DL 35/2013 e sblocco pagamenti P.A.: Audizione dell'Ance in Parlamento

Si è svolta l’11 aprile u.s. l'audizione dell'Ance, presso le Commissioni speciali di Camera e Senato incaricate di esaminare i provvedimenti urgenti present...

15/04/2013
Si è svolta l’11 aprile u.s. l'audizione dell'Ance, presso le Commissioni speciali di Camera e Senato incaricate di esaminare i provvedimenti urgenti presentati dal Governo, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul disegno di legge di conversione del Decreto legge 35/2013 recante "Disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della pubblica amministrazione, per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali, nonché in materia di versamento di tributi degli enti locali".

Il Presidente dell'ANCE, Ing. Paolo Buzzetti, che ha guidato la delegazione associativa ha evidenziato, in premessa, che il problema dei ritardati pagamenti in Italia -19 miliardi di euro nel settore delle costruzioni- sta letteralmente stritolando il tessuto produttivo, mettendo a rischio la sopravvivenza delle imprese ed estendendo i suoi effetti devastanti su tutta la filiera.
Il provvedimento in oggetto che definisce un piano per il pagamento di una prima parte dei debiti P.A., rappresenta un primo segnale importante e positivo, ma non sufficiente. Esso presenta, infatti, alcune rilevanti criticità che rischiano di compromettere i risultati attesi dall'operazione di immissione di liquidità nel sistema economico. A tal fine, ha sottolineato la necessità, in primo luogo, di aumentare le somme destinate al pagamento di spese in conto capitale. Infatti, solo 7,7 miliardi di euro sui 40 miliardi totali - meno del 20% - riguarderanno il pagamento di spesa in conto capitale. Non è previsto, inoltre, alcun pagamento in conto capitale nel 2014, anno in cui esistono margini di manovra, avendo il Governo stimato un deficit pari all'1,8% del PIL. Conseguentemente nel settore delle costruzioni almeno 11 miliardi di euro rimarranno non pagati.
In secondo luogo ha evidenziato la necessità di modificare le regole del Patto di stabilità interno.
Il Patto di stabilità interno, così come disciplinato oggi in Italia con il criterio della cosiddetta "competenza mista", impedisce, infatti, la naturale trasformazione degli impegni di parte capitale in pagamenti alle imprese, provocando l'accumulo di debiti anche in presenza di risorse di cassa disponibili. Occorre, pertanto, introdurre il principio dell'equilibrio di parte corrente ed un limite all'indebitamento al fine di evitare il suddetto accumulo di debiti.

Con riguardo al contenuto specifico del provvedimento ha, inoltre, rilevato l'opportunità, tra l'altro, di:
  • incrementare l'importo dell'allentamento del Patto di stabilità interno da 5 a 11 miliardi di euro nel 2013 per consentire l’utilizzo dei fondi già disponibili;
  • per il 2014, prevedere l'esclusione dal Patto di stabilità interno dei pagamenti in conto capitale per almeno 10 miliardi di euro (il deficit 2014 aumenterebbe di 0,7% e salirebbe al 2,5% del PIL, invece dell’1,8%);
  • spostare la data di riferimento per il pagamento dei debiti pregressi dal 31 dicembre 2012 al 31 marzo 2013;
  • escludere dal Patto di stabilità interno delle Regioni anche gli importi dei trasferimenti in favore degli enti locali a valere sui residui passivi di parte capitale (quindi non solo di parte corrente);
  • accelerare il pagamento di risorse già disponibili degli enti locali, ampliando il ricorso a meccanismi automatici;
  • evitare di rimettere profondamente in discussione il meccanismo previsto per gli enti locali, che risulta quello più semplice. Semplificare i meccanismi per l’accesso al fondo per la liquidità da parte delle Regioni;
  • prevedere specifiche misure per le società partecipate dagli enti locali che risultano escluse dall'ambito di applicazione del decreto-legge;
  • obbligare le Pubbliche Amministrazioni a registrare tutte le fatture inevase, anche quelle successive alla data del 31 dicembre 2012, sulla piattaforma telematica di certificazione dei crediti P.A.

Ha evidenziato, altresì, l'esigenza di introdurre con urgenza una norma che, senza ulteriori adempimenti attuativi, preveda il rilascio del Durc regolare in presenza di una certificazione attestante la sussistenza di crediti certi, liquidi ed esigibili, vantati nei confronti della P.A., di importo almeno pari agli oneri contributivi previdenziali ed assistenziali accertati e non ancora versati da parte di un medesimo soggetto.
In materia di lavori pubblici ha, infine, evidenziato, tra l'altro, la necessità di risolvere il problema delle centrali di committenza differendo l'obbligo della centrale di committenza al 31 dicembre 2013 (invece del 31 marzo 2013), in allineamento con la definizione delle gestioni associate obbligatorie delle funzioni fondamentali degli enti interessati.

Si allega il Documento contenente nel dettaglio le richieste ANCE consegnato agli atti delle Commissioni.

Fonte: Ance
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