Superbonus e Decreto Aiuti quater: ecco tutte le richieste di modifica

In audizione al Senato sono stati depositati diversi documenti per la modifica delle disposizioni previste per il Superbonus dal Decreto Legge n. 176/2022

di Gianluca Oreto - 01/12/2022

È certamente il peggior provvedimento normativo, soprattutto quando riguarda temi delicati e non necessariamente "urgenti": mi riferisco al Decreto Legge, ovvero lo strumento legislativo più abusato da chi detiene in Italia il potere esecutivo (il Governo) che da anni viene utilizzato ai sensi dell'art. 77 della Costituzione italiana su argomenti che non possiedono quelle caratteristiche di straordinaria necessità e urgenza.

Decreto Legge: lo strumento sbagliato

È lo strumento peggiore perché viene preparato in fretta e furia (spesso in pochi giorni) senza prendere in considerazione gli effetti sistemici di una disposizione normativa. Ma è anche lo strumento più sbagliato perché, pur entrando in vigore dopo la firma del Presidente della Repubblica e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale (il giorno stesso o quello successivo), ha 60 giorni di tempo affinché il Parlamento lo converta in legge, altrimenti perde efficacia sin dall'inizio. Camera e Senato, tuttavia, possono regolare con una legge i rapporti giuridici sorti sulla base del decreto legge.

Sostanzialmente al Decreto Legge sono spesso legati contenuti scritti male e incertezza normativa. Ovvero le due problematiche più grandi che bloccano gli investimenti nel nostro Paese.

Superbonus e Decreto Aiuti quater: le audizioni per la conversione in legge

Dopo questa doverosa premessa, risulta quasi automatico parlare delle detrazioni fiscali del 110% (dal 2023 90%) e del meccanismo di cessione del credito. Due misure nate con il Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio) e che al momento sono state modificate da 21 provvedimenti normativi:

  • 8 decreti legge (alcuni dei quali poi abrogati);
  • 11 leggi di conversione (in alcuni casi le modifiche sono arrivate dopo la conversione in legge);
  • 2 leggi di Bilancio.

Ultimo dei quali è il Decreto Legge 18 novembre 2022, n. 176, il cui percorso di conversione in legge è cominciato in 5a Commissione (Bilancio) al Senato con parecchie audizioni tra il 24 e il 29 novembre 2023.

In attesa della pubblicazione dei documenti acquisiti nel corso delle ultime due audizioni del 28 e 29 novembre 2023, è possibile analizzare le proposte arrivate nel corso della seduta del 24 novembre ed, in particolare, quelle di:

  • Conflavoro;
  • Confartigianato;
  • CONFESERCENTI;
  • CNA;
  • UGL;
  • CISL;
  • CGIL;
  • UNCEM;
  • CASARTIGIANI;
  • CNDCEC;
  • UIL;
  • Agenzia delle Entrate;

che trovate tutte in allegato e di cui si riportano di seguito i principali contenuti che riguardano l'art. 9 del Decreto Aiuti-quater.

Conflavoro PMI

Conflavoro PMI auspica che, al di là delle varie rimodulazioni che si sono susseguite in termini di scadenze e percentuali di detrazione, l'applicazione del Superbonus possa essere estesa anche agli interventi su immobili che non abbiano prevalente destinazione residenziale.

In particolare, fa riferimento a tutti quegli edifici aziendali, come i capannoni industriali o artigianali, che ad oggi sono ancora esclusi dalla fruibilità dell’incentivo. Approccio che andrebbe esteso anche alle strutture alberghiere, soprattutto in considerazione degli effetti del caro bollette su questa fetta del comparto del turismo, che a causa dei rincari hanno visto ridursi significativamente i ricavi della prima stagione estiva soddisfacente dall’inizio della pandemia.

Estensione che scongiurerebbe il problema del caro bollette mediante la conseguente riduzione dei consumi in bolletta.

