Riforma Codice dei contratti: com'è andata l'Audizione della Rete delle Professioni Tecniche?

Si è svolta lo scorso 20 novembre mattina l'audizione al Senato, in VIII Commissione Lavori Pubblici, della Rete delle Professioni Tecniche (RPT), nell’ambit...

22/11/2018

Si è svolta lo scorso 20 novembre mattina l'audizione al Senato, in VIII Commissione Lavori Pubblici, della Rete delle Professioni Tecniche (RPT), nell’ambito delle consultazioni propedeutiche alla riforma del Codice dei contratti (leggi articolo).

Al fine di comprendere meglio la portata dei contributi forniti dai rappresentanti della RPT, abbiamo intervistato il Vicepresidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Rino La Mendola, che è intervenuto, nel corso dell’audizione, nella qualità di Coordinatore del Gruppo “Lavori Pubblici” della delle Professioni Tecniche.

D. Siete soddisfatti degli esiti dell’incontro?

R. Siamo molto soddisfatti dell’incontro, in quanto il Presidente Coltorti ed i Senatori intervenuti hanno mostrato interesse per le nostre proposte ed hanno alimentato un ottimo confronto sui temi più importanti della riforma da attuare per rilanciare un settore importante per la ripresa economica del Paese, come quello dei lavori pubblici.

D. Nel corso dell’audizione avete spesso auspicato un rilancio della centralità del progetto nel processo di esecuzione delle opere pubbliche; quali sono le riforme da attuare per raggiungere questo obiettivo?

R. Un elemento da rilanciare, nel processo di realizzazione di opere di interesse architettonico, è certamente il concorso di progettazione a due gradi, che riteniamo uno strumento ideale per offrire alle stazioni appaltanti l’opportunità di selezionare il miglior progetto, in relazione ai propri obiettivi, e non più il professionista, sulla base del suo fatturato, del numero dei suoi dipendenti o, ancora peggio, sulla base del ribasso del suo onorario. Peraltro, oggi i concorsi a due gradi viaggiano sulle piattaforme informatiche, abbattendo costi e tempi e promuovono dunque una semplificazione, sfatando vecchi pregiudizi. Si pensi, ad esempio, non solo alla velocità delle piattaforme, ma anche ai vantaggi determinati dal fatto che al vincitore di un concorso possono essere affidati i successivi livelli della progettazione, senza dovere ricorrere a successive gare. Ciò si traduce in un proficuo processo di valorizzazione della qualità delle prestazioni professionali e di contestuale semplificazione, nell’ambito della realizzazione delle opere di architettura.

Un secondo elemento fondamentale per restituire centralità al progetto è l’affidamento dei lavori pubblici solo sulla base di un progetto esecutivo, abbandonando procedure come l’appalto integrato, al fine di non registrare ancora contenziosi, varianti ed opere incompiute.

D. Il Codice vigente, grazie alle modifiche introdotte dal correttivo, muove i primi passi per un’apertura del mercato agli operatori economici medio-piccoli. Penso, ad esempio, all’abbattimento dei requisiti economico-finanziari. Quali nuovi riforme auspicate per proseguire lungo questo percorso?

R. Intanto, sono certamente da salvaguardare gli obiettivi già raggiunti per aprire il mercato alle strutture professionali medio-piccole: mi riferisco alla sostituzione del fatturato con un’adeguata copertura assicurativa, all’eliminazione del balzello della cauzione provvisoria nelle gare di progettazione, all’obbligo per i concessionari di esternalizzare almeno l’80% dei servizi di architettura e ingegneria o, ancora, alla possibilità, per il vincitore di un concorso, di dimostrare il possesso dei suddetti requisiti anche costituendo un raggruppamento di professionisti a valle della procedura concorsuale. Detto questo, lungo il percorso già tracciato, adesso puntiamo:

  1. all’abolizione di ogni limite temporale nella valutazione del curriculum professionale dei concorrenti, al fine di scongiurare il rischio che i liberi professionisti che non hanno avuto la fortuna di lavorare negli ultimi anni, a causa della pesante crisi del settore dei lavori pubblici, possano rimanere ancora fuori dal mercato.
  2. All’abolizione, almeno per gli affidamenti di servizi di architettura e ingegneria, della procedura dell’accordo quadro che, accorpando gli affidamenti, riduce la concorrenza, muovendosi in direzione opposta al “considerato 78” della direttiva comunitaria n°24 del 2012, che auspica invece la divisione in lotti dei grandi lavori, al fine di promuovere l’accesso al mercato dei piccoli e medi operatori economici.

