LA TELENOVELA CONTINUA

Nonostante i ripetuti tentativi di dialogo andati a vuoto, gli ordini professionali non mollano la presa e continuano la loro battaglia nei confronti del ddl...

04/01/2007
Nonostante i ripetuti tentativi di dialogo andati a vuoto, gli ordini professionali non mollano la presa e continuano la loro battaglia nei confronti del ddl Mastella ed in particolar modo di alcuni punti di esso.

In particolare, pur non concordando pienamente sulla forma, il CUP (Comitato Unitario delle Professioni) guidato da Raffaele Sirica, allenta sulle questioni pubblicità, associazioni e l’ammodernamento dei consigli nazionali e territoriali, ma non cede per quanto concerne l’abbattimento dei minimi tariffari nelle opere pubbliche. Per quest’ultimo motivo il CUP e appurata ha deciso di cambiare rotta puntando ad una proposta di legge di iniziativa popolare mediante una raccolta di 50.000 firme di professionisti.

Le 50.000 firme consentiranno l’invio di una proposta di legge che oltre a ribadire in particolare la bocciatura del ddl Mastella, servirà a confermare la cattiva politica del governo in materia di professioni in generale.

Anche quella del CUP è una proposta di legge delega che, con 38 articoli (contro i soli 9 del ddl Mastella), si propone di dare chiarezza alle professioni, distinguendo ogni definizione al fine di evitare qualsiasi ambiguità. La proposta del CUP stabilisce:

  • Il rapporto tra stato e regioni al fine di evitare qualsiasi abuso di potere e nel rispetto dell’art. 117 della Costituzione. In particolare, le regioni non potranno più prevedere delle discipline autonome in merito al riconoscimento di nuove professioni o accesso alle stesse. Questo eviterà una volta per tutte la diversificazione tra le varie regioni ad esempio nell’esame di accesso alla professione, che sarà quindi regolamentata solo a livello nazionale, evitando che sia più facile diventare ad esempio ingegneri a Palermo piuttosto che a Bologna.
  • Le norme a tutela dei consumatori: confermando l’apertura alla pubblicità informativa e alla stipula di assicurazioni professionali contro eventuali danni. Viene, inoltre, vista una tutela all’utente finale l’istituzione di tariffe inderogabili per le attività riservate e in questo senso potranno essere predisposte delle tariffe orientative dai consigli nazionali.
  • La definizione di associazioni professionali, che assumeranno la denominazione di “studi professionali” e che verranno riconosciute in appositi registri creati ad hoc da istituirsi al Ministero della Giustizia.
  • La definizione delle nuove professioni, che potranno essere riconosciute in seguito ad un parere tecnico scientifico espresso da apposite commissioni nominate dal Ministero di Giustizia ed evitando la parcellizzazione e sovrapposizione con professioni già riconosciute.
  • La definizione del tirocinio, che non potrà essere superiore a tre anni, e dell’esame di stato, che resterà obbligatorio per l’iscrizione all’apposito albo professionale.
Si evidenzia, intanto, il primo adeguamento del codice deontologico approvato dal CNAPPC ed in vigore dall’1 gennaio 2007. In particolare, risaltano gli art. 6, 7 e 8 che contemplano la possibilità di sponsorizzare la propria attività professionale tramite pubblicità che evidenzi capacità, titoli pertinenti e riconosciuti dalla legge, ed infine le prestazioni professionali realmente svolte, il tutto nel rispetto di una libera e leale concorrenza basata esclusivamente sulla qualità del lavoro e nel rispetto dei diritti dei colleghi.

A cura di Gianluca Oreto
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