Rapporto OICE sui bandi di gara BIM: nel 2017 più che triplicate le gare

E’ stato presentato ieri a Roma il Rapporto sulle gare BIM (Building Information Modeling) del 2017 che l’OICE, l’Associazione delle società di ingegneria e ...

15/02/2018

E’ stato presentato ieri a Roma il Rapporto sulle gare BIM (Building Information Modeling) del 2017 che l’OICE, l’Associazione delle società di ingegneria e di architettura italiane, aderente a Confindustria, ha predisposto analizzando 86 procedure di gara per opere pubbliche emesse nello scorso anno in Italia per servizi di ingegneria e architettura.

Dal Rapporto, illustrato dal Direttore Generale OICE Andrea Mascolini, è emerso che le gare BIM coprono al momento una quota minima del complesso della domanda pubblica (solo l’1,4% in numero sul totale dei bandi per Servizi di ingegneria e architettura (S.I.A.) e il 2,5% in valore), ma il 2017 è stato un anno di svolta perché i bandi sono triplicati: si è passati infatti dalle 26 gare del 2016 alle 86 del 2017; erano invece solo 4 nel 2015.
Le amministrazioni più attive sono state i Comuni, seguiti dalle Amministrazioni centrali e periferiche dello Stato, le Province e gli Ospedali. Quasi la maggioranza delle gare è stata bandita per opere puntuali, fra le quali oltre il 30% nell’edilizia scolastica. Il BIM è stato prevalentemente richiesto come elemento premiale in sede di offerta, in particolare nella valutazione delle caratteristiche metodologiche dell’offerta, con un punteggio variabile da 1 a 20 quando è stato puntualmente individuato come sub-elemento di valutazione, al BIM sono stati assegnati in media da 4 a 5 punti.

Il Presidente OICE Gabriele Scicolone ha introdotto i lavori affermando “non so certo dire se i cambiamenti che il BIM introduce oggi nelle metodologie di lavoro dei progettisti, nell’organizzazione stessa degli studi tecnici e delle società, siano davvero maggiori rispetto a quelli che hanno contraddistinto il passaggio dal progetto “cartaceo” al “digitale”; certo, anche questa volta, ci troviamo di fronte ad un cambio epocale che, specialmente i progettisti di lungo corso dovranno imparare ad intercettare. Sarà un percorso di evoluzione continua che dovrà essere accompagnato da un cambio di paradigma nel modo di intendere la progettazione e la filiera stessa dell’appalto e della collaborazione tra gli attori del processo ideativo-costruttivo. L'OICE e i suoi associati hanno già accettato la sfida perché all'estero già da anni si lavora così".

Per Antonio Vettese, Consigliere OICE alla digitalizzazione e Industria 4.0, “il nostro Rapporto 2017 sulle gare BIM evidenzia un crescente interesse verso l’incremento dei livelli di digitalizzazione evocato con il termine BIM. La crescita è sensibile considerando i dati del 2017 confrontati con quelli degli anni precedenti, ma la percentuale dei bandi BIM sul totale dei bandi rimane ancora marginale e non può essere considerata come espressione di un livello di digitalizzazione in crescita ancorché timida, perché, come chiaramente indicato nel Rapporto, il termine BIM è utilizzato molto spesso (non è azzardato dire per lo più) senza precisarne i contenuti, e soprattutto senza un esplicito collegamento alla combinazione migliorata di metodi e strumenti desiderata per disporre di informazioni più efficaci nel ciclo di vita dell’opera”. Una delle soluzioni per OICE è “favorire - dice Vettese - l’incontro fra Project Management e Information Management, da circostanziare, nei contenuti, con sperimentazioni che permettano di definire un corpo delle conoscenze, validato con la prassi, al quale riferire i necessari processi formativi che la trasformazione indurrà e da utilizzare come riferimento univoco per committenze ed operatori”.

Il Provveditore alle opere pubbliche di Lombardia e Emilia Romagna, Pietro Baratono, ha illustrato i contenuti del d.m. 560/2017 che prevede l’obbligo di appaltare con richiesta di BIM dall’anno prossimo per le opere oltre 100 milioni evidenziando che “il BIM conviene a tutti, è richiesto dalle direttive Ue e ha una forte valenza politica: costruire più opere con le stesse risorse, con tempi e costi certi. E’ un’onda digitale che va gestita con ragionevolezza per arrivare in tre - cinque anni ad una rivoluzione del settore pubblico e privato che presuppone da oggi un cambio di mentalità. Bisognerebbe definire le linee guida del Mit”.

Per Giuseppe Di Giuda, Professore dipartimento architettura, ingegneria delle costruzioni e ambiente costruito del Politecnico di Milano, che ha svolto una relazione sull’applicazione di linee guida nelle stazioni appaltanti “esiste molta confusione nell’uso del BIM nelle gare. Occorre una definizione del BIM Use. Non basta sapere usare un software per essere Project Manager del BIM. L’appalto integrato sarebbe necessario perché favorisce l’integrazione”.

