Ritardi nei pagamenti, OICE: chiarire se le regole sono applicabili anche ai lavori

Positivo il giudizio dell'OICE sulle nuove e più stringenti regole sui ritardi nei pagamenti, ma è urgente chiarire che siano applicabili anche ai lavori e, ...

21/11/2012
Positivo il giudizio dell'OICE sulle nuove e più stringenti regole sui ritardi nei pagamenti, ma è urgente chiarire che siano applicabili anche ai lavori e, soprattutto, risolvere il ritardo sui 90 miliardi di contratti pubblici non pagati perché le società di ingegneria non possono più permettersi di finanziare i progetti della Pubblica Amministrazione ed essere costrette ad attuare pesanti interventi sul personale, principale voce dei loro costi.

Per l'OICE, l'Associazione aderente a Confindustria che riunisce le società di ingegneria e di architettura, il decreto 192 del 9 novembre, che recepisce la direttiva 2011/7/Ue sui ritardi di pagamenti, è un primo importante passo verso la soluzione dei problemi che affliggono le società di ingegneria e architettura, ma sono necessarie ulteriori e più incisive azioni per risolvere quello che oggi è diventato un problema drammatico. Ad avviso di Luigi Iperti, Vice Presidente Vicario OICE, "il decreto offre certezze agli operatori economici che operano con la Pubblica Amministrazione, ma si tratta di certezze che riguardano il futuro e non il passato. Rimane inalterata la situazione di gravissimo disagio in cui versano le società di ingegneria e architettura per le quali non ricevere pagamenti puntuali, significa ormai entrare nell'ottica di chiudere le aziende, disperdendo un patrimonio di esperienze tecniche e professionali accumulato in tanti anni di operatività in Italia e all'estero".

Il problema dei problemi rimane infatti quello di assicurare soluzione rapida al pagamento degli arretrati: "Si stima che siano quasi 90 miliardi i crediti vantati dagli operatori che hanno rapporti con la P.A.; i tempi di pagamento per incarichi di servizi di ingegneria e architettura, ormai sono vicini, in media, ai sette mesi e spesso vanno ben oltre l'anno a fare data dalla conclusione delle prestazioni contrattuali: tutto ciò è inammissibile perché non si può chiedere alle nostre imprese, che hanno costi fissi elevatissimi per il personale, di finanziare i progetti della Pubblica Amministrazione senza ricevere compensi. Ciò determina rilevanti conseguenze sulla produttività e, purtroppo, anche sotto il profilo occupazionale. Se si pensa che larga parte della responsabilità di questa situazione ricade sull'Amministrazione, questo è inaccettabile".

Si tratta, poi, afferma l'OICE, anche di intervenire con chiarimenti interpretativi urgenti sull'applicazione delle norme: "In primo luogo - afferma Iperti - è necessario che sia assolutamente e inequivocabilmente chiarito che il decreto 192 è applicabile anche ai contratti di appalto e di concessione di lavori, oltre che ai contratti per la fornitura di beni e la prestazione di servizi. Sarebbe assurdo un trattamento differenziato per chi opera nella stessa filiera, oltre che illegittimo dal punto di vista comunitario visto che la direttiva fa chiaramente riferimento anche al settore degli appalti di lavori. A tale proposito registro con favore la recentissima presa di posizione del Vice Ministro Ciaccia che ha dato assicurazioni sul fatto che il nuovo decreto dovrà senz'altro ritenersi applicabile anche ai lavori. In secondo luogo occorre però anche tenere conto dell'impatto delle nuove norme su chi ha già in corso, anche da poco tempo, contratti con la Pubblica Amministrazione; ciò per evitare che una società che il 2 gennaio 2013 stipulerà con un consulente un contratto relativo ad un appalto di servizi di ingegneria siglato con il committente prima del 31 dicembre 2012, si trovi immediatamente vincolato con termini stringenti con il consulente, mentre l'Amministrazione potrà pagarlo anche dopo vari mesi senza le pesanti conseguenze previste dal nuovo decreto".

Fonte: OICE
© Riproduzione riservata