Scadenza termini silenzio assenso: sanatoria edilizia concessa?

Abusi edilizi: il Consiglio di Stato interviene sul silenzio assenso relativo ad una pratica di sanatoria edilizia

di Redazione tecnica - 15/09/2021

Il silenzio assenso è uno strumento che nasce per la semplificazione amministrativa, ma a volte questo scopo non viene raggiunto, come dimostra la sentenza n. 6235/2021 del Consiglio di Stato, che ha dovuto chiarire quali sono le condizioni a determinare l’efficacia.

Nel caso in esame, il ricorrente aveva presentato un’istanza di permesso di costruire per l’ampliamento di un fabbricato e sanatoria per la variazione d’uso di un fabbricato. Secondo la difesa, tale istanza sarebbe stata accolta tramite il silenzio assenso dell’Amministrazione, che aveva lasciato decorrere i 45 giorni dalla presentazione della richiesta di rilascio del titolo abilitativo.

Silenzio assenso: bastano i 45 giorni per avere la sanatoria?

In realtà, per la formazione del silenzio assenso, non basta solo il decorrere del tempo, ma devono esserci tutte le condizioni, i requisiti e i presupposti richiesti dalla legge, comprese la documentazione completa allegata all’istanza e la conformità dell’intervento progettato alla disciplina urbanistica di riferimento.

In questo caso, l'Amministrazione stessa aveva già rilevato invece l’incompletezza dei documenti presentati dal ricorrente, subordinando il rilascio dei permessi richiesti alla produzione di ulteriore documentazione. Ciò significa che l’istanza di rilascio del permesso di costruire non poteva ritenersi completa e, pertanto, non poteva ritenersi formato il silenzio assenso.

Il silenzio assenso è uno strumento di semplificazione, non di liberalizzazione

Palazzo Spada ha infatti ricordato, confermando un consolidato orientamento giursprudenziale, che “in materia edilizia il silenzio assenso, di cui all'art. 20 del D.P.R. n. 380/2001, costituisce uno strumento di semplificazione amministrativa e non di liberalizzazione, con la conseguenza che la formazione del titolo abilitativo per silentium ‘non si perfeziona con il mero decorrere del tempo, ma richiede la contestuale presenza di tutte le condizioni, i requisiti e i presupposti richiesti dalla legge per l’attribuzione del bene della vita richiesto, di modo che esso non si configura, ad esempio, in difetto di completezza della documentazione occorrente’ (Cons. Stato, sez. IV, 24 gennaio 2020, n. 569, e 7 gennaio 2019, n. 113)”.

Omessa notifica di un’ordinanza a più proprietari: cosa succede

Nella stessa sentenza viene anche attenzionata l’efficacia di un provvedimento quando non è notificato a tutti i proprietari. In questo caso, un eventuale ricorso può essere mosso solo da chi non ha avuto ricevuto la notifica, senza comunque che la legittimità venga comunque intaccata:“l'omessa notifica dell'ordinanza di demolizione anche a tutti i comproprietari, lungi dal costituirne un vizio di legittimità, determina solo l'inefficacia del provvedimento limitatamente ai soggetti, in ipotesi, comproprietari per i quali è mancata la notifica che potranno impugnare il provvedimento sanzionatorio, facendo valere in via autonoma le proprie ragioni entro il termine decorrente dalla piena conoscenza dell'ingiunzione”.

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