Equo Compenso: gli emendamenti proposti dalla Rete Professioni Tecniche (RPT)

Proseguono le audizioni in Senato sul disegno di legge d’iniziativa del senatore Maurizio Sacconi recante “Disposizioni in materia di equità del compenso e r...

26/09/2017

Proseguono le audizioni in Senato sul disegno di legge d’iniziativa del senatore Maurizio Sacconi recante “Disposizioni in materia di equità del compenso e responsabilità professionale delle professioni regolamentate” per la ricerca dell'Equo Compenso delle prestazioni professionali, che ha iniziato il suo iter in Commissione Lavoro del Senato nella seduta del 5 luglio.

Dopo aver ascoltato lo scorso 19 settembre Confprofessioni (Organizzazione di rappresentanza dei liberi professionisti in Italia), Acta (Associazione dei professionisti freelance) e Colap (Coordinamento Libere Associazioni Professionali), è stata la volta della Rete Professioni Tecniche (RPT) che, insieme ad Adepp (Associazione degli Enti Previdenziali Privati), è stata ricevuta presso l'XI Commissione Lavoro del Senato il 20 settembre 2017.

Accogliamo con favore – ha commentato la Rete Professioni Tecniche (RPT) – l’iniziativa legislativa che reca misure in materia di equità del compenso e responsabilità professionale delle professioni regolamentate, perché riteniamo sia necessaria per completare le misure contenute nella Legge 81/2017 (Jobs Act del lavoro autonomo). La determinazione di un compenso minimo garantito rappresenta, infatti, una questione morale, non più rimandabile, per un'effettiva ed efficace tutela della committenza, sia pubblica che soprattutto privata, e della dignità professionale dei liberi professionisti".

Le osservazioni della Rete Professioni Tecniche (RPT)

Pur rilevando le positività di una proposta di legge da tanto attesa dai professionisti dell'Area tecnica, la RPT ha evidenziato alcune integrazioni al testo che possano perfezionarlo e renderlo più efficace.

Tra le modifiche indicate vi è la richiesta di prevedere all'interno dell'articolato una specifica disposizione che possa coprire tutto il ventaglio di prestazioni rese dalle professioni regolamentate oltre a quelle definite dal decreto del Ministro della giustizia 17 giugno 2016 recante "Approvazione delle tabelle dei corrispettivi commisurati al livello qualitativo delle prestazioni di progettazione adottato ai sensi dell'articolo 24, comma 8, del decreto legislativo n. 50 del 2016" (Gazzetta Ufficiale 27/07/2016, n. 174)

Nel dettaglio, la RPT ritiene opportuno l’inserimento all’interno dell’articolato di una disposizione che deleghi il Ministero della Giustizia ad emanare, sentiti con i Consigli Nazionali degli Ordini e Collegi professionali, un decreto che introduca compensi minimi (da aggiornare automaticamente ogni due anni secondo gli Indici ISTAT) per le prestazioni non incluse nella normativa vigente e richiamata nel disegno di legge in esame.

A tal fine la RPT ha rispolverato l'idea degli standard prestazionali, indicando una strada che metta al centro Consigli Nazionali, Ordini professionali ed enti di normazione.

Altre misure

La Rete ha, inoltre, proposte ulteriori misure anche alla luce della pubblicazione in Gazzetta della Legge n. 124/2017 (c.d. Legge sulla Concorrenza) e della Legge n. 81/2017 (c.d. Jobs Act Lavoratori Autonomi).

Nel dettaglio, il riferimento è alla disposizione secondo la quale “il professionista deve rendere noto al cliente il grado di complessità dell'incarico, fornendo tutte le informazioni utili circa gli oneri ipotizzabili dal momento del conferimento alla conclusione dell’incarico e deve altresì indicare i dati della polizza assicurativa per i danni provocati nell’esercizio dell’attività professionale. In ogni caso la misura del compenso, previamente resa nota al cliente anche in forma scritta se da questi richiesta, deve essere adeguata all'importanza dell'opera e va pattuita indicando per le singole prestazioni tutte le voci di costo, comprensive di spese, oneri e contributi”. Secondo la RPT, stante l’eterogeneità e la complessità delle prestazioni fornite alla committenza, risulta decisamente complicato applicare pedissequamente la disposizione descritta, che è in generale condivisibile poiché favorisce un rapporto più chiaro con la committenza. La RPT ritiene opportuno riflettere ulteriormente sulle procedure e sulle modalità di applicazione della norma, delegando il Governo a proporre un regolamento attuativo con cui si vadano a delineare nel dettaglio le procedure, ed eventuali esigenze peculiari.

Anche le misure previste dalla Legge n. 81/2017 a tutela del professionista nei confronti della committenza sembrano inoltre necessitare di un ulteriore rafforzamento. A tal scopo la RPT propone:

  • l’attribuzione al Tribunale del lavoro della gestione dei contenziosi tra i professionisti e i committenti, in modo da garantire un più celere gestione del contenzioso stesso;
  • l’introduzione di forme di garanzia della certezza dei pagamenti che non comportino esborsi in capo al lavoratore autonomo e/o libero professionista, anche nei rapporti con la committenza pubblica.

La RPT, infine, ha proposto un intervento del legislatore sulla norma che obbliga il professionista alla stipula di una assicurazione per i rischi derivanti dall’esercizio dell’attività professionale e a rendere noti al cliente, al momento dell’assunzione dell’incarico, gli estremi della polizza stipulata per la responsabilità professionale e il relativo massimale. Secondo la Rete sarebbe auspicabile anche un intervento del legislatore per determinare i parametri minimi (in termini di massimali, franchigie, esclusioni etc) di idoneità delle polizze, tarati su misura per ogni specifica categoria professionale.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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