Rapporto Immobiliare 2014: continua il calo delle compravendite nel settore residenziale

Migliora nel 2013 la possibilità di accesso delle famiglie italiane all'acquisto di un'abitazione, ma continua il calo delle compravendite che, con 407mila u...

14/05/2014
Migliora nel 2013 la possibilità di accesso delle famiglie italiane all'acquisto di un'abitazione, ma continua il calo delle compravendite che, con 407mila unità immobiliari scambiate, fa registrare un -9,2% rispetto all'anno precedente.

Lo ha evidenziato il Rapporto Immobiliare 2014 presentato il 13 maggio 2014 a Roma, durante il consueto convegno annuale in cui è stata evidenziata una tendenza ormai comune a tutti i settori, in cui, nonostante un netto miglioramento dell'indice di accessibilità (dovuto principalmente al deprezzamento delle abitazioni), il volume complessivo delle abitazioni compravendute nel 2013 è stato pari a 406.928 unità rispetto alle 448.364 del 2012 (-9,2%), che aveva già fatto registrare un calo del 25,7% dei volumi di compravendita delle abitazioni rispetto al 2011, con un valore di scambio complessivo sceso, parallelamente, di quasi 27 miliardi di euro (leggi news).

L'indice di accessibilità e le famiglie
L'indice, elaborato dall'Ufficio Studi Abi secondo le prassi metodologiche di matrice anglosassone, sintetizza l'analisi dei vari fattori che influenzano la possibilità per le famiglie di comprare casa indebitandosi e ne descrive l'andamento (reddito disponibile, prezzi delle case, andamento, tassi di interesse sui mutui). Nel 2013 l'indice registra un significativo miglioramento che lo riporta in linea con i valori pre-crisi superando le difficoltà registrate in seguito alla crisi dei debiti sovrani. L'andamento è principalmente dovuto a un miglioramento del prezzo relativo delle case rispetto al reddito disponibile, più precisamente alla diminuzione del prezzo delle case; al miglioramento contribuisce l'andamento dei tassi di interesse sui mutui. Il miglioramento delle condizioni di accesso all'acquisto di una abitazione ha riguardato non solo il totale delle famiglie ma anche segmenti di famiglie che continuano a presentare, comunque, particolari fragilità rispetto al tema dell'acquisto di una abitazione: quelle delle famiglie di giovani e quelle che abitano nei grandi centri urbani. In termini distributivi, la quota di famiglie che dispone di un reddito sufficiente a coprire almeno il 30% del costo annuo del mutuo per l'acquisto di una casa è, infatti, di poco superiore al 50%, valore in buon recupero rispetto a 5 anni prima. Il miglioramento dell'indice di accessibilità trova riscontro anche nella ripresa del mercato dei mutui. Nei primi tre mesi del 2014 le nuove erogazioni (riferite a un campione, altamente rappresentativo, di 88 banche) hanno registrato un incremento superiore al 20% rispetto allo stesso periodo del 2013.

Il panorama immobiliare del 2013
Il volume complessivo delle abitazioni compravendute nel 2013 è pari a 406.928 unità rispetto alle 448.364 del 2012 (-9,2%). Il calo, che nel corso dell'anno ha subito anche un lieve rallentamento, ha riguardato maggiormente le aree del Centro (-10,3%) e delle Isole (-10,8%). Seguono il Sud (-9,8%), il Nord Ovest (-8,8%) e il Nord Est (-7,5%). Nel 2013, in tutti i Comuni le perdite più elevate si sono registrate nelle compravendite di abitazioni "monolocali" (-10,5%) e "piccole" (-9%). Unica eccezione il rialzo del 5,6% per le abitazioni "medio piccole" nei capoluoghi del Nord Est. In generale, la tipologia abitativa più venduta è stata la "media".

Il mattone nelle grandi città e loro province
Nelle maggiori città per numero di abitanti, le compravendite di case nel 2013 sono complessivamente diminuite del 5,5%. Napoli (-15,2%) e Genova (-10,3%) mostrano le flessioni più marcate, mentre Roma segue con una discesa del 7,3%. Segnali positivi invece per Milano, che risale del 3,4% e, in maniera più contenuta, Bologna con l'1,5%. Nei Comuni delle province delle grandi città la flessione nella compravendita di case risulta più elevata (-10,6%). I cali maggiori si registrano a Roma (-13,8%) e a Milano (-11,1%); Torino e Genova seguono ex aequo (-10,2%). Chiudono la serie, con il calo minore, i Comuni della provincia di Bologna (-5,7%).

A cura di Gabriele Bivona
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