Superbonus 110%: tra ipotesi di rimodulazione e modifica vince il silenzio

In Consiglio dei Ministri il Governo Meloni ha approvato la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NADEF). Non una parola sul Superbonus 110%

di Gianluca Oreto - 05/11/2022

Se vuoi evitare di affrontare un problema complicato, la migliore soluzione è non parlarne completamente nella speranza che nessuno ti faccia domande scomode. È probabilmente la strategia utilizzata ieri in Consiglio dei Ministri dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti durante la conferenza stampa in cui hanno illustrato i contenuti della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NADEF) che rivede e integra quella deliberata lo scorso 28 settembre.

Superbonus 110%: il problema non esiste?

Da giorni si ipotizzavano soluzioni di modifica dell’aliquota fiscale del superbonus (da 110% al 90%) come anche di proroghe e riaperture di finestre temporali per i soggetti il cui termine è scaduto. Si è parlato di limitazioni alle prime case e a redditi ISEE inferiori ad una certa cifra, come anche di nuove possibilità per i cantieri già avviati con CILAS presentata entro una certa data.

Ipotesi più o meno comprensibili e condivisibili che però non hanno trovato alcuna conferma nelle dichiarazioni post Consiglio dei Ministri in cui la parola d’ordine è stata “silenzio”. Non parlare di superbonus 110%, né degli effetti catastrofici per il comparto delle costruzioni e soprattutto per le imprese di costruzione che da fine 2021 vivono nel dramma con cassetti fiscali pieni di detrazioni indirette (maturate cioè a seguito di sconto in fattura) e zero possibilità di cessione visto che ormai nessuna banca acquista più crediti edilizi indiretti.

Non una parola sulle 10 modifiche normative arrivate nel corso del 2022 al meccanismo di cessione del credito, né ai blocchi causati da scellerate circolari dell’Agenzia delle Entrate sulla responsabilità solidale. Nessun riferimento alle ultime sentenze della Corte di Cassazione che hanno messo in luce il problema del sequestro preventivo che evidentemente metterà un ulteriore freno agli acquisti di crediti.

Le parole del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni

Non solo nessuna parola è stata formulata a sostegno del comparto delle costruzioni rimasto vittima di una norma scritta male e modificata peggio, ma nessun giornalista presente ha formulato domande incalzanti, come se il problema non fosse rilevante.

Le uniche parole del Presidente del Consiglio dei Ministri, in risposta ad una domanda sulle risorse a disposizione per le altre misure oltre al caro energia, sono quelle in cui ha confermato che occorrerà attendere la Legge di Bilancio per il 2023, all’interno della quale saranno previste nuove risorse togliendole dalle misure che non hanno funzionato.

Occorrerà capire se tra le misure che non hanno funzionato il centro destra intenderà includere anche il superbonus 110%. Anche se questo è un problema collaterale se si comprende che il motore da fare ripartire non è quello della detrazione ma quello del meccanismo delle opzioni alternative senza le quali il sistema rimarrà fermo a prescindere da proroghe o nuove modifiche.

© Riproduzione riservata