Riforma Catasto e Commissioni Censuarie, richieste di correzione da Confedilizia

Il Consiglio dei Ministri n. 21 del 20 Giugno 2014, su proposta del Presidente, Matteo Renzi, e del ministro dell'Economia e delle Finanze, Pietro Carlo Pado...

24/06/2014
Il Consiglio dei Ministri n. 21 del 20 Giugno 2014, su proposta del Presidente, Matteo Renzi, e del ministro dell'Economia e delle Finanze, Pietro Carlo Padoan, ha esaminato in via preliminare il decreto legislativo concernente la composizione, le attribuzioni e il funzionamento delle commissioni censuarie, a norma dell'articolo 2 della legge di delega fiscale.

Il provvedimento è propedeutico alla riforma del Catasto prevista dalla delega. Le commissioni censuarie vedono definite le proprie competenze per convalidare il sistema che dovrà essere applicato a livello territoriale per la revisione della disciplina del sistema estimativo del Catasto.

Il provvedimento ripartisce le commissioni censuarie in commissioni censuarie locali e commissione censuaria centrale con sede a Roma, definisce le sezioni (terreni, catasto urbano, catasto dei fabbricati), definisce le modalità di composizione delle commissioni sia locali che centrale (quest'ultima con 25 componenti più il presidente), stabilisce incompatibilità e la durata degli incarichi in 5 anni.

Il commento di Confedilizia "Il Catasto - ha affermato il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani - è, da secoli, uno strumento di garanzia dei contribuenti e valutiamo quindi con estremo favore il fatto che lo schema di decreto legislativo in materia di Commissioni censuarie locali e centrale approvato dal Consiglio dei ministri affidi importanti funzioni ai Presidenti di Tribunale e ai Prefetti, che sono entrambi di per sé istituti di garanzia, che godono nel Paese di ampia fiducia".

"Il provvedimento approvato - ha continuato il Presidente di Confedilizia - in altre parti e in specie in quelle relative alla rappresentanza, non rispetta invece la legge delega, né nella lettera né, e tantomeno, nello spirito. Siamo comunque certi che le Commissioni parlamentari di Senato e Camera richiederanno al Governo di apportare le dovute modifiche alle parti che sono a rischio di incostituzionalità. Dal provvedimento emerge poi evidente un chiaro tentativo di limitazione dell'intervento delle Commissioni censuarie nella definizione del nuovo Catasto, che il Parlamento ha invece profilato come costruito in contraddittorio fra le parti. Anche a questo proposito, come per altri punti, occorre superare ogni condizionamento della burocrazia centrale e ritornare allo spirito originario. Se lo schema di decreto fosse stato sottoposto a pubblica consultazione, come è ormai d'uso in molte amministrazioni e come si era chiesto, prima di essere portato in Consiglio dei ministri, si sarebbe accelerato l'iter di una riforma attesa dal Paese, che si aspetta che l'attuale Catasto venga adeguato ai valori e ai redditi che caratterizzano un tempo di crisi del settore immobiliare che non conosce precedenti nella storia dello Stato unitario".

A cura di Gabriele Bivona
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