Confartigianato

Più articolata la proposta di Confartigianato che in primis rileva come non sia più rinviabile il problema dei crediti incagliati sulla piattaforma Cessioni dell'Agenzia delle Entrate. Su questo problema ritiene non si possa rinviare un intervento urgente del Governo per garantire la salvaguardia e la continuità aziendale delle tante imprese che hanno concesso sconti in fattura e che, a seguito dei repentini cambiamenti introdotti dal Legislatore alla disciplina, non hanno potuto cedere, a loro volta, a seguito delle restrizioni introdotte in ordine ai soggetti cessionari, i crediti a soggetti terzi, con i quali, magari, avevano già messo a punto sistemi di cessione multipla nell’ambito della loro filiera di fornitura che sono venuti meno dall’oggi al domani per sopravvenute modifiche normative. Si tratta di imprese che – è bene rammentare – avevano organizzato i propri processi aziendali facendo legittimo affidamento su un determinato assetto normativo poi modificato.

Viene proposto un primo intervento sulle spese sostenute nell’anno 2021 per le quali è stato concesso lo sconto in fattura. A tal riguardo, Confartigianato propone la possibilità di utilizzare anche negli anni successivi la quota di credito d’imposta non fruita entro la fine del 2022.

Confartigianato propone anche di istituire un “compratore di ultima istanza” individuando uno o più acquirenti a controllo pubblico.

Al fine di riaprire la capienza fiscale degli istituti bancari viene proposto l'utilizzo dei crediti di imposta acquisiti in compensazione non solo con le proprie imposte e contributi ma anche per effettuare i riversamenti, da parte delle stesse, delle somme dovute a seguito dei modelli F24 presentati loro dai propri clienti.

Relativamente al superbonus 90% da utilizzare sulle unifamiliari, Confartigianato propone la soppressione del vincolo relativo al reddito di riferimento.

Per quanto concerne i condomini, considerato il poco margine di tempo tra la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Aiuti-quater e i vincoli temporali su delibera condominiale e CILAS, viene proposto di spostare il 25 novembre al 31 dicembre 2022.

Ultima proposta riguarda l'obbligo di SOA che sarà introdotto a partire dall'1 gennaio 2023 e sul quale Confartigianato, considerate le numerose difficoltà interpretative, propone una secca abrogazione del dispositivo normativo che l'ha previsto.

CONFESERCENTI

La proposta di Confesercenti verte per prima cosa ad un riordino complessivo di tutte le norme tributarie collegate al superbonus e in generale agli interventi di riqualificazione del patrimonio immobiliare.

Proprio per questo, Confesercenti non condivide le modifiche apportate che ritiene siano in contro tendenza con l’attuale scenario economico. Relativamente alla data imposta su CILAS e delibera condominiale, viene proposto di spostarla al 31 marzo 2023.

Ultimi due temi trattati riguardano:

  • la necessità di trovare una soluzione per sbloccare definitivamente i crediti edilizi;
  • un intervento che possa meglio chiarire il calcolo del reddito di riferimento necessario alle persone fisiche per avere accesso a partire dal 2023 al superbonus 90% sulle unifamiliari.

CNA

Dopo aver riepilogato le modifiche arrivate, CNA propone di rivedere il calcolo del reddito di riferimento per l'accesso al superbonus sulle unifamiliari. Secondo la CNA, il quoziente familiare previsto per individuare il reddito di riferimento, oltre ad essere complicato da gestire, non tiene assolutamente conto della reale situazione reddituale delle famiglie Italiane, nonché delle necessità di migliorare l’efficienza energetica e sismica delle unità immobiliari indipendenti.

Relativamente ai transitori previsti per mantenere il 110%, CNA li considera inadeguati e da migliorare.

Una critica viene mossa alle modifiche relative alla cessione dei crediti sul quale CNA auspica una soluzione definitiva.

Ultimo punto riguarda l'attestazione SOA in vigore dal 2023, che la CNA definisce "un adempimento inutile e gravoso, a discapito soprattutto di artigiani e piccole imprese, in quanto le SOA non sono lo strumento per contrastare le frodi né tantomeno quello per qualificare le imprese del settore". Su questo punto la CNA auspica un intervento abrogativo che consentirebbe di semplificare l’iter di accesso alle misure agevolative in edilizia, ripristinando lo status quo precedente sul versante della qualificazione dei requisiti d’impresa e restituendo alle imprese un corpo di regole maggiormente razionalizzato e informato a canoni di chiarezza e sotto il profilo del carico burocratico/costi.

