Riqualificazione energetica e transizione ecologica: necessario un approccio olistico

Il Position Paper dell'EAE: bisogna considerare tutte le tecnologie da adottare per migliorare la prestazione energetica perché un singolo intervento non può risolvere il problema

di Redazione tecnica - 25/07/2023

Per essere pienamente efficace e dispiegare i suoi effetti positivi anche da un punto di vista dei consumi, la transizione energetica deve sposare un approccio olistico, basato su una molteplicità di interventi. Ad affermarlo è l’EAE, associazione europea di Produttori di Sistemi a Cappotto, nel Position Paper sulla Call for Evidence dell’Unione Europea a supporto dell’accelerazione dell’installazione delle pompe di calore in tutta la UE.

Riqualificazione patrimonio edilizio e transizione energetica: quali soluzioni?

La EAE ha sottolineato come il patrimonio immobiliare europeo sia responsabile del 36% delle emissioni di CO2 e del 40% del consumo energetico. Dato che la maggior parte degli edifici odierni sarà ancora in funzione nel 2050, gli sforzi di decarbonizzazione dovranno concentrarsi fortemente sulla riqualificazione, così come invece gli immobili di nuova costruzione dovranno soddisfare lo standard a zero emissioni, poiché molto probabilmente non saranno soggetti a lavori di ristrutturazione prima del 2050.

Secondo la EAE sia la revisione della direttiva sull'efficienza energetica (DEE) che quella della direttiva sull’efficienza e prestazione energetica degli edifici (EPBD), c.d. "Direttiva Green",  considerano la riqualificazione degli edifici da un punto di vista olistico, un approccio che tiene conto dell’intero edificio e di alcuni fattori chiave, ovvero la riduzione della domanda di energia e il passaggio dai combustibili fossili alle energie rinnovabili: “Minore è il fabbisogno energetico di un involucro edilizio sufficientemente isolato, più si ridurranno gli sprechi e più facile sarà il passaggio alle energie rinnovabili con specifiche tecnologie (comprese le pompe di calore) e le reti di elettricità esistenti”.

Necessari incentivi strutturali e a lungo termine

Secondo la EAE, l'Unione Europea dovrebbe occuparsi dell'immediata attuazione della legislazione già esistente, allineandola a strumenti efficienti e duraturi, sostenendo ugualmente tutte le misure e le tecnologie a disposizione, anziché mettere in evidenza solo una singola tecnologia con un piano d'azione ad hoc: “Avremo infatti bisogno di tutte le tecnologie per raggiungere questi ambiziosi obiettivi e raddoppiare i tassi di ristrutturazione degli edifici. Le pompe di calore rappresentano un pezzo importante del puzzle, ma, allo stesso tempo, anche altri interventi come l’isolamento termico degli edifici, la sostituzione degli infissi e l’adozione di sistemi fotovoltaici giocano un ruolo fondamentale per realizzare questa ondata di ristrutturazioni”.

In particolare, la proposta di raddoppiare i tassi di installazione delle pompe di calore può essere applicata anche a tutte le altre tecnologie menzionate, ossia isolamento termico, infissi e fotovoltaico. In questo senso la EAE chiede l’adozione di un approccio che eviti allocazioni errate e garantisca parità di condizioni per tutti i produttori europei.

Si ritorna così a parlare di incentivi fiscali e politiche di sostegno: uno degli ostacoli principali alla ristrutturazione degli edifici, sottolinea EAE, sono le precarie condizioni quadro sia dal punto di vista normativo che finanziario: “Osserviamo in molti Stati membri l’adozione di strumenti di sostegno finanziario instabili e discussioni continue sui futuri requisiti degli edifici. Queste incertezze impediscono sia ai proprietari di case che ai produttori di prodotti da costruzione di fare degli investimenti a lungo termine. Ciò vale ancora di più in caso di riqualificazioni profonde se i proprietari di casa non possono permettersi una ristrutturazione in un'unica fase. Le condizioni quadro sono di per sé molto frammentate e non dovrebbero essere ulteriormente rafforzate da piani d'azione che promuovono singole tecnologie. È necessario allocare maggiori risorse sia per campagne di informazione, che mirano a sensibilizzare le persone sugli interventi e sulle misure di sostegno finanziario, sia per l’attuazione delle misure previste nelle direttive EED e EPBD. Il Superbonus 110%, adottato in Italia, ha dimostrato come messaggi chiari aiutino a promuovere la riqualificazione degli edifici, creando maggiore consapevolezza nelle persone sui temi dell’efficienza energetica. Tale incentivo, inoltre, ha contribuito a creare significativi benefici economici”.

Il sostegno a tutte le tecnologie disponibili

Secono la EAE, incentivare un'unica tecnologia significa disperdere risorse: "Temiamo che se le pompe di calore verranno installate in edifici tecnicamente non preparati per il riscaldamento a bassa temperatura, ciò potrà comportare degli effetti collaterali”.

Questi i problemi che potrebbero verificarsi:

  • senza un adeguato isolamento termico dell'involucro edilizio, le pompe di calore possono consumare molta energia dalla rete elettrica, soprattutto nei mesi freddi. Gli impianti elettrici molto spesso non sono progettati per soddisfare tale domanda, che sarà accelerata dalla crescente penetrazione delle wall-box domestiche per ricaricare i veicoli elettrici. Inoltre, la produzione di energia elettrica generata dai pannelli fotovoltaici in loco è limitata specialmente nei mesi freddi.
  • La richiesta di un consumo maggiore di energia è ancora oggi soddisfatta dall’energia elettrica prodotta da combustibili fossili, contraddicendo quindi gli sforzi di decarbonizzazione richiesti. La riduzione della domanda attraverso una migliore efficienza energetica degli edifici fungerà da leva per sostenere questa transizione energetica.
  • I costi per l'elettricità sono notevolmente aumentati negli ultimi anni. Se le pompe di calore consumano energia elettrica, ci sarà un impatto negativo principalmente sulle famiglie meno abbienti.
  • invece di eliminare radicalmente i dispositivi di riscaldamento, è necessario porre l’attenzione sui punti di innesco. Se il dispositivo di riscaldamento esistente giunge alla fine del ciclo di vita, deve essere sostituito da un sistema di riscaldamento sostenibile. Se il sistema di riscaldamento esistente è relativamente nuovo, il primo passo da compiere è l'eliminazione delle perdite di calore attraverso le pareti esterne, le finestre e i tetti.

Per concludere, nessuna tecnologia è migliore o peggiore delle altre, nè va presa in blocco mettendo da parte le altre: “EAE desidera promuovere un approccio olistico, tenendo conto dell’insieme di tutte quante le tecnologie da adottare per migliorare la prestazione energetica degli edifici e ridurne le emissioni. Un singolo intervento, preso individualmente, non può risolvere il problema”.

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