D. Quale è la vostra posizione nei confronti del ruolo dell’ANAC e della soft-law?

R. Riconosciamo all’ANAC non solo il ruolo di soggetto regolatore delle procedure nell’ambito dei lavori pubblici, ma soprattutto un ruolo di soggetto ispiratore di riforme finalizzate a restituire la centralità del progetto. Detto questo, crediamo che il processo della soft-law non abbia prodotto i risultati sperati, per cui auspichiamo il ritorno ad un regolamento unico cogente, che possa costituire un punto di riferimento certo per gli addetti ai lavori. Ciò nella consapevolezza che, nell’ambito dei lavori pubblici, la certezza delle regole è fondamentale per garantire trasparenza e per scongiurare contenziosi.

D. Nel corso dell’audizione c’è stato spazio anche per la centrale unica per la progettazione? Cosa avete proposto in merito ad un tema che sta notevolmente alimentando il dibattito tra gli addetti ai lavori? 

R. Siamo consapevoli della necessità di distinguere controllori e controllati e di valorizzare sia i pubblici dipendenti che i liberi professionisti, assegnando prioritariamente ai primi il ruolo di verifica e di controllo dell’intero processo di esecuzione di un’opera pubblica (dalla programmazione al collaudo) ed ai secondi la progettazione e la direzione dei lavori. Pertanto, abbiamo proposto la trasformazione della centrale unica per la progettazione, in una centrale della programmazione; una sorta di cabina di regia centrale, quale struttura che possa gestire un moderno e flessibile fondo di rotazione, indispensabile per il finanziamento dei progetti di fattibilità tecnica ed economica e che possa individuare le priorità alla luce delle strategie di sviluppo definite in accordo tra Amministrazioni centrali e locali, scongiurando il rischio che tante anticipazioni vengano sprecate in percorsi che poi si arenano, con l’unico risultato di avere indebitato la stessa amministrazione. 

D. Se dovesse salvare un solo articolo del codice vigente, su quale punterebbe?

R. Salverei più di un articolo per non perdere obiettivi raggiunti, come quelli a cui facevo cenno prima; ma se dovessi sceglierne uno solo, punterei senza dubbio sull’art. 24, che con i commi 8, 8 bis ed 8 ter, ha ripristinato regole certe per il calcolo dei corrispettivi da porre a base di gara. Ritengo questo articolo importante non solo per restituire dignità ai professionisti o per impedire che possano ripetersi casi limite come quello dell’affidamento di un Piano Regolatore a fronte del corrispettivo di un euro (vedi caso Catanzaro), ma anche a garanzia di qualità delle prestazioni e di trasparenza negli affidamenti. E’ infatti appena il caso di ricordare che le procedure di affidamento variano con il variare dell’importo a base di gara e che la mancanza di regole chiare aveva determinato condizioni per le quali, sottostimando i corrispettivi, le stazioni appaltanti potevano incorrere nell’errore di affidare servizi di architettura e ingegneria con procedure dirette, anziché con procedure negoziate o addirittura aperte.

D. Sarebbe opportuno garantire la certezza dei pagamenti anche nell’ambito delle prestazioni rese a privati. Ci sono le condizioni affinché venga introdotto nella legge di bilancio il dispositivo auspicato dalla Rete delle Professioni Tecniche?

R. Abbiamo proposto al Governo un emendamento alla legge di bilancio che sarà presto votata dalle camere, con l’obiettivo di subordinare la validità di autorizzazioni, nulla-osta e segnalazioni certificate nell’ambito dell’edilizia privata, alla presentazione, da parte del tecnico incaricato, di una dichiarazione di avvenuto pagamento dei corrispettivi allo stesso spettanti in relazione ai rapporti contrattuali, in linea con le norme vigenti per la tracciabilità dei flussi finanziari. La nostra azione è finalizzata, non solo a garantire la certezza dei pagamenti e pertanto il riconoscimento del lavoro svolto dai liberi professionisti, ma anche a mettere in evidenza che il libero professionista oggi vuole dimostrare la sua correttezza nei confronti del fisco. Contiamo che l’emendamento possa essere introdotto durante il percorso parlamentare che la legge di bilancio sta già seguendo.

Ringrazio il Vicepresidente La Mendola per il prezioso contributo, lascio a voi ogni commento e vi invito a partecipare al nostro sondaggio sulla Riforma del Codice dei contratti.

A cura di Ing. Gianluca Oreto

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