Mercato delle costruzioni: si conferma il trend negativo

L’analisi di Argenta SOA sugli ultimi dati ISTAT: l'accesso al credito è il principale ostacolo per lo sviluppo del settore, così come la perdita di potere d'acquisto delle famiglie

di Redazione tecnica - 20/07/2023

Aumentano i prezzi delle case nuove (+5,4% nel primo trimestre) mentre calano i volumi di compravendita (-8,3% la flessione annua registrata nel primo trimestre 2023, dopo il -2,1% del trimestre precedente). A questo si aggiungono i dati Istat sulla produzione nelle costruzioni appena diffusi, che registrano -2,3% per il trimestre marzo-maggio 2023, rispetto al trimestre precedente.

Settore delle costruzioni: dati in calo

Si tratta di dati preoccupanti, come ha evidenziato Giovanni Pelazzi, Presidente di Argenta SOA, tra le principali società organismo di attestazione che certifica le aziende per la partecipazione alle gare pubbliche. "Nel secondo trimestre - spiega Pelazzi - si va verso un calo della produzione nelle costruzioni superiore al 3% rispetto al primo. Un dato che riflette le crescenti difficoltà di finanziamento di imprese e famiglie, con queste ultime che rinunciano a investire nell’abitazione (acquisti e ristrutturazioni) nell’attesa che la situazione economica generale si normalizzi”.

Una situazione che, secondo le imprese che hanno aderito alla survey condotta dalla società nei mesi scorsi, è vista in peggioramento anche a causa delle più stringenti condizioni per ottenere prestiti, oltre che per la minore disponibilità delle banche ad accordarli, seppure a un costo più alto. “In prospettiva - evidenzia Pelazzi - questo rappresenta il problema più grave per lo sviluppo del settore edile e bisogna monitorarlo attentamente".

L’indagine di Argenta SOA ha messo in evidenza i seguenti risultati:

  • per il 35% delle imprese i problemi di liquidità e costo elevato del credito rappresentano un forte freno in grado di limitare l'operatività;
  • il 30% lamenta la carenza di personale qualificato;
  • il 20% gli effetti ritardati del passato aumento del costo dell'energia che ha ridotto margini e circolante delle imprese;
  • il 10% l’aumento dei costi delle materie prime;
  • solo il 5% la scarsità di materiali.

Continua Pelazzi: “Avevamo già acceso un anno fa i riflettori sui rischi per le imprese e la filiera delle costruzioni dovuti all’aumento del costo del credito. Servono interventi a supporto dei bilanci delle aziende e delle famiglie i cui costi dei mutui sono quasi quintuplicati nell’ultimo anno".

Il presidente di Argenta SOA sottolinea il calo progressivo di interventi di nuove costruzioni, soprattutto abitazioni per il cosiddetto “ceto medio”. Non solo: il settore soffre la carenza di personale qualificato, sia per l’aumento della domanda di lavoro dovuta agli incentivi fiscali e all’implementazione delle misure del PNRR, oltre che per la difficoltà nell’attuazione del turn over generazionale.

Il crollo del Superbonus e l'incertezza delle imprese

Dall’analisi sul sentiment emerge come solo per il 21% delle imprese intervistate la situazione per il settore nel 2023 migliorerà, per il 36% peggiorerà e per il 43% resterà stabile.

A condizionare l’opinione delle imprese, anche le scelte e i cambiamenti normativi dei governi sul  Superbonus 110%:

  • il 31% delle imprese ritiene positiva la decisione del Governo di bloccare il Superbonus;
  • il 66% la reputa negativa;
  • il 3% non esprime una valutazione.

“Un dato emblematico - commenta Pelazzi - è che solo il 17% delle imprese intervistate valuta con interesse lavori da realizzare a privati che beneficiano dei  bonus edilizi, rispetto ad un 83% che ne dà un giudizio negativo. Per il 58% delle aziende i ritardi dei pagamenti e i crediti incagliati stanno rallentando i piani di crescita rispetto a un 42% che crede il contrario”.

A pesare, il susseguirsi di incertezze e di speranze che ha animato il dibattito nei primi mesi dell'anno intorno alla questione del Superbonus e della cessione dei crediti, fattore che ha spaventato le famiglie e frenato la domanda, anche a causa del forte aumento del costo del credito per l'acquisto di abitazioni e per finanziare i lavori edili.

Si potrebbe trattare di una pausa temporanea, visto che le valutazioni degli imprenditori del settore sugli ordini e sui piani di produzione sono in miglioramento per il trimestre primaverile. Tuttavia, sottolinea Pelazzi, bisogna anche tenere conto che sulle nuove costruzioni le difficoltà sono destinate a rimanere almeno per il resto dell'anno, ovvero fino a quando il costo del credito per le famiglie e le imprese non scenderà. “Tenuto conto delle prospettive di crescita dei tassi BCE anche nei prossimi mesi, difficilmente il mercato potrà ripartire in maniera vivace prima di uno o forse anche due anni".

Le opportunità legate al PNRR

Un’opportunità importante per le imprese, ma su cui aleggia ancora una forte incertezza, potrebbe arrivare dal PNRR. Stando alle valutazioni originarie, secondo stime Ance-Confindustria, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza impattava per circa 108 miliardi di euro (sui 222 totali), di cui 42,9 miliardi per i progetti in essere e 65,1 per nuovi progetti. Questi numeri ora andranno aggiornati tenendo conto delle possibili rimodulazioni.

Diverse le criticità all’orizzonte, cosa che porta il 61% delle imprese a ritenere non ottimali le condizioni per poter realizzare i lavori infrastrutturali e di costruzioni previsti. Uno spiraglio di speranza si accende però con la piena efficacia del nuovo Codice dei Contratti Pubblici: per il 63% delle imprese intervistate il nuovo d.Lgs. n. 36/2023 può rendere più veloce la realizzazione delle opere rispetto ad un 37% che pensa il contrario.

 

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