Codice dei contratti, Raffaele Cantone (ANAC): 'Quanto accaduto su quel testo non ha molti precedenti nella storia del nostro Paese'

"Non credo di sbagliare nel dire che quanto accaduto su quel testo non ha molti precedenti nella storia del nostro Paese: adottato con grandi auspici e senza...

07/06/2019

"Non credo di sbagliare nel dire che quanto accaduto su quel testo non ha molti precedenti nella storia del nostro Paese: adottato con grandi auspici e senza nemmeno particolari contrarietà, da un giorno all’altro è diventato figlio di nessuno e soprattutto si è trasformato nella causa di gran parte dei problemi del settore e non solo. È innegabile che da quell’articolato sono derivate delle criticità, ma ciò è dovuto soprattutto al fatto che è stato attuato solo in parte, mentre i suoi aspetti più qualificanti (la riduzione delle stazioni appaltanti, i commissari di gara estratti a sorte, il rating d’impresa) sono rimasti sulla carta".

Queste le parole del Presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, alla presentazione della Relazione annuale sull'attività svolta dall'Autorità nel 2018, in cui non si è potuto fare a meno di parlare dell'applicazione del D.Lgs. n. 50/2016 (c.d. Codice dei contratti pubblici) e delle recenti modifiche in corso di definizione con la conversione in legge del Decreto-Legge 18 aprile 2019, n. 32 (c.d. Decreto Sblocca Cantieri).

Il Presidente ANAC ha definito "legittima" la decisione del Governo di modificare profondamente all'impianto normativo, nonostante la ripresa del mercato degli ultimi due anni con un aumento delle procedure di gara. Modifiche che saranno previste su due binari:

  • il decreto legge Sblocca Cantieri, annunciato a fine 2018 e appena definito dal Senato che lo ha trasmesso alla Camera dove, con ogni probabilità, sarà approvato con voto di fiducia per non sforare i tempi che ne inficerebbero l'entrata in vigore, il cui obiettivo era quello di far "ripartire le opere" (da qui il titolo "sblocca cantieri");
  • una legge delega all’esame del Parlamento per una riforma radicale del codice.

Cantone non ha potuto fare a meno di sottolineare il caos degli emendamenti presentati in Senato affermando "ad oggi si fa fatica ad orientarsi fra gli emendamenti e i subemendamenti approvati e modificati e a individuare, quindi, un testo su cui potersi confrontare" (affermazione effettuata prima dell'approvazione definitiva del Senato che ha finalmente dato un testo su cui cominciare a lavorare).

In riferimento al ritorno ad un regolamento attuativo che sostituisca le linee guida dell’Autorità, Cantone è stato chiaro "Non ci sentiamo di criticare questa opzione: la regolazione flessibile non è stata positivamente accolta dalle amministrazioni, abituate a regole rigide piuttosto che a criteri che richiedono l’esercizio di maggiore discrezionalità. Rivendichiamo, però, di aver fatto gran parte del lavoro che ci era stato chiesto (delle 10 linee guida previste ne sono state varate 7, peraltro modificate dopo il corposo “correttivo” del 2017) ed auspichiamo che molti dei contenuti possano essere recuperati nel futuro regolamento".

Ottimo lavoro che è stato più volte sottolineato dalla nostra redazione.

"Sui rimanenti 3 atti da adottare - continua il Presidente Cantone - segnalo che le linee guida sulla qualificazione delle stazioni appaltanti non possono essere emanate se non viene prima approvato il previsto d.P.C.M.; la predisposizione delle linee guida sui requisiti delle imprese fallite o in concordato era in fase avanzata ma dovrà ora tenere conto delle novità introdotte dal codice della crisi d’impresa del 12 gennaio 2019 e dallo stesso sblocca cantieri; infine, per le linee guida sul complesso tema del rating d’impresa, si è conclusa la seconda consultazione pubblica".

Molto critico in riferimento ad alcune modifiche previste dallo sblocca cantieri come l'incremento della soglia prevista per l'utilizzo delle procedure negoziate semplificate (con soli 3 preventivi) che secondo Cantone "aumenta certamente il rischio di scelte arbitrarie, se non di fatti corruttivi. Alcune opzioni, poi (il ritorno dell’appalto integrato, l’aumento della soglia dei subappalti al 40%, la possibilità di valutare i requisiti per la qualificazione delle imprese degli ultimi 15 anni, le amplissime deroghe al codice concesse ai commissari straordinari), paiono troppo attente all’idea del “fare” piuttosto che a quella del “far bene”".

Critico anche sulla sospensione dell’albo dei commissari di gara "proprio quando questa novità stava per partire, rischia di incidere su un momento topico della procedura, facendo venir meno un presidio di trasparenza, oltre che rendere inutile il cospicuo investimento economico (500 mila euro circa) che l’Autorità ha sostenuto per applicare la disposizione".

"Il giudizio complessivo sull’impianto resta - conclude Cantone sul tema appalti - sospeso anche in attesa che si completi l’iter legislativo della conversione e soprattutto dell’approvazione della legge delega. Un solo suggerimento sia, però, consentito: il settore degli appalti ha assoluto bisogno di stabilità e certezza delle regole, e non di continui cambiamenti che finiscono per disorientare gli operatori economici e i funzionari amministrativi".

E soprattutto su quest'ultima affermazione non possiamo che essere d'accordo con il Presidente Cantone.

A cura di Ing. Gianluca Oreto

© Riproduzione riservata