Concorrenza: il Senato approva definitivamente il disegno di legge

Si conclude dopo oltre 2 anni (dal febbraio 2015) il processo di approvazione del c.d. Ddl Concorrenza che tiene banco all'interno delle aule del Parlamento ...

04/08/2017

Si conclude dopo oltre 2 anni (dal febbraio 2015) il processo di approvazione del c.d. Ddl Concorrenza che tiene banco all'interno delle aule del Parlamento e tra i soggetti diversamente interessati alle norme contenute in un disegno di legge.

Nella seduta di mercoledì 2 agosto, infatti, il Senato ha rinnovato la fiducia al Governo approvando definitivamente il disegno di legge annuale sul mercato e la concorrenza (n. 2085-B allegato), nel testo identico a quello approvato dalla Camera.

Ricordiamo che la legge ha lo scopo di rimuovere ostacoli regolatori all’apertura dei mercati, a promuovere lo sviluppo della concorrenza e a garantire la tutela dei consumatori, anche in applicazione dei principi del diritto dell’Unione europea in materia di libera circolazione, concorrenza e apertura dei mercati, nonché delle politiche europee in materia di concorrenza.

Diversi dissapori ha creato tra l’OICE e i rappresentanti delle professioni tecniche capitanati dalla Rete delle Professioni Tecniche. Il primo commento è arrivato da Gabriele Scicolone, presidente dell'OICE, l'Associazione aderente a Confindustria che riunisce le società di ingegneria e architettura italiane: “La legittimazione dei contratti privati delle società di ingegneria è un atto di giustizia che chiude ogni tentativo di strumentalizzazione condotto nei confronti di tanti professionisti che operano nelle nostre società e ridà vigore ad un settore che dovrebbe essere caposaldo dell’export italiano".

"Finalmente – afferma Gabriele Scicolone -vede oggi la luce, a quasi tre anni di distanza, una legge da noi attesa e per la quale ci siamo fortemente battuti, che risolve una questione interpretativa che neanche doveva essere posta dalla giurisprudenza cioè quella della legittimità dei contratti siglati dalle nostre società con i committenti privati dal '97 al 2011 per svolgere attività professionali. Adesso speriamo sia chiaro a tutti che le nostre società, come tutte le altre in Europa e nel mondo, possono operare in ambito privato alle stesse condizioni in cui operano nel settore pubblico, avendo professionisti iscritti all'albo e società iscritte al casellario ANAC, l'Autorità Nazionale Anticorruzione”.

Per il presidente dell'Associazione di Via Flaminia "le due disposizioni rappresentano un equilibrato punto di compromesso – raggiunto grazie anche alla sensibilità e all'attenzione mostrata dal Parlamento e dal Governo e con il supporto di Confindustria che voglio ringraziare - fra tutela delle esigenze di garanzia dei principi di personalità della prestazione, di assicurazione del professionista che materialmente svolge la prestazione e di controllo da parte dell’Autorità Nazionale Anticorruzione. Il quadro adesso è completo, come ha detto anche la Cassazione sezione II, con sentenza n. 7310 del 22 marzo 2017, affermando che dal 2011 "le società costituite ai sensi dell’art. 17 della legge n. 109 del 1994 sono abilitate a svolgere attività di progettazione anche nel mercato privato", come ha ribadito il Commissario governativo alla ricostruzione post terremoto, e come hanno dimostrato nei fatti migliaia di committenti privati che durante questi lunghi anni hanno continuato ad affidare alle nostre società interventi in ogni ambito del settore delle costruzioni e dell'impiantistica”.

Così facendo – continua Scicolone - si consente anche di evitare problemi ad Inarcassa che dal '98 ad oggi ha ricevuto decine di milioni di contributo integrativo per contratti privati stipulati dalle nostre società, ma soprattutto si prende atto della realtà in cui operano tali società - che possono anche soltanto incidentalmente svolgere attività professionali protette - e che sono presenti sul mercato privato e pubblico con modalità e dimensioni che non possono in alcun modo essere equiparate alle società tra professionisti sia dal punto di vista organizzativo (si arriva anche a migliaia di dipendenti, sia per le società di ingegneria pura che per quelle di general contracting), sia dal punto di vista della compagine sociale (molte società sono possedute da altre società e alcune sono anche quotate in Borsa). Ringrazio quindi Governo e Parlamento per avere posto la parola fine ad una questione tanto delicata quanto immotivata".

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

© Riproduzione riservata

Documenti Allegati