Ascensori: nessuna tassa ma solo censimento su impianti vecchi e pericolosi

Non esiste alcuna nuova tassa sugli ascensori, così come non esiste alcun provvedimento allo studio del Ministero dello Sviluppo economico che ne preveda l’i...

02/03/2016

Non esiste alcuna nuova tassa sugli ascensori, così come non esiste alcun provvedimento allo studio del Ministero dello Sviluppo economico che ne preveda l’istituzione.

Lo ha precisato l’ufficio stampa del MiSE in riferimento alle polemiche sollevate in questi giorni dalla Confedilizia per le quali sarebbe stato allo studio del Ministero una nuova tassa sugli ascensori. In realtà, come precisa il MiSE la bozza del provvedimento è ancora all'esame del Ministero e deve ancora essere portata all’esame del consiglio dei ministri.

Secondo alcune dichiarazioni rilasciate dal presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa si tratterebbe di una "spesa", da lui chiamata "tassa", a carico dei proprietari, che imporrebbe una verifica straordinaria degli ascensori prodotti fino al 1999. Una verifica che potrebbe portare ad una serie di interventi, anche costosi, a carico dei proprietari di casa. Considerato, però, che la normativa attuale prevede una manutenzione e verifica di sicurezza ogni sei mesi, si sarebbe trattati di una verifica straordinaria e immotivata.

Il MiSE ha, però, chiarito che la bozza in esame prevedrebbe solo il recepimento di una direttiva europea del 2014 in materia di sicurezza degli ascensori che richiama espressamente anche una raccomandazione del 1995 sugli impianti più vecchi (installati prima del 1999, e cioè l’80% circa del parco italiano) alla quale si è già adeguata la maggior parte dei grandi paesi europei. Lo schema di decreto al quale stanno ancora lavorando gli uffici tecnici del MiSE prevede che entro i prossimi due anni un apposito nuovo provvedimento dovrà censire gli impianti più vecchi per stabilire - dopo aver coinvolto Parlamento, Regioni e tutti gli operatori economici interessati - casi, tempi e modalità per gli eventuali interventi necessari per l’adeguamento ai requisiti di sicurezza minimi in vigore in Europa.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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