CONVERITO IN LEGGE IL DL 208

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 49 dello scorso 28 febbraio è stata pubblicata la legge 27 febbraio 2009, n. 13 recante Conversione in legge, con modificazioni, ...

04/03/2009
Sulla Gazzetta Ufficiale n. 49 dello scorso 28 febbraio è stata pubblicata la legge 27 febbraio 2009, n. 13 recante Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 208, recante misure straordinarie in materia di risorse idriche e di protezione dell'ambiente.
Tra le diverse modifiche in sede di conversione, segnaliamo l'inserimento dell'art. 8 bis Misure di ripartizione della quota minima di incremento dell'energia elettrica da fonti rinnovabili che prevede, tenendo conto dell'attuale livello di produzione delle energie rinnovabili, la ripartizione a livello regionale della quota minima di incremento dell'energia prodotta con fonti rinnovabili per raggiungere l'obiettivo del 17 per cento del consumo interno lordo entro il 2010, così come previsto a livello comunitario dal pacchetto Ue Clima-Energia.

Con l'inserimento dell'art. 8 bis, il Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, avrà 90 giorni di tempo dall'entrata in vigore della disposizione, per emanare i decreti che definiranno la ripartizione regionale degli obiettivi. In particolare, tali decreti dovranno tener conto:
  • della definizione dei potenziali regionali tenendo conto dell'attuale livello di produzione delle energie rinnovabili;
  • dell'introduzione di obiettivi intermedi al 2012, 2014, 2016 e 2018 calcolati coerentemente con gli obiettivi intermedi nazionali concordati a livello comunitario;
  • della determinazione delle modalità di esercizio del potere sostitutivo del Governo ai sensi dell'art. 120 della Costituzione nei casi di inadempienza delle regioni per il raggiungimento degli obiettivi individuati.
Grande soddisfazione, chiaramente, da parte delle principali associazioni di settore, tra le quale l'APER che, con una lettera, ha comunicato il proprio apprezzamento e il proprio intendo a tenere saldamente sotto controllo gli obiettivi dichiarati.
Roberto Longo, Presidente di Aper, fa sapere che "È ora infatti di passare dalle discussioni sugli obiettivi al 2020 all'azione per attuarli nel modo più efficace ed efficiente possibile, recuperando così il terreno perduto nei decenni passati e provando a colmare il grave ritardo in materia percentuale di rinnovabili sul mix energetico in cui versa l'Italia".

"Partendo dalle potenzialità di ciascuna regione - ha continuato Longo - il burden sharing rappresenta infatti un'importante sfida per il nostro Sistema Paese, un'occasione unica per stimolare e motivare i cittadini, le amministrazioni locali e le regioni ad attivarsi per accogliere e sviluppare al meglio con l'aiuto di operatori seri e professionali tutte le migliori possibilità offerte dalle energie rinnovabili sul territorio, il tutto nel pieno rispetto delle specifiche vocazioni e peculiarità. In caso contrario per altro, il Governo potrà attivare i propri poteri sostitutivi laddove le regioni adottino provvedimenti ostativi al raggiungimento dell'obiettivo di pertinenza di ciascuna, così come sarà previsto dal decreto stesso".

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