Centrali di committenza: OK alle convenzioni tra Comuni non capoluogo

Il Presidente dell'Associazione Nazionale Anticorruzione (ANAC) Raffaele Cantone, con un comunicato del 2 dicembre depositato in Segreteria il 9 dicembre 201...

11/12/2015
Il Presidente dell'Associazione Nazionale Anticorruzione (ANAC) Raffaele Cantone, con un comunicato del 2 dicembre depositato in Segreteria il 9 dicembre 2015, ha fatto seguito al Comunicato del 10 novembre 2015 relativo all'entrata in vigore dell'art. 33, comma 3-bis del d.lgs. n. 163/2006, in base al quale, dall'1 novembre 2015 i Comuni non capoluogo di provincia devono espletare le procedure di acquisizione di lavori servizi e forniture, attraverso le unioni di comuni, sottoscrivendo accordi consortili e avvalendosi dei competenti uffici anche delle province, ovvero ricorrendo agli strumenti elettronici di acquisto gestiti dalla Consip o da altro soggetto aggregatore di riferimento.

Nel comunicato viene precisato che, secondo quanto emerso dalle attività di rilascio dei CIG dell'Autorità e dai lavori del tavolo tecnico in essere con la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, nell'ipotesi in cui i comuni optino per lo schema organizzativo di carattere convenzionale - che non prevede l'istituzione di un autonomo soggetto dotato di personalità giuridica per lo svolgimento delle procedure di aggiudicazione - possono porsi problemi di competenza e di responsabilità, sia con riferimento agli adempimenti nei riguardi dell'Autorità, che più in generale nei rapporti con gli appaltatori, soprattutto in caso di contenzioso.

L'ANAC, per altro, con la determinazione n. 11 del 23 settembre 2015, ha già fornito molte indicazioni operative in ordine alle modalità di individuazione del RUP, per tutti casi di acquisto aggregato e, in particolare, quello in cui sia stato utilizzato uno schema organizzativo di carattere convenzionale con la scelta di un ente che funge da capofila.
Tuttavia, potrebbero residuare alcune questioni nella ripartizione degli obblighi informativi tra amministrazioni deleganti e delegate e nella identificazione del soggetto che ha la legittimazione attiva e passiva in giudizio, nelle ipotesi di contenzioso che riguardi la gara.

E' per queste ragioni che, con quest'ultimo comunicato, il Presidente Cantone richiama e ribadisce il criterio generale già enunciato nella determinazione n. 11 del 23 settembre 2015, in base al quale il miglior raccordo tra le amministrazioni coinvolte nelle diverse fasi del medesimo procedimento di aggiudicazione per definire le modalità di conduzione dello stesso, deve essere realizzato nell'ambito delle convenzioni; infatti, l'atto con il quale i comuni si aggregano al fine di procedere congiuntamente all'aggiudicazione degli appalti è lo strumento più adatto non solo "……..ad individuare la struttura o l'ufficio preposto alla gestione centralizzata della gara ma a formalizzare e regolamentare anche la disciplina che assicurerà il suo legittimo e corretto funzionamento, alla luce del quadro normativo di riferimento"..

Il Presidente Cantone ha invitato, pertanto, tutti i soggetti coinvolti nell'applicazione dell'art. 33, comma 3-bis, che intendono realizzare una forma di aggregazione di natura convenzionale, a provvedere ad una puntuale predeterminazione dei soggetti sui quali ricadranno sia gli obblighi informativi che la legittimazione attiva e passiva in giudizio, riservando a tali finalità apposite clausole delle convenzioni.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it
     
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