Ddl Concorrenza: è scontro tra RPT e OICE

È ormai scontro totale tra Consigli Nazionali dell'area tecnica, rappresentati dalla Rete delle Professioni Tecniche (RPT), e OICE. Il nodo è sempre lo stess...

16/09/2015
È ormai scontro totale tra Consigli Nazionali dell'area tecnica, rappresentati dalla Rete delle Professioni Tecniche (RPT), e OICE. Il nodo è sempre lo stesso: il Ddl Concorrenza all'esame della Commissione Finanze e Attività Produttive della Camera ed in particolare l'art. 31 che nell'ultimo anno ha subito diverse e spesso contrastanti modifiche.

L'ultima modifica approvata obbligherebbe le Società di Ingegneria che intendono operare nel settore privato a rispettare gli stessi requisiti richiesti alle Società tra Professionisti (StP) ed, in particolare, l'iscrizione all'ordine professionale che dall'OICE sarebbe stato definito un "illogico regalo agli ordini professionali" (leggi articolo).

Mentre, da una parte, sembrerebbe stata ormai chiarita la possibilità per le Società di Ingegneria di operare nel settore privato (la sentenza del Tribunale di Bologna n. 2481/2015 conferma che "il divieto di esercitare attività libero professionale in forma societaria è stato abrogato dalla legge 266/1997, e l'articolo 17 comma 6 della legge 109/94 detta una definizione delle società che possono effettuare attività di progettazione, direzione lavori ed accessori applicabile anche ai lavori privati"), dall'altra l'OICE ha criticato fortemente l'art. 31 del Ddl Concorrenza perché "introduce vincoli e balzelli per condizionare la - invece pacifica - legittimità dei contratti stipulati dalle società di ingegneria con committenti privati".

Positiva è stata, naturalmente, la reazione della Rete delle Professioni Tecniche che, rappresentando i Consigli Nazionali delle Professioni Tecniche e quindi gli Ordini e Collegi professionali, non poteva essere che soddisfatta di quest'ultima modifica. "Ringraziamo il Governo e le Commissioni della Camera - ha commentato il Coordinatore Nazionale Armando Zambrano - per aver dato ascolto alle nostre istanze. Si blocca il tentativo di chi vorrebbe operare fuori dalle regole, violando evidenti principi Costituzionali ma anche della concorrenza.

In un comunicato dell'ultima ora la RPT ha affermato che "I professionisti tecnici italiani esprimono soddisfazione per la tanto auspicata modifica dell'articolo 31 del Ddl Concorrenza, in tema di società di ingegneria. Nel corso dell'esame, infatti, le Commissioni Finanze e Attività Produttive della Camera hanno approvato l'emendamento 31.7 Senaldi che consente alle Società di ingegneria di operare nel settore privato solo a patto di possedere gli stessi requisiti già richiesti alle Società tra Professionisti (STP) ed agli stessi professionisti che già operano in questo campo. Da quanto risulta,il provvedimento dovrebbe andare in aula entro il prossimo 23 settembre per l'approvazione definitiva alla Camera, per poi passare al Senato".

In particolare, anche le Società di Ingegneria dovranno:
  • prevedere che l'esecuzione dell'incarico professionale sia eseguito solo dai soci in possesso dei requisiti per l'esercizio della prestazione professionale richiesta;
  • avere una copertura assicurativa;
  • essere iscritte all'Albo professionale;
  • rispettare le norme deontologiche.

Il comunicato della RPT è andato, però, oltre precisando che "In caso di assenza dei suddetti requisiti le Società di ingegneria continueranno a non poter operare nel mercato privato" e, quindi, ammettendo implicitamente che fin'ora non siano abilitate a operare nel mercato privato.

Pesantissime le parole del Coordinatore Zambrano che avrebbe affermato "come ha affermato la stessa Commissione Giustizia nel suo parere al provvedimento, la formulazione originaria dell'art.31 avrebbe creato una condizione anticoncorrenziale, attribuendo un enorme vantaggio competitivo alle Società di ingegneria che solo soggetti poco rispettosi dei principi della libera concorrenza e del mercato, su un campo così delicato come la tutela dei committenti privati, possono pretendere di difendere", sottintendendo che l'OICE sarebbe il soggetto poco rispettoso dei principi di libera concorrenza (o sono io che penso male?).

"L'art. 31 - termina Zambrano - non nasce da una sollecitazione dell'Autorità per la Concorrenza, ma dalla protervia di chi mira ad ottenere attraverso la legge vantaggi e protezioni. Le migliaia di società di ingegneria che hanno operato correttamente negli anni nel settore dei lavori pubblici, astenendosi dall'intrattenere rapporti con la committenza privata, e che non si sentono oggi adeguatamente rappresentate, plaudono con noi professionisti all'equilibrata soluzione elaborata dal Governo e dalle Commissioni parlamentari".

Pronta è arrivata la risposta del Presidente OICE Ing. Patrizia Lotti che ha inviato a noi una nota affermando: "Il presidente Zambrano sarebbe bene che si limitasse a parlare ai e per i suoi iscritti, evitando di menzionare le società di ingegneria e un settore imprenditoriale rispetto al quale non ha alcuna competenza e, men che meno, rappresentanza".

"Le società di ingegneria - ha continuato il numero uno dell'OICE - tutto stanno facendo tranne che "plaudire" allo scempio giuridico che, con la disattenzione colpevole del Governo e dei parlamentari, è stato scelleratamente posto in essere, con ripercussioni e danni che potranno agevolmente essere fatti presenti in tutte le sedi, anche a livello comunitario. Al massimo potrà parlare per quelle 12 società tra professionisti che, grazie al flop della legge 183/2011, sono state costituite in quasi tre anni. Lezioni sul piano della concorrenza non le accettiamo da nessuno visto che da 20 anni e più contribuiamo a portare alto il nome dell'ingegneria italiana all'estero con le nostre società che si confrontano con realtà molto più robuste, strutturate e complesse".

"Al di là delle provocazioni - ha terminato l'ing. Lotti - inviterei tutti, Governo, Parlamento e professionisti in buona fede, ivi compresi tutti i presidenti degli ordini provinciali proprietari di società di ingegneria, a leggere la sentenza del tribunale di Bologna del 7 agosto 2015 n. 2481 che legittima i contratti che le loro società hanno stipulato negli anni scorsi con committenti privati; capiranno anch'essi quanto sia inutile e dannoso il permanere della norma votata la scorsa settimana".

Certo che la questione non si chiuderà facilmente, lascio a voi ogni commento.

A cura di Gianluca Oreto
   
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