Superbonus: è allarme sui costi di cessione dei crediti

Nuovo appello di OICE sui crediti incagliati: necessario riaprire le piattaforme e monitorare maggiormente eventuali operazioni di sciacallaggio finanziario

di Redazione tecnica - 26/02/2023

Non solo modifiche al divieto di cessione del credito e di utilizzo dello sconto in fattura: anche lo sblocco dell’acquisto dei crediti fiscali deve rappresentare una prioirtà per Governo e Parlamento, perché in gioco ci sono il futuro delle imprese, dei professionisti e anche le finanze dei proprietari degli immobili sui quali sono stati realizzati interventi supportati dalle agevolazioni fiscali.

Cessione del credito: l'appello di OICE per lo sblocco del mercato

Il nuovo grido di allarme arriva da Oice, l’Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria, a commento del Decreto-legge 16 febbraio 2023, n. 11 (c.d. “Decreto Cessioni”) e alle difficoltà sui crediti già maturati che dispiegano pesanti effetti negativi anche sul settore dei servizi tecnici, fortemente coinvolti sotto il profilo operativo con rilevanti responsabilità.

Per Giorgio Lupoi, presidente dell’Associazione, “ormai non c'è più tempo. Ci raccomandiamo alle forze di Governo e al Parlamento perché è essenziale dare una risposta immediata e di dimensioni adeguate per sbloccare l’acquisto dei crediti fiscali. Vanno tutelati in modo particolare il settore professionale, i proprietari di casa e le piccole aziende che si sono visti e si vedono ancora ignorati nelle loro richieste dagli intermediari finanziari.”

Il rischio di speculazione sui crediti incaglliati

Dello stesso avviso Fabio Tonelli, coordinatore del Gruppo di lavoro Oice Superbonus, sottolineando la poca chiarezza dell’esecutivo nel quantificare i cosiddetti “crediti incagliati”. “Temiamo che ulteriori ingenti volumi sfuggano alla sua rilevazione, come le spese per interventi che non sono riusciti a produrre i primi SAL ECO e che non sono coperti da plafond bancari”.

L’appello è quindi perché insieme alla possibilità di cessione dei crediti da parte delle banche tramite gli F24 dei propri clienti, le grandi partecipate (Poste, Cdp, Enel, Eni ecc.) riaprano subito all'acquisto dei crediti.

Il rischio infatti, più volte di fatto concretizzatosi negli ultimi mesi, è di sciacallaggio finanziario da parte di soggetti che acquistano i crediti a un valore bassissimo. Sul punto, conclude Tonelli “È anche auspicabile integrare un sistema di monitoraggio e controllo dei costi applicati alla cessione dei crediti”.

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