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Crediti e Debiti verso la P.A.: i decreti sulla compensazione

"Il recupero dei crediti che le aziende vantano nei confronti della pubblica amministrazione è importante, perché sono le nostre aziende, a volte quelle più ...

25/05/2012
"Il recupero dei crediti che le aziende vantano nei confronti della pubblica amministrazione è importante, perché sono le nostre aziende, a volte quelle più piccole e innovative, che in questa fase economica difficile non hanno abbassato la testa e stanno affrontando la crisi con determinazione. Per questo hanno bisogno di liquidità, carburante capace di riaccendere il motore della produttività e di vedere finalmente qualche spiraglio di luce".

Con queste parole, il Presidente del Consiglio Mario Monti, durante la conferenza stampa del Consiglio dei Ministri del 22 maggio scorso, ha annunciato il varo di un pacchetto di interventi composto da quattro decreti che mirano a ridurre lo stock dei debiti commerciali da parte delle pubbliche amministrazioni. L'intervento del Governo mira a risolvere in problema dei ritardati pagamenti delle P.A. entro la fine del 2012, in anticipo, quindi, rispetto alla direttiva europea sui ritardati pagamenti (metà marzo 2013) che regolamenta i termini di pagamento nei rapporti di fornitura ed, in particolare, fissa in 60 giorni il termine massimo inderogabile di pagamento nei rapporti commerciali tra imprese e P.A.

Con questo intervento, il Governo sarà in grado di realizzare un progressivo rientro del debito commerciale accumulato dalla P.A., riuscendo a smaltire una quota di 20/30 miliardi di euro già nel corso del 2012. Monti ha ricordato che già con il "decreto Cresci Italia" del dicembre 2011 erano stati stanziati 5,7 miliardi di euro per lo smaltimento dei crediti commerciali prevalentemente dell'amministrazione centrale.

Il percorso di interventi previsto dal Governo darà la possibilità alle imprese, nelle more del pagamento del credito, di scegliere se ottenere liquidità dal sistema bancario oppure compensare i propri crediti con i debiti a ruolo. Il sistema prevede una seconda fase che prevede lo stanziamento di ulteriori spazi di bilancio per il pagamento dei crediti delle imprese che non possono operare la compensazione.

I pacchetto di interventi prevede nello specifico 4 decreti e 1 accordo:
  • il primo decreto, già firmato dal Presidente del Consiglio, riguarda la Certificazione dei crediti da parte della P.A. rispetto alle amministrazioni centrali e gli enti nazionali;
  • il secondo, speculare, riguarda i crediti rispetto alle amministrazioni locali che necessita il parere da parte degli Enti Locali nella Conferenza Stato-Regioni;
  • il terzo, anche questo al visto della Conferenza Stato-Regioni, riguarda le compensazioni crediti/debiti e quindi la possibilità di poter utilizzare la certificazione del credito per estinguere i debiti a ruolo con il fisco;
  • il quarto, di responsabilità del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e il Ministero dello Sviluppo Economico, riguarda la possibilità di utilizzare il Fondo centrale di garanzia anche per garantire le imprese che vadano ad utilizzare i certificati per una anticipazione bancaria;
  • il quinto provvedimento è un Accordo tra l'Associazione Bancaria Italiana e le Associazioni imprenditoriali che sulla base del procedimento di certificazione dei crediti consentirà alle banche di offrire liquidità attraverso diversi meccanismi.

La parte portante è il meccanismo di certificazione dei crediti reso omogeneo attraverso un medesimo procedimento molto semplice che prevede la compilazione di modelli cartacei (inizialmente), successivamente la certificazione sarà effettuata esclusivamente via web.

Dal momento dell'invio della richiesta di certificazione, la P.A. ha 60 giorni di tempo per rispondere, riconoscendo il debito ed emanando la certificazione oppure argomentandone l'inesigibilità totale o parziale. In caso di mancata risposta nei 60 giorni dalla presentazione dell'istanza, il creditore può rivolgersi alla ragioneria dello Stato regionale che nominerà un "commissario ad acta" il quale, entro i successivi 60 giorni, dovrà verificare il motivo della mancata risposta e, se il motivo è dipeso solo dall'inerzia della P.A., potrà certificare il credito.

La certificazione del credito oltre a informare sull'entità dovrà informare circa la data di pagamento che non potrà superare i 12 mesi e consentirà al creditore di:
  • rivolgersi alle banche per ricevere liquidità attraverso un'anticipazione bancaria assistita da una garanzia fino al 70% da parte del Fondo Centrale di Garanzia (elevabile fino all'80% in caso di apporto di risorse da parte delle Regioni) e un importo massimo garantibile per singola impresa pari a 2,5 milioni di euro;
  • richiedere la compensazione del proprio credito con i debiti iscritti a ruolo alla data del 30 aprile 2012 per tributi erariali e per tributi regionali e locali nonché per contributi assistenziali e previdenziali e per premi per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali;
  • cededere il proprio credito presso intermediari finanziari riconosciuti. In tal senso la Consip s.p.a. sta predisponendo una piattaforma on line che consentirà di evitare, nel caso di cessione del credito, gli obblighi di redazione di atto pubblico e di notificazione nel caso di cessione.

Il commento del CNAPPC
"Crediamo debbano essere valutati positivamente i quattro Decreti appena varati dal Governo che affrontano, da un lato, il tema dello spaventoso debito della P.A. con i professionisti e le imprese, e dall'altro, consentono di avviare sia pure lentamente la ripresa economica. Positivo anche l'accordo con le banche volto a rendere disponibile la necessaria liquidità per far fronte alle esigenze produttive".

Con queste parole, il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori ha commentato i 4 decreti che il Governo si appresta a varare per far fronte al problema dei ritardi nei pagamenti da parte delle P.A. che il CNAPPC ha stigmatizzato durante il DDAY.

"L'auspicio - continua il CNAPPC - è che ora finalmente si avvii concretamente la Fase 2 della ripresa e che l'impegno di tutti sia quello di condurre il nostro Paese fuori dalle secche della recessione purtroppo certificata, anche in queste ore, dall'Istat che vede l'Italia all'ultimo posto in Europa nella classifica della crescita con un consistente distacco rispetto sia ai Paesi dell'eurozona, sia dell'Unione nel suo complesso".

"Gli architetti italiani - ha concluso il CNAPPC - credono fortemente che uno sforzo congiunto tra la politica e la società civile, anche attraverso l'ascolto delle necessità e dei progetti di chi tutti i giorni affronta i problemi del lavoro e si scontra con gli ostacoli burocratici che troppo frequentemente si frappongono allo sviluppo, senza garantire cittadini e ambiente, possa riportare il nostro Paese ad una condizione di serenità economica e di equilibrio sociale".

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