Microzonizzazione sismica e "fascicolo del fabbricato": Il pensiero di Gian Vito Graziano

In Italia è sempre attuale il dibattito sulla prevenzione dei rischi naturali, dal sismico al vulcanico, sino a quello non meno grave di natura idrogeologica...

23/04/2012

In Italia è sempre attuale il dibattito sulla prevenzione dei rischi naturali, dal sismico al vulcanico, sino a quello non meno grave di natura idrogeologica. Nella filiera delle azioni virtuose che dovrebbero condurre ad una seria politica di prevenzione, di sicuro la microzonazione sismica costituisce uno degli snodi fondamentali.
Essa studia il fenomeno della modifica del segnale sismico che si genera da un terremoto quando nel risalire dagli strati profondi alla superficie si modifica in ampiezza e frequenza al variare delle condizioni stratigrafiche, della morfologia superficiale e profonda, e delle proprietà fisiche dei terreni.

Il terremoto dell'Abruzzo è stato un banco di prova straordinario, mettendo in evidenza come il segnale sismico si sia fortemente differenziato in funzione dei terreni attraversati, causando danni di diversa entità (e purtroppo anche troppe vittime), in edifici aventi tipologie costruttive del tutto similari.
L'attività di microzonazione sismica può essere svolta a scale diverse e con diverse finalità, da quella di supportare gli strumenti di pianificazione urbanistica, sviluppandosi in questo caso in ambito territoriale (provinciale, comunale, particolareggiato), ma può essere svolta anche alla scala di un singolo edificio. In questo secondo caso la finalità è quella della definizione delle azioni sismiche, con le quali saranno poi eseguite le verifiche imposte dalla normativa.
In tutti i casi si tratta di attività di studio da svolgersi nella direzione di una auspicata cultura della prevenzione dal rischio sismico, che non potendosi ancora oggi esplicare attraverso la previsione dei terremoti, si traduce nell'affrontare adeguatamente il problema della sicurezza dei nostri edifici e nel salvaguardare il nostro patrimonio immobiliare, di qualunque tipologia esso sia, residenziale, storico, architettonico, industriale, ecc.

Conoscere e affrontare il problema significa aumentare la sicurezza e poiché in Italia si registrano mediamente circa 2000 terremoti all'anno, il concetto di pericolosità sismica locale, che modifica radicalmente la pericolosità di base con la quale siamo da tempo abituati a confrontarci, ci riporta a quella vecchia proposta di legge, invano attesa da anni, di istituzione del cosiddetto "fascicolo del fabbricato" o di "libretto casa" secondo un'altra accezione lessicale.
L'idea era quella di creare un vero e proprio dossier, soprattutto per gli edifici esistenti, entro cui inserire tutti i dati di conoscenza dello status in cui si trova l'immobile, dagli aspetti strutturali, a quelli geologici, impiantistici, manutentivi, ecc., rilevandone le criticità ed individuandone i rimedi. Insomma una sorta di "libretto sanitario" di ogni edificio, che, se riscontrato in non in perfette condizioni, ne consentirebbe la diagnosi, per poi potere operare per conferirgli i livelli di sicurezza necessari.
Non c'è dubbio che l'obiettivo era, ed ancora rimane, quello della sicurezza strutturale, le cui ricadute in termini di benefici umani e sociali sono senz'altro evidenti. Investire in cultura del rischio si diceva, ma consentire anche alla comunità di conoscere ed affrontare il problema della propria sicurezza significa porre le basi per un modello di sviluppo che, proprio in questi tempi di crisi economica, riesca a porre azioni di governo del territorio.

Aumentare le accise sul costo del carburante per far fronte alle calamità naturali non previene, investire in sicurezza invece si. Investire in prevenzione insomma riduce il debito pubblico, fa muovere l'economia e non ultimo, mette in sicurezza le nostre case, le nostre scuole ed i nostri luoghi di lavoro.
La microzonazione sismica ed il "libretto del fabbricato" sono due tasselli fondamentali della filiera della prevenzione e che dovrebbero diventare tali anche per la politica, quella che vorremmo fosse capace di distinguere le vere priorità.
 

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