Crescita 2: Ance e Oice, no al costo della pubblicità dei bandi a carico di imprese e professionisti

L'Ance e l'Oice insieme contro l'inserimento nel maxiemendamento presentato dal Governo ed approvato giovedì scorso al Senato relativo alla conversione in le...

10/12/2012
L'Ance e l'Oice insieme contro l'inserimento nel maxiemendamento presentato dal Governo ed approvato giovedì scorso al Senato relativo alla conversione in legge del Decreto-legge 18 ottobre 2012, n, 179 che farà pagare i costi della pubblicità legale dei bandi alle imprese ed ai progettisti che si aggiudicano l'appalto dei lavori o il servizio di architettura o di ingegneria.
Il maxiemendamento del Governo al Decreto "Crescita 2" contiene, infatti, tra l'altro, l'integrale sostituzione dell'articolo 34 del decreto-legge in cui al comma 35 viene precisato che "A partire dai bandi e dagli avvisi pubblicati successivamente al 1º gennaio 2013, le spese per la pubblicazione di cui al secondo periodo del comma 7 dell'articolo 66 e al secondo periodo del comma 5 dell'articolo 122 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, sono rimborsate alla stazione appaltante dall'aggiudicatario entro il termine di sessanta giorni dall'aggiudicazione".

"Non possiamo accettare che passi in silenzio questa pesante stangata sul settore già messo in ginocchio da una gravissima crisi. E' una misura iniqua per tutto il settore delle costruzioni - continuano i presidenti di Ance e Oice - e tanto più incredibile perché è stata inserita in un provvedimento che dovrebbe invece ridare fiato all'economia e aiutare la ripresa".
Così il presidente dell'Associazione nazionale costruttori edili, Paolo Buzzetti, e il presidente dell'Oice (Associazione delle società di ingegneria e architettura), Luigi Iperti, commentano l'inserimento nel decreto-legge crescita 2, approvato ieri al Senato, di una misura che obbliga gli aggiudicatari dei contratti a rimborsare alle stazioni appaltanti, entro 60 giorni, i costi della pubblicità del bando di gara sui quotidiani.

Costruttori e progettisti chiedono una rapida marcia indietro al Governo affinché la citata norma che contiene questo ulteriore e ingiusto onere a carico degli operatori del settore venga eliminata in sede di approvazione alla Camera.
Riteniamo che alla stessa richiesta si aggiungeranno quelle delle rappresentanze istituzionali degli Architetti, degli Ingegneri e dei Geologi mentre il Presidente dell'Oice ha precisato che "E' assolutamente incredibile e fuori dalla realtà che il Governo, in un provvedimento che dovrebbe favorire la crescita, abbia potuto inserire un ulteriore balzello a carico delle società, degli studi professionali e di tutte le imprese che partecipano a gare pubbliche. Come se non bastasse il caos determinato dall'abrogazione delle tariffe professionali - per il quale stiamo ancora aspettando il nuovo decreto sui criteri per la determinazione degli importi a base di gara -, che si aggiunge alla prassi di molte amministrazioni di aggiudicare follemente al massimo ribasso prestazioni intellettuali complesse stimate ben al di sotto dei costi industriali.".

A cura di Gabriele Bivona

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