UGL

UGL concentra l'attenzione sul quoziente familiare per il calcolo del reddito di riferimento sul quale propone solo un innalzamento della soglia a 20.000 euro.

CISL

Anche la Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori auspica una definizione di un quadro normativo strutturale nel tempo e al contempo propone di eliminare il reddito di riferimento ed utilizzare l'ISEE tarandolo sulla soglia vincolante introdotta.

CGIL

Sul tema bonus edilizi la CGIL rileva l'assenza di una strategia nazionale e di una programmazione. Nessuna proposta particolare, a parte il rilievo di alcune criticità tra le quali:

  • la retroattività di molte misure a causa dell'assenza di un transitorio (degno di essere chiamato tale, n.d.r.);
  • l'assenza di una soluzione efficace al problema del blocco delle cessioni;
  • le difficoltà di utilizzo del superbonus 90% per i soggetti a basso reddito;
  • il quoziente familiare che per individuare il reddito di riferimento privilegia la composizione numerica piuttosto che l’effettiva condizione economica del nucleo, come invece avviene più equamente con l’ISEE.

UNCEM

Uncem chiede:

  • l’immediato intervento legislativo per lo sblocco dei crediti dei lavori finora effettuati;
  • la definizione di strumenti per rendere strutturali gli incentivi (fino al 2030), per renderli differenziati in base alle fasce ISEE, per salvaguardare gli interventi su edifici unifamiliari come per i condomini;
  • la riduzione degli interpelli e documenti interpretativi da parte delle Autorità competenti;
  • la garanzia di “sconto in fattura” e “cessione del credito” con accordi dello Stato con Istituti di Credito e Poste Italiane, nonché con Cassa Depositi e Prestiti.

CASARTIGIANI

Casartigiani evidenzia tre aspetti sui quali richiama l’attenzione della Commissione:

  • rimane irrisolto il problema dei crediti che stanno ancora nei cassetti fiscali delle imprese senza possibilità di essere ceduti alle banche. La direzione da seguire secondo noi è quella di prevedere una maggiore flessibilità nell’utilizzo dei crediti e la previsione di un acquirente pubblico di ultima istanza.
  • salvaguardare tutte le situazioni che presentino la sottoscrizione di contratti, oltre a quelle nelle quali siano già stati presentati i titoli abilitativi necessari entro il 25 novembre scorso;
  • rivedere il termine del 25 novembre per la presentazione della CILAS andrebbe, offrendo un periodo congruo per salvare le imprese e i contribuenti che hanno avviato da tempo la complessa e articolata pratica del 110% e che sono di fatto a un passo dall’inizio lavori.

CNDCEC

Più articolate le proposte del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili. Viene per prima cosa proposta una norma di interpretazione autentica dell’articolo 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77.

Il riferimento è probabilmente una recente sentenza della Corte di Cassazione in cui è stato chiarito che il visto di conformità relativo ai bonus minori vada rilasciato comunque a SAL e quindi solo per le quote parte di lavori eseguiti.

I commercialisti propongono l'inserimento all'art. 121 del Decreto Rilancio del seguente comma:

1. Il comma 1-bis dell’articolo 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, si interpreta nel senso che le opzioni per la cessione del credito d’imposta e per lo sconto sul corrispettivo, alternative all’utilizzo diretto della detrazione spettante, relative agli interventi di cui al comma 2 del citato articolo 121, diversi da quelli che danno diritto al Superbonus del 110 per cento di cui al precedente articolo 119, possono essere esercitate, in presenza dei relativi presupposti, senza dover tenere conto dello stato di avanzamento degli interventi.

Altra proposta riguarda l'utilizzo del sismabonus acquisti nella versione "super" e la possibilità di eliminare una delle condizioni richieste, ovvero quella di aver versato acconti mediante il meccanismo dello sconto in fattura e di aver maturato il relativo credito d’imposta alla data del 30 giugno 2022.

UIL e Agenzia delle Entrate

Le ultime due memorie lasciate da UIL e dall'Agenzia delle Entrate operano un mero riepilogo delle modifiche introdotte dal Decreto Aiuti-quater.

In allegato tutta la documentazione.

© Riproduzione riservata