Bandi di progettazione ed esecuzione: nei primi 9 mesi percentuali contrastanti
In questi giorni si inseguono vari dati sui lavori pubblici che sembrano essere estremamente positivi per i servizi di architettura e di ingegneria e negativ...
In questi giorni si inseguono vari dati sui lavori pubblici che sembrano essere estremamente positivi per i servizi di architettura e di ingegneria e negativi, invece, per quanto concerne i lavori.
Per ultimo sono arrivati ieri i dati dell’Osservatorio Cresme Europa del mese di settembre che ha certificato, da gennaio a settembre 2016, nell’ambito dei lavori un calo del 9,2% per quanto concerne il numero e del 12,6% per quanto riguarda gli importi rispetto allo stesso periodo del 2015 con l’aggravante che soltanto nel mese di settembre la riduzione ha toccato quasi il 20% ed i ribassi potrebbero essere anche più elevati perché, tra le stazioni appaltanti, è inserita anche l'ANAS che ha chiuso, invece, il periodo positivamente grazie ad un +2,4% per numero di gare ed un +139% per importi che, di fatto, sono il frutto di numerosi accordi quadro. A questi dati, indubbiamente, ancora negativi fanno da contraltare ai dati pubblicati dall’OICE sui servizi di architettura e di ingegneria che per i primi 9 mesi danno aumenti, per gare di sola progettazione, del 23,3% in numero e del 31,3% in valore. Dove sta il problema?
Sembra, quindi, che le stesse stazioni appaltanti che chiudono in negativo il mercato dei lavori, esprimano, invece, un segno positivo nel mercato dei servizi di progettazione ma sembra che non sia tutto oro quello che luce perché tali numeri positivi sono legati al fatto stesso che con il nuovo Codice dei contratti è stato cancellato l’appalto integrato e che, con la cancellazione dei bandi misti di progettazione ed esecuzione, tutto si sia spostato sui servizi di progettazione i cui bandi sono tornati in questi primi 9 mesi del 2016 con segno positivi.
In merito alla perdurante flessione dei lavori, il Presidente dell’ANAC Raffele Cantone, intervenendo alla 33ma Assemblea nazionale dell'Anci ha dichiarato che “Tutti si sono accorti che nel nuovo codice degli appalti c'erano più di 100 errori ma c'è una filosofia di fondo, quella della programmazione. Questo codice parte dall'idea della responsabilità: i "deve" sono stati sostituiti dai "'può'". Ora non si possono fare i lavori se non c'è una programmazione seria con un piano definitivo. È finita la pacchia delle varianti. Gli enti locali devono avere il tempo di adeguarsi come le Regioni devono individuare i fondi. Ma come è stato evidenziato sono diminuiti gli appalti anche del 70%: questo è un problema di adeguamento degli enti locali perché nel codice ci sono norme con criteri molto semplificati”.
Cantone ha, inoltre, confermato che ci sarà un testo unico per i regolamenti attuativi del Codice degli appalti anche se “abbiamo bisogno di tempo. Prima ci si dice che è fondamentale che le linee guida nascano dal confronto, poi ci si dice che si perde tempo. Non vogliamo fare linee guida al ribasso, i tempi non sono perentori per l'emanazione delle linee guida. Per il testo unico - ha aggiunto - bisogna attendere un po', più di un anno".
Infine, il presidente dell’ANAC si è soffermato sul tema della trasparenza. “Una trasparenza che funziona evita cento problemi anche dal punto di vista giudiziario. Ma le amministrazioni non vivano in maniera sbagliata questi adempimenti. I piani di prevenzione alla corruzione, ad esempio, devono essere un'opportunità per loro, anche se mi rendo conto che per la loro applicazione serve personale dotato di competenze adeguate”.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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