Infine sette società hanno presentato alcuni significativi progetti: 3TI Progetti (Alfredo Ingletti) - Beyond BIM: Experience in Doha Metro Project; ambiente sc (Francesca Tamburini) - Approccio metodologico per la progettazione delle opere a verde su infrastruttura ferroviaria in BIM; Artelia Italia (Alberto Romeo) - Elahiyeh Multiuse Complex Tehran (Iran); B5 (Ugo Brancaccio) - Sperimentazione del processo BIM per il restauro architettonico; Recchiengineering (Emanuela Recchi e Enrico Maggi) - Intervento residenziale UPTOWN a Cascina Merlata (Milano): il BIM dal progetto al cantiere; Sinergo (Filippo Bittante) - Riqualificazione edificio storico in Corso Porta Vittoria (Milano); SWS (Alessandro Menozzi) - Stazioni metropolitane di Copenhagen, Cityringen.

La sintesi del Rapporto

Il Rapporto è frutto dell’analisi dei dati raccolti dall’Ufficio gare OICE, nell’ambito della quotidiana attività di monitoraggio del mercato che mensilmente si concretizza nell’Osservatorio OICE/Informatel dal 1996.

L’evoluzione, negli ultimi due anni, del numero delle procedure che prevedono l’utilizzo delle metodologie BIM, è in significativa crescita: nel 2015 i bandi BIM sono stati 4, nel 2016 sono saliti a 26, nel 2017 il loro numero è cresciuto fino a 86, con un aumento del 70%. Praticamente sono triplicati in tre anni, una dinamica in crescita, con una impennata tra ottobre e dicembre 2017 dovuta probabilmente all’approvazione del DM n. 560/2017.

Il confronto tra i bandi per servizi di ingegneria e architettura con richiesta di BIM e il totale del mercato dei servizi di ingegneria e architettura rilevati nel 2017 vede i bandi BIM all’1,4% del totale nel numero. Nel valore i bandi BIM raccolgono 30,96 milioni di euro, contro i 1.196,2 milioni di tutto il mercato, e raggiungono il 2,5%.

Il numero delle procedure rilevato nel 2017 è stato di 86, di queste 83 hanno riguardato bandi per servizi di ingegneria e architettura e concorsi, il 96,5% del totale, 2 bandi per appalti integrati, il 2,3%, e 1 un sistema di qualificazione, 1,2%.

Dal punto di vista degli importi i bandi BIM per servizi di ingegneria e architettura posti a base di gara nel 2017 (l’importo delle opere spesso non è previsto) vanno da un minimo di 51.918 euro ad un massimo di 9.250.000 euro.

La distribuzione territoriale per macroregioni dei bandi BIM rilevati nel 2017 è abbastanza omogenea, si va dal massimo delle Isole con 24 bandi, pari al 27,9% del totale, al minimo del Meridione con 12 bandi, pari al 14%. Il Centro con 13 bandi arriva al 15,1%, il Nord–Est con 19 bandi al 20,9% e infine il Nord–Ovest con 19 bandi al 22,1%.

Tra le stazioni appaltanti nel 2017 i più attivi sono stati i Comuni che hanno pubblicato 37 gare, il 43,0% del totale, seguiti dalle Amministrazioni dello Stato 25 bandi, il 29,1%, dai Concessionari ferroviari 3 bandi, il 3,5%, dalle Province 6 bandi, il 7,0%, Ospedali USL ASL e Università e ricerca, ciascuno 5 bandi, il 5,8%, e infine dalle Regioni 1 bando, 1,2%.

Dal punto di vista della tipologia di interventi i bandi per ristrutturazione sono 47, pari al 54,7% del totale, quelli per nuove realizzazioni sono 36, e sono riferibili al 45,3% del totale; del 91% del totale riferibile ad opere puntuali, la maggior parte delle opere puntuali sono per edilizia scolastica, con 24 bandi pari al 30,8% del totale.

Analizzando i singoli atti di gara emerge che sul totale delle 86 procedure rilevate nel 2017, sono stati 78, equivalenti al 90,7% del totale dei bandi, i casi in cui le amministrazioni hanno deciso di considerare il BIM come un fattore di valutazione premiale nell’ambito della metodologia offerta dal concorrente nell’offerta tecnica.

In 5 casi, equivalenti al 5,8% del totale dei bandi, il BIM è stato considerato come un requisito di ammissione alla gara.

Infine, in 3 bandi, il 3,5% di tutte le gare in cui è richiamata la metodologia BIM, vi è invece una generica richiesta di progettazione BIM e dagli atti di gara si ricava soltanto una indicazione al concorrente di sviluppare il progetto in BIM, senza che ciò sia oggetto di ulteriori specifiche, né di apprezzamento in sede di valutazione dell’offerta.

In 78 casi l’utilizzo di piattaforme BIM per lo sviluppo del progetto, spesso abbinato all’impiego di altri strumenti informatici, è stato premiato con l’attribuzione di un punteggio variabile da un minimo di 1 a un massimo 30 punti assegnabile all’elemento “caratteristiche metodologiche dell’offerta”.

In questi casi il punteggio medio assegnato alla voce “dotazioni informatiche” o “risorse strumentali” in cui è compreso il BIM è pari a 8.

In 15 casi le stazioni appaltanti hanno considerato singolarmente il riferimento al BIM (individuandolo come sub-elemento specifico all’interno dell’elemento metodologia): in questi casi il punteggio attribuito varia da un minimo di 1 punto ad un massimo di 20 punti.

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