Regione Siciliana: La Giunta regionale approva l’equo compenso per i professionisti

Anche la Giunta regionale siciliana - dopo Toscana (leggi articolo) e Calabria (leggi articolo) interviene sull’equo compenso e con la deliberazione n. 301 d...

04/09/2018

Anche la Giunta regionale siciliana - dopo Toscana (leggi articolo) e Calabria (leggi articolo) interviene sull’equo compenso e con la deliberazione n. 301 del 28 agosto 2018 recante “Atto di indirizzo per gli Assessorati regionali e gli Enti sottoposti a vigilanza e/o controllo in materia di acquisizione dei servizi professionali ed equo compenso”, di fatto approva l’equo compenso per i professionisti e stila un vademecum per gli enti al fine di individuare la giusta remunerazione dei servizi professionali..

L’atto di indirizzo fa riferimento al decreto-legge 16 ottobre 2017, n. 148 (convertito dalla legge 4 dicembre 2017, n. 172) che richiama all’articolo 19-quaterdecies in cui al comma 3 è precisato che “la pubblica amministrazione, in attuazione dei principi di trasparenza, buon andamento ed efficacia delle proprie attività, garantisce il principio dell’equo compenso in relazione alle prestazioni rese dal professionista” e definisce al comma 4 dell’articolo 13-bis della legge 31  dicembre  2012,  n. 247 come introdotto dal citato decreto.legge n. 148/2017 “vessatorie, le clausole del contratto di affidamento che consentono al committente di pretendere prestazioni aggiuntive a titolo gratuito”.

La Giunta regionale ha rappresentato che con la citata delibera n. 301/2017 “intende superare un fenomeno che negli ultimi anni, anche per effetto dell’abolizione dei tariffari, ha caratterizzato la procedura di affidamento di servizi professionali e ha visto molte amministrazioni prevedere compensi non correttamente parametrati alla qualità e quantità delle prestazioni richieste o addirittura compensi simbolici” ed ha deciso di impartire ai rami di amministrazione regionale specifici indirizzi.

Nello specifico, per quanto concerne le professioni tecniche quali agrotecnico, architetto, pianificatore, paesaggista e conservatore, biologo, chimico, dottore agronomo e dottore forestale, geometra e geometra laureato, geologo, ingegnere, perito agrario, perito industriale, tecnologo alimentare, trovano applicazione le tabelle del decreto del Ministero della Giustizia 16 giugno 2016 recante “Approvazione delle tabelle dei corrispettivi commisurati al livello qualitativo delle prestazioni di progettazione adottato ai sensi dell’articolo 24, comma 8 del decreto legislativo n. 50/2016”

Nella delibera è, inoltre precisato che “nella impostazione degli atti delle procedure concorsuali di individuazione del contraente, i compensi sono utilizzati quale criterio o base di riferimento per determinare l’importo base di gara”.

La Giunta regionale ha, anche, ribadito l’illegittimità della fissazione di criteri di valutazione delle offerte che possano “alterare l’equilibrio tra le prestazioni e il compenso, quali, ad esempio, la prestazione di servizi aggiuntivi a titolo gratuito” e il divieto di predisposizione di clausole vessatorie.

Sull’argomento abbiamo chiesto il parere dell’Arch. Elio Caprì Presidente dell’Associazione regionale liberi professionisti Architetti e Ingegneri che ha così tratteggiato il problema dell’equo compenso: “Un articolo di Sergio Rizzo su Repubblica di alcuni giorni fa, affermava che siamo in un Paese che, tra le altre cose, ha svenduto le competenze tecniche e professionali. L'occasione dell'articolo era l'ennesimo crollo a Roma del tetto della Chiesa di S. Giuseppe dei Falegnami e all'ulteriore, dopo Genova, rimpallo di competenze e irresponsabilità.

Cosa c'entra tutto ciò con le tariffe e per ultimo l'Atto di indirizzo del Presidente Musumeci alla Giunta di Governo e agli Assessorati Regionali ?

C'entra c'entra. Il degrado delle professioni tecniche in questo paese, passa anche alle mortificazioni inerenti i corrispettivi professionali. In questi ultimi anni la svalorizzazione del ruolo sociale e culturale è stato costantemente accompagnato dalla decurtazione, a volte degradante, dei corrispettivi professionali.

Ben venga quindi qualunque timido o confuso segnale da parte di chi detiene significativi ruoli: si può auspicare che ciò possa essere l'inizio di un nuovo percorso.

Vorrei però evidenziare che sostenere la necessità dell'equo compenso quando per partecipare ad una procedura di affidamento occorre applicare ribassi notevoli sul corrispettivo professionale posto a base di gara è una evidente discrasia.

Se non supera tale impostazione (+ ribasso + risparmio per l'Amministrazione) non serve a niente ribadire la necessità dell'equo compenso.

Riflessione finale. Ma se un politico ha necessità di un delicato intervento chirurgico, chiede in giro e sceglie il medico che lo fa pagare con un forte ribasso?

In allegato la deliberazione n. 301 del 28 agosto 2018 .

            A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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