Settore costruzioni: quale futuro per il comparto?

L'analisi e le proposte di Federcostruzioni, tra la fine del Superbonus e della cessione del credito e le novità previste dalla Direttiva Green

di Redazione tecnica - 02/04/2024

Per la competitività del comparto costruzioni e per garantire il rispetto degli impegni sul clima è necessario ripensare alla politica industriale, con un sistema di incentivi accessibili alle famiglie e la possibilità di cessione dei crediti almeno per i redditi bassi.

Bonus edilizi, Direttiva Green e crisi economica: quale futuro per le costruzioni?

Uno sguardo sul futuro attraverso la fotografia del presente, quello che è venuto fuori alla presentazione di SAIE Bologna 2024, durante cui Federcostruzioni ha commentato l’andamento del settore che merita e ha necessità di “una serie di misure concrete di politica industriale, per sostenere la competitività̀ della filiera delle costruzioni in Italia e all’estero, e permettere al Paese di rispettare gli impegni internazionali ed europei sul clima”, come ha spiegato la Presidente Paola Marone.

Nel 2024 si conferma il trend dell'anno appena trascorso: a causa di un clima di generale incertezza, tra tensioni geopolitiche, inflazione e politica monetaria restrittiva, l’economia continua a perdere quello slancio che l’aveva caratterizzata nel biennio precedente, quando si era contraddistinta per tassi di crescita particolarmente significativi e superiori a quelli dei principali partner europei, con una crescita pari all’8,3% nel 2021 e al 4% nel 2022. Circa 1/3 della crescita del Pil è da attribuire al comparto delle costruzioni. Per il 2023, l’Istat, secondo le più recenti stime, indica per l’Italia una crescita del PIL che si attesta a +0,9%.

La previsione per l’anno in corso risente di un quadro macroeconomico che potrebbe beneficiare da un rientro dell’inflazione più rapido del previsto che indurrebbe la BCE a correggere i tassi di interesse verso il basso, aprendo dei margini per una prosecuzione dei livelli sia dei consumi che degli investimenti. Per tale motivo, Federcostruzioni esprime sconcerto sull’ultimo intervento normativo in tema di bonus fiscali. “Il testo preannunciato elimina la possibilità per le nuove operazioni, salvaguardando il passato, di utilizzare cessione del credito e sconto in fattura colpendo principalmente le fasce deboli”

I costi di energia e materiali sono scesi, anche se rispetto agfli altri Paesi europei rimangono piuttosto elevati: per l’energia elettrica siamo a intorno a 80 €/MWh, mentre in Spagna e Francia la cifra oscilla tra 40 e 50 €/MWh. Il costo dei materiali nel 2023 ha subito un importante rallentamento rispetto ai forti aumenti del periodo 2021/2022 con riduzioni spesso a due cifre.

Si prevede anche un forte impatto della direttiva Green (EPBD - Energy Performance of Buildings Directive) sul nostro Paese, che dovrà riqualificare un parco immobiliare composto da più di 12 milioni di edifici energivori.

Comparto costruzioni: i dati previsionali

Nel complesso, per il 2023 Federcostruzioni stima un preconsuntivo della produzione della filiera, in crescita del 3%, confermando quindi il valore raggiunto nel 2022 e pari a 600 miliardi.

Guardando ai dati previsionali ricevuti da Ance e Angaisa per l’anno in corso, sui subcomparti delle costruzioni, il Centro Studi Ance riferisce che nel 2023 si registra un + 5% per gli investimenti in costruzioni, + 18% per le opere pubbliche, + 5% per il non residenziale privato, + 1,3% per le nuove abitazioni, + 0,5 per la riqualificazione. Per il 2024 si prevedono investimenti in decremento di circa 7%. Angaisa, relativamente al proprio comparto, riferisce che nel 2024 è attesa una flessione ulteriore, intorno all’11%, rispetto all’anno precedente e che è essenziale tutelare imprese e posti di lavoro.

In riferimento gli occupati, nei primi 9 mesi del 2023, Ance registra +2,9% di lavoratori iscritti alle Casse Edili e + 0,9% di ore lavorate, con un + 2,3% al nord, un + 3.9 al centro e un – 2,8% al sud.
Per quanto riguarda il PNRR, su 45,6 miliardi di spesa totale al 31 dicembre 2023 il 59% è relativo al settore delle costruzioni.

Superbonus 110% e lavori pubblici coprono il 56% della spesa sostenuta al 31 dicembre 2023, rispettivamente pari a 14 miliardi e 10,1 miliardi di euro. Inoltre, è stata aggiunta una Missione 7 Repower EU, con una dotazione di 11,2 mld € di cui 8,3 mld € derivanti da definanziamenti di altre Missioni e 2,9 mld€ di nuovi fondi EU.

Le soluzioni necessarie

In conclusione, secondo la federazione è necessario pensare a misure concrete di politica industriale, per sostenere la competitività della filiera delle costruzioni in Italia e all’estero, e per permettere al Paese di rispettare gli impegni internazionali ed europei sul clima.  

«Oltre al clima di incertezza dovuto alle tensioni geopolitiche e determinato dalle scelte monetarie europee che impattano sull’andamento del mercato, il Governo ci lascia sconcertati dall’ultimo cambiamento normativo in materia di bonus fiscali”, continua Marone. “Nella valutazione delle informazioni pervenute, in attesa del testo normativo definitivo, pare sia eliminata la possibilità, per le nuove operazioni, di utilizzare la cessione del credito e lo sconto in fattura nei casi in cui oggi è ancora consentita. In ogni caso, tale eliminazione non ha effetti retroattivi.

Queste modifiche, se confermate, rischiano di destabilizzare ulteriormente il mercato già in affanno, inasprendo la situazione dei crediti incagliati e non tutelando le fasce deboli e abbandonando le imprese a nuove incertezze economiche, con rischio di chiusure e perdita dei posti di lavoro. Proprio per questo, il presidente di Federcostruzioni auspica “un sistema di incentivi accessibili alle famiglie con la cessione dei crediti almeno per i redditi bassi, una visione complessiva e un sostegno pubblico adeguato per la filiera industriale delle costruzioni per la promozione degli investimenti per la transizione verde e la riduzione delle emissioni di CO2, il rafforzamento del meccanismo di adeguamento CBAM (Carbon Border Adjustment) rafforzando la sua efficacia di difesa delle produzioni europee e la rapida attuazione dell’energy release e gas release, una maggiore concorrenza nei servizi di ingegneria abbassando la soglia per gli affidamenti diretti», conclude.

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