Monitoraggio procedure: richiamo di ANAC ai RPCT
ANAC ribadisce gli obblighi operativi del Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza anche in relazione al monitoraggio dei tempi procedimentali delle Pubbliche Amministrazioni
RPCT: funzioni e obiettivi
Ricorda l’Autorità che gli obiettivi principali assegnati al RPCT sono:
- la predisposizione del sistema di prevenzione della corruzione di un’amministrazione o ente;
- la verifica della tenuta complessiva di tale sistema al fine di contenere fenomeni di cattiva amministrazione.
Pertanto, i poteri di vigilanza e controllo che il RPCT può esercitare all’interno della p.a. o di un ente devono rimanere connessi a tale obiettivo, a cui sono correlate le sue specifiche responsabilità, che si sostanziano laddove vi siano casi di omessa predisposizione di un PTCP adeguato e di omesso controllo sull’attuazione delle misure (cfr. art. 1, co. 12 e 14, l. 190/2012).
Come evidenziato anche nel PNA 2022, i poteri di vigilanza e controllo del RPCT devono rimanere dunque connessi al ruolo principale che il legislatore gli assegna, in particolare in relazione alla predisposizione e alla verifica dell’attuazione e dell’idoneità del sistema di prevenzione della corruzione previsto nel PTPCT o nella sezione apposita del PIAO.
In particolare il RPCT ha l’obbligo di:
- vigilare sull’attuazione, da parte di tutti i destinatari, delle misure di prevenzione del rischio contenute nel PTPCT o nella sezione anticorruzione e trasparenza del PIAO;
- segnalare all'organo di indirizzo e all’OIV le disfunzioni inerenti all'attuazione delle misure in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza;
- indicare agli uffici competenti all'esercizio dell'azione disciplinare i nominativi dei dipendenti che non hanno attuato correttamente le misure in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza.
Monitoraggio delle tempistiche: è responsabilità del RPCT
Per quanto concerne la questione posta, occorre rilevare che una delle misure generali da inserire nei PTCT delle amministrazioni è il Monitoraggio dei tempi procedimentali.
Pur non ricorrendo in capo al RPCT un dovere di intervento volto a far cessare l’inerzia dell’ufficio responsabile del procedimento, resta inteso che tale ritardo configura una criticità da rilevare necessariamente in occasione del monitoraggio dei tempi procedimentali.
In particolare, spetta al RPCT approfondire, con il supporto dell’ufficio competente, le motivazioni che hanno determinato l’inosservanza dei termini, raccogliendo le eventuali proposte funzionali ad assicurare il regolare svolgimento dei futuri procedimenti. Gli esiti delle valutazioni svolte, poi, dovranno essere riferiti all’Organo d’indirizzo per l’assunzione delle iniziative ritenute più opportune.
In conclusione, il Rpct non può limitarsi a disconoscere un proprio ruolo attivo, ma deve:
- verificare l’inosservanza delle misure previste nel PIAO, tra cui il monitoraggio dei tempi procedimentali;
- attivarsi in raccordo con gli Uffici competenti per comprendere i motivi del ritardo;
- segnalare all’Organo di indirizzo politico e all’OIV (Organismo indipendente di valutazione) eventuali disfunzioni;
- indicare agli Uffici competenti all’azione disciplinare i nominativi dei dipendenti responsabili di inadempienze in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza;
- rendicontare le criticità riscontrate nella Relazione annuale, indicando le azioni intraprese o pianificate per la loro risoluzione.
Il ritardo, se reiterato o sistemico, integra una criticità che va rilevata e non può restare priva di valutazione.
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