Decreto Semplificazioni: via libera al lavoro extra per professori e ricercatori

Un emendamento al Decreto Semplificazioni apre il lavoro extra a professori e ricercatori a tempo pieno

di Redazione tecnica - 02/09/2020

Procede spedito il lavoro del Parlamento per la conversione in legge del Decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76 recante “Misure urgenti per la semplificazione e l'innovazione digitale” (c.d. Decreto Semplificazioni), che dovrà arrivare entro il 14 settembre 2020.

Decreto Semplificazioni e conversione in legge: ok al lavoro extra per professori e ricercatori a tempo pieno

Come spesso accade, il processo di conversione in legge del decreto Semplificazioni ha aggiunto parecchia carne al fuoco su un provvedimento che già di suo conteneva parecchie disposizioni eterogenee. Tra gli emendamenti presentati in Commissioni riunite Affari costituzionali e Lavori pubblici del Senato, è stato proposto l'inserimento dell'art. 21-bis:

1. L'articolo 6, comma 10, della legge 30 dicembre 2010, n. 240, si interpreta nel senso che ai professori ed ai ricercatori a tempo pieno, nel rispetto degli obblighi istituzionali, è liberamente consentito, indipendentemente dalla retribuzione, lo svolgimento di attività di consulenza extraistituzionali realizzate in favore di privati, enti pubblici ovvero per fini di giustizia, anche come membri di consigli di amministrazione di società private, senza deleghe e/o poteri esecutivi, come indipendenti.

2. Dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, lo svolgimento delle attività di cui al comma 1 deve essere preventivamente comunicato al direttore del dipartimento di afferenza del docente e al rettore. Tali attività possono essere svolte anche in regime di partita IVA, senza necessità di iscrizione ad albi professionali, fatta eccezione per le professioni sanitarie e, in ogni caso, in mancanza di un'organizzazione di mezzi e di persone preordinata allo svolgimento di attività libero-professionale.

3. Una quota pari al 10 per cento del compenso lordo percepito dai professori e ricercatori a tempo pieno per lo svolgimento delle attività di cui al comma 1 è destinato, senza oneri fiscali, all'attivazione di posti di ricercatore di cui all'articolo 24, comma 3, lettera a), della legge n. 240 del 2010, nonché di borse di dottorato, di assegni di ricerca e di borse di studio per studenti universitari e fondi di ricerca istituzionali. Il Senato accademico delibera la ripartizione del contributo alle diverse destinazioni.

Decreto Semplificazioni: dura reazione della Rete delle Professioni Tecniche

Com'era prevedibile, durissima è stata la reazione della comunità dei liberi professionisti. La Rete delle Professioni Tecniche (RPT) ha commentato rilevando che "Nello stesso tempo in cui vengono bocciati emendamenti, proposti dalle professioni, indirizzati a migliorare leggi esistenti e ad introdurre strutturali processi di semplificazione, ne viene approvato uno che nulla ha a che fare con la semplificazione e che va nella direzione di aumentare il divario nella società in termini di garanzie e tutele. Un emendamento che la RPT considera sconcertante, privo di qualsiasi fondamento, dannoso per il mondo delle professioni e per l’Università stessa".

"In una Italia costretta ad affrontare una crisi mai vista in termini di lavoro - continua la RPT - si favorisce un provvedimento che aumenta la possibilità di lavoro a chi già ce l’ha e sottrae importanti quote di lavoro per il mondo delle libere professioni. Senza contare che in questo modo viene messa una pietra tombale sulla ricerca di soluzioni che garantiscano un giusto rapporto tra l’esigenza che chi insegna abbia concrete esperienze sul campo da trasferire agli studenti ed il rispetto per le attività professionali svolte in maniera autonoma. Soluzioni per le quali il mondo delle professioni ha avanzato concrete proposte, nella necessaria diversità tra le discipline oggetto di insegnamento".

"Troviamo piuttosto strano - conclude la RPT - che questo provvedimento sia giustificato come interpretazione autentica di una norma di dieci anni fa (comma 10 dell’art.6 della legge n.240 del 30.12.2010). Tale circostanza fa nascere il sospetto che esso serva a garantire impunità rispetto a determinati comportamenti scorretti registrati nel passato e che, in ultima analisi, finisca col mascherare l’ennesima sanatoria".

Decreto Semplificazioni e lavoro extra: il commento di Inarsind

Al coro di protesta si è unito anche Inarsind Toscana Centro che tramite il Presidente Marco Becucci ha così commentato: “Il tanto vituperato “doppio lavoro” è ancora una volta autorizzato, a danno dei Liberi Professionisti e alle relative Casse di Previdenza. Gli Ingegneri e Architetti Liberi Professionisti già in crisi di lavoro non solo per l’emergenza Covid, si trovano a dover competere anche con dipendenti pubblici autorizzati, a prescindere dalle loro retribuzioni, a fare “il doppio lavoro” alla faccia dell’equo compenso e al jobs-act autonomi".

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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