Federcontribuenti: imponibile liberi professionisti aumentato fino al 70% del reddito effettivo

Le regole per il calcolo delle imposte aumentano l'imponibile rispetto al reddito effettivo fino al 49% in caso di impresa individuale e fino al 70% per un l...

17/03/2015
Le regole per il calcolo delle imposte aumentano l'imponibile rispetto al reddito effettivo fino al 49% in caso di impresa individuale e fino al 70% per un libero professionista.

E' quanto emerge da uno studio del Centro studi Anticrisi della Federcontribuenti che ha analizzato il calcolo delle imposte in riferimento al reddito effettivo di un'impresa individuale con un fatturato di 100.000 euro e un libero professionista con fatturato di 40.000 euro. Federcontribuenti ha rilevato come nel calcolo delle imposte un piccolo imprenditore pagherà fino a 4.500 euro in più in un anno e un libero professionista fino a 3.000 euro, con degli incrementi proporzionali anche per i contributi previdenziali.

Riportiamo di seguito gli esempi riportati da Federcontribuenti.

Impresa individuale con fatturato di 100.000 euro e con un dipendente a libro paga
Nel calcolo dei costi, Federcontribuenti prende in considerazione:
  • locazione laboratorio: 800 euro al mese, 9.600 all'anno;
  • utenze: 200 euro al mese, 2.400 euro annue;
  • costo del dipendente: 30.000 euro;
  • autovettura di servizio (acquisto o leasing, bollo, assicurazione e carburante): 8.000 euro l'anno (di cui solo 1.600 euro sono deducibili).
E' stata prevista anche una spesa di 15.000 euro annui per il materiale necessario a svolgere l'attività, 250 euro al mese per gli interessi e spese bancarie pagate per far fronte agli investimenti dell'attività. Costo totale annuo pari a euro 61.663,80.

Depurati i costi, dal fatturato resta un reddito ante imposte pari a 31.200 euro.
Qui Federcontribuenti mostra l'inganno dell'erario: il reddito dichiarato, applicando quanto richiesto dall'Erario, sarà pari a 38.336,20 per l'Irpef e 69.336,20 per l'Irap, che producono un importo di imposte (irpef e addizionali) pari ad euro 13.635. Se il fisco avesse consentito di dichiarare il reddito effettivo, con le stesse regole, l'importo delle imposte si sarebbe ridotto a 9.133 euro, quindi il fisco ha aumentato le imposte effettive del 49%.
L'imprenditore guadagnerà al netto delle imposte sulla propria attività 17.565 euro dalle quali andranno decurtate le spese del commercialista e le imposte dirette e indirette come capo famiglia partendo da un utile di 100 mila euro.

Libero professionista con un fatturato di 40.000 euro
Nel calcolo dei costi, Federcontribuenti prende in considerazione:