Codice dei contratti: Il caos normativo sta paralizzando cittadini e imprese

La pubblicazione “Le mille e una norma - tutta la legislazione sui contratti pubblici dal 1994 ad oggi” non lascia scampo all’attuale legislazione italiana

di Redazione tecnica - 30/07/2020

Durissima presa di posizione dell’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) nei confronti dell’attuale legislazione sui Lavori Pubblici definita “Un mostrum normativo”. Gli interventi del Presidente Gabriele Buia e del Vice Presidente Edoardo Bianchi nel corso dell’evento web nel corso del quale è stata presentata la pubblicazione “Le mille e una norma - tutta la legislazione sui contratti pubblici dal 1994 ad oggi” non lasciano scampo né all’attuale legislazione italiana sugli appalti né ad una classe politica che ha legiferato veramente male e che, proprio negli ultimi anni ha visto una iperstaticità normativa che ha portato ad un aumento della legislazione in materia di appalti a un ritmo crescente. Si è passati in media da circa 8 provvedimenti l’anno negli anni ’90 ai quasi 30 nell’ultimo decennio con il 2019 come anno record con 49 provvedimenti e con un 2020 che sembra lo tallona con ben 23 provvedimenti in 7 mesi.

Evento web

L’evento web preannunciato nel corso del webinar promosso da LavoriPubblici.it (leggi articolo) ha avuto come protagonisti, insieme al Presidente Buia e al Vicepresidente Edoardo Bianchi, Marco Corsini, Vice Avvocato Generale dello Stato, Anna Finocchiaro, Presidente di ItaliaDecide, e Carlo Deodato, Presidente di sezione del Consiglio di Stato. A moderare l’evento Annalisa Chirico, Presidente di Fino a prova contraria e firma del Foglio.

Ipertrofia normativa

Spunto della discussione l’analisi Ance che racconta l’ipertrofia normativa in materia di appalti negli ultimi 26 anni: 45.520 pagine di norme, oltre 136 Km di carta, 158 giorni per leggerla senza considerare i rimandi. “Un ritmo in continua crescita - ha sottolineato Buia - se pensiamo che solo nel 2019 si è intervenuti ben 39 volte, e che dimostra come l’esigenza di snellire e semplificare tanto sbandierata da tutti i Governi degli ultimi dieci anni non sia mai stata perseguita in modo efficace”. Da ultimo il decreto semplificazioni che si accanisce sulle gare senza fare nulla di concreto per tagliare le procedure a monte.

Norme raddoppiate nell’ultimo decennio

Tesi ampiamente condivise nel corso del dibattito. Marco Corsini ha dichiarato, infatti, che nell’ultimo decennio le norme sono raddoppiate e il linguaggio è degenerato, in un moto perpetuo di continuo adattamento che non porta da nessuna parte. Il tema della qualità della legislazione e dell’apparato burocratico è stato affrontato anche da Anna Finocchiaro, la quale ha riconosciuto come i pubblici funzionari oggi, di fronte al caos normativo, sono smarriti quanto gli imprenditori. Più norme non producono più controlli ma solo più complicazione, ha aggiunto Carlo Deodato, parlando dell’attitudine distorta per cui nel nostro Paese si pretende di regolare tutto nei minimi particolari.

Conclusioni di Edoardo Bianchi

A tirare le fila della discussione Edoardo Bianchi: “Invece di adottare modelli di gestione più efficienti e vicini alle reali esigenze delle persone - ha dichiarato - si continua a normare come se il mondo della pubblica amministrazione fosse abitato solo da malandrini e come se tra stato e cittadini vigesse un vincolo inscindibile suddito-sovrano. Non è cosi che potremo risollevarci”.

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