento.

In particolare, il rispetto della c.d. "cornice ambientale" non dà sufficienti indicazioni delle peculiarità del contesto di riferimento e non consente di comprendere le ragioni per le quali l'esigenza di tutela sottesa al vincolo indiretto debba essere soddisfatta attraverso misure così invasive delle ragioni proprietarie, tanto da comprendere l’impossibilità di collocazione di qualsivoglia struttura precaria e di carattere stagionale.

In definitiva, l’Amministrazione ha omesso di evidenziare il percorso motivazionale sulla base del quale avrebbe proceduto alla valutazione degli interessi pubblici e privati e alla verifica delle prescrizioni assolutamente necessarie e proporzionate rispetto alle esigenze di tutela del bene.

Il TAR ha quindi accolto il ricorso e annullato il decreto di vincolo indiretto per deficit istruttorio e motivazionale.

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