Codice Appalti e Direttive Europee: Colpo di scena con sospensione in Aula

Colpo di scena all'Assemblea della Camera dei Deputati in riferimento al disegno di legge recante "Deleghe al Governo per l'attuazione delle direttive 2014/2...

29/10/2015
Colpo di scena all'Assemblea della Camera dei Deputati in riferimento al disegno di legge recante "Deleghe al Governo per l'attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, sull'aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture".

Ieri pomeriggio, all'inizio della discussione sul provvedimento, il relatore Ermete Realacci ha chiesto il rinvio ad altra data dell'esame del disegno di legge delega giustificando tale richiesta con il fatto che in mattinata al Comitato dei nove (composto dai relatori e dai rappresentanti dei gruppi nella Commissione), il Viceministro Riccardo Nencini, per conto del Governo, ha chiesto alcuni giorni ulteriori di approfondimento, in relazione anche alla necessità di verificare se il testo, così come è venuto fuori dal lavoro della Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera possa essere approvato senza modifiche anche al Senato.

Contro tale richiesta è intervenuta Claudia Mannino portavoce del Movimento 5 Stelle che ha precisato come dopo la discussione sulle linee generali siano trascorse 3 settimane senza riuscire a passare alla votazione sugli emendamenti presentati.

Claudia Mannino ha, poi, precisato che "A detta del Governo, le criticità sono prevalentemente tre: quella relativa alla garanzia globale, ai subappalti e le deroghe per la protezione civile. Questi tre elementi, secondo il Governo, sono quelli che porterebbero, al Senato, ad un'interruzione dei lavori o, comunque, di fatto ad un blocco del provvedimento" ed ha, anche, aggiunto "Noi siamo convinti che all'interno di questo provvedimento ci sono tante altre questioni che sicuramente al Senato non potranno andare bene" esprimendo, per ultimo, parere negativo sul rinvio " anche perché non è stato detto dal Governo per quanto tempo (una settimana, due giorni, un mese, non si sa)".

In verità il provvedimento arriva in Aula, oltre che con un notevole numero di emendamenti, anche con i pareri delle altre commissioni in cui è possibile rilevare approvazioni con osservazioni e con condizioni.
C'è di più.
Nelle "Analisi degli effetti finanziari" predisposte dal Servizio Bilancio dello Stato della Camera dei Deputati e contenute nel documento n. 71 del 7 ottobre (Allegato alla presente) vengono espresse, in maniera del tutto chiara, alcune perplessità in merito al fatto che le disposizioni contenute nel ddl delega non comportino nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
Nel citato documento, alle pagine 8 e 9 vengono evidenziati in maniera inequivocabile "alcuni profili inerenti i principi e criteri di delega illustrati, rispetto ai quali si ritiene necessario acquisire elementi di informazione e valutazione dal Governo per una verifica dei potenziali effetti finanziari derivanti dall'esercizio della delega" tra i quali:
  • la previsione in capo all'ANAC, agenzia che rientra nel perimetro delle pubbliche amministrazioni ai fini del conto economico consolidato, di una pluralità di nuovi adempimenti, tra cui la direzione di un sistema amministrativo per incentivare la denuncia obbligatoria delle richieste estorsive (lettera l)) e la creazione, presso la stessa Agenzia, di un sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti e di un albo nazionale obbligatorio dei componenti delle commissioni giudicatrici, con specifiche attività di verifica (lettere t) e cc)). Sempre con riferimento alle medesime disposizioni, andrebbe acquisita una valutazione del Governo in merito ad eventuali oneri connessi all'adeguamento delle amministrazioni pubbliche al nuovo sistema di qualificazione;
  • la creazione presso il Ministero delle infrastrutture di un albo nazionale obbligatorio dei soggetti referenti negli appalti pubblici di lavori aggiudicati con la formula del contraente generale, con spese di tenuta dell'albo a carico dei soggetti interessati (lettera ff)). In proposito, andrebbe acquisita conferma che gli oneri derivanti da tale sistema siano integralmente sostenuti dai soggetti interessati, senza alcun riflesso per il Ministero delle infrastrutture anche con riferimento ad esigenze di cassa dovute ad eventuali scarti temporali tra l'insorgenza dei fabbisogni e il reperimento delle risorse;
  • le esigenze di adeguamento e di potenziamento delle dotazioni informatiche a disposizione delle pubbliche amministrazioni che potrebbero discendere dall'attuazione dei principi in materia di unificazione delle banche dati e digitalizzazione delle procedure di gara."

In pratica vengono nutriti seri dubbi sull'invarianza finanziaria, contenuta nel comma 9 dell'articolo 1, con la quale si prevede la non onerosità del provvedimento e viene ritenuto necessario acquisire elementi di informazione e valutazione dal Governo per una verifica dei potenziali effetti finanziari derivanti dall'esercizio della delega.

A cura di Arch. Paolo Oreto
     
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