Economia circolare e Rigenerazione: le proposte di ANCE alla Camera

Dopo lo “sviluppo sostenibile” e la “green economy”, al centro dell'agenda europea per l'efficienza delle risorse stabilita nell'ambito della strategia Europ...

11/02/2016

Dopo lo “sviluppo sostenibile” e la “green economy”, al centro dell'agenda europea per l'efficienza delle risorse stabilita nell'ambito della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, c'è la transizione verso quella che è stata definita "economia circolare".

Su questo argomento si è svolta il 10 febbraio 2016 l’audizione informale dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE) presso la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati dove si sono esaminate le proposte europee in materia di rifiuti che compongono il cosiddetto “pacchetto sull’economia circolare”.

Cos'è l'economia circolare?

Occorre premettere che i sistemi a economia circolare sono quelli in cui i prodotti mantengono il loro valore aggiunto il più a lungo possibile e non ci sono rifiuti. I prodotto, quindi, non si esaurisce mai e quando raggiunge la fine del ciclo di vita per il quale è stato pensato, le sue risorse restano all'interno del sistema economico, in modo da poter essere riutilizzate più volte a fini produttivi e creare così nuovo valore. Come illustrato nella comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo del 25 settembre 2014, per poter passare ad un'economia più circolare occorre apportare cambiamenti nell'insieme delle catene di valore, dalla progettazione dei prodotti ai modelli di mercato e di impresa, dai metodi di trasformazione dei rifiuti in risorse alle modalità di consumo: ciò implica un vero e proprio cambiamento sistemico e un forte impulso innovativo, non solo sul piano della tecnologia, ma anche dell'organizzazione, della società, dei metodi di finanziamento e delle politiche. Anche in un'economia fortemente circolare permane qualche elemento di linearità, poiché non si arresta la domanda di risorse vergini e si producono rifiuti residui che vanno smaltiti.

L'Audizione ANCE alla Camera

Durante l'audizione presso la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, il Presidente ANCE, Ing. Claudio De Albertis, ha ricordato gli elementi chiave del pacchetto di misure sull’economia circolare adottato dalla Commissione UE che comprende un Piano di Azione globale e quattro Comunicazioni contenenti proposte di modifica di alcune Direttive, tra cui la Direttiva quadro sui rifiuti e quella sulle discariche. Tale Piano intende fornire indicazioni agli Stati membri su una serie di ambiti economici e produttivi tra cui la progettazione ecocompatibile dei prodotti, l’utilizzo sostenibile delle risorse e la gestione dei rifiuti. Il settore edile è tra quelli che la Commissione Europea considera “prioritari” per la specificità dei prodotti e della relativa catena del valore.

In particolare, secondo la Commissione Europea, il maggior contributo alla produzione annua di rifiuti speciali a livello europeo è dato proprio dalle attività di costruzione e demolizione, poiché la gestione dei rifiuti (recupero o smaltimento) ha un impatto diretto sulla qualità e quantità delle materie prime, dato che è grazie alla re-immissione nel mercato dei materiali riciclabili che diventa possibile contrastare il depauperamento delle risorse naturali.

Nel contesto dell’economia circolare il settore delle costruzioni riveste un ruolo cardine anche in virtù delle ingenti quantità di energia impiegate, sia come energia consumata in senso lato per l’attività di costruzione (dalla produzione dei materiali alla realizzazione delle opere edili), sia come energia utilizzata durante la vita utile dell’opera.

Il Presidente De Albertis ha, quindi, evidenziato gli ambiti in cui le costruzioni possono contribuire allo sviluppo dell’economia circolare, tra cui in particolare:

  • le nuove costruzioni, sia edifici che infrastrutture, in cui da una parte occorre muoversi, per gli edifici, nella direzione degli “edifici a energia quasi zero”, anche mediante la sostituzione del patrimonio edilizio ormai vetusto, dall’altra è necessario favorire l’utilizzo di materiali costruttivi il cui impatto sull’ambiente sia sempre più ridotto;
  • il patrimonio edilizio esistente, cui sono imputabili, per ragioni di vetustà ed obsolescenza, la gran parte dei consumi di energia, nonché l’utilizzo di materiali non ecocompatibili;
  • le città in senso lato, perché la sfida della sostenibilità e dell’economia circolare deve essere affrontata con una visione d’insieme. Da qui la necessità di una “rivoluzione culturale” che metta al centro il saldo zero nel consumo del suolo;
  • la crescita dell’impiego dei materiali derivanti da processi di recupero.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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