Gli Architetti denunciano Cocontest: sfruttamento della professione e inganno al consumatore

A distanza di poche settimane dal mio articolo La Professione dell'Architetto al tempo della crisi: pubblicità ingannevole e deontologia violata? il Consigli...

25/05/2015
A distanza di poche settimane dal mio articolo La Professione dell'Architetto al tempo della crisi: pubblicità ingannevole e deontologia violata? il Consiglio Nazionale degli Architetti PPC ha annunciato di essersi rivolto all'Antitrust per la pratica commerciale della società Cocontest (leggi articolo).

Nell'articolo in questione avevo denunciato, con il valido supporto del Comitato delle Professioni Tecniche, un nuovo servizio "professionale" offerto da una società che proponeva di cambiare il modo di concepire la progettazione architettonica

Secondo il CNAPPC (a cui va il plauso di avere ascoltato la nostra denuncia) "Cocontest viola le leggi italiane e le direttive europee che regolano il rapporto tra professionisti e clienti". Per questo motivo è stata avviata una segnalazione all'Autorità Garante della concorrenza e avviata una interrogazione parlamentare al Ministero dello Sviluppo economico, della quale è prima firmataria l'onorevole Serena Pellegrino, sottolineando il fatto che "Cocontest fornisca solo idee di progetti, senza verificare se esse siano soluzioni architettoniche fattibili e se siano progettate da professionisti competenti e abilitati".

Nel mio articolo avevo, infatti, sottolineato che nel processo di registrazione come "designer" nella piattaforma Cocontest mancasse il passo relativo alla certificazione delle competenze, con la necessaria conseguenza che il cliente finale sarebbe potuto stato raggirato facilmente da finti architetti o ingegneri.

Ma non solo, una pubblicità andata in onda sui canali Sky aveva messo a confronto i metodi tradizionali e quelli innovativi della piattaforma, utilizzando una strategia di comunicazione ingannevole e diffamante per la professione dell'architetto. "Le affermazioni riportate sulla piattaforma - recita una nota del CNAPPC - risultano spesso ingannevoli per il consumatore e diffamanti gli architetti, affermando che solo sul sito è possibile trovare soluzioni rapide ed economiche in quanto tutti gli altri architetti italiani ed europei che esercitano la professione offrono prestazioni lente ed a caro prezzo".

"Nel sito - continua il CNAPPC - non viene mai specificato e spiegato al consumatore che, laddove si progettino interventi edilizi, in Italia, come in Europa, bisogna produrre progetti e documenti complessi, a garanzia della sicurezza e salute dei cittadini e nel rispetto dell'ambiente: per questo motivo la legge in Italia e in Europa obbliga l'utilizzo di professionisti competenti e abilitati ai sensi di specifiche normative nazionali".

Un'attività, quella del sito - secondo la denuncia degli Architetti Italiani - che è svilente per l'intera comunità professionale: vengono, di fatto, proposti progetti gratuiti perché se solo "il progetto vincitore" riceverà un onorario, nemmeno definito come tale ma come "premio", tutti gli altri saranno comunque stati lavori gratuiti. Naturalmente non si specifica che con tale "progetto" l'ipotetico committente non potrà svolgere alcuna pratica autorizzativa a meno di rivolgersi successivamente a un professionista che lo sviluppi nella sua reale complessità e nei tempi necessari".

"La triste realtà - rileva il CNAPPC - è che da questa proposta commerciale, sviluppata sfruttando la crisi, l'indiscriminata abolizione delle tariffe attuata fuori da ogni logica e da ogni possibile concertazione da parte del Governo italiano, e in ragione del numero elevatissimo di architetti, spesso senza o con poco lavoro, trae vantaggi unicamente la società che ha promosso Cocontest, che viene pagata dagli architetti partecipanti nell'illusione di avere qualche concreta opportunità di lavoro, anche se operato sottocosto, in un drammatico periodo di disoccupazione e di crisi economica".

"Dietro l'immagine dell'innovazione - il crowdsourcing - si cela quindi il cinico sfruttamento di professionisti disperati che pagano una mediazione per la vaga speranza di una possibile opportunità di lavoro, ingannando, al contempo il consumatore che viene illuso di poter godere di una progettazione low-cost".

Un plauso, dunque, al CNAPPC per aver avviato tutte le procedure per combattere questo nuovo modo di mortificare la professione tecnica e al Comitato delle Professioni Tecniche per aver contribuito a denunciare la pratica scorretta di Cocontest.

A cura di Gianluca Oreto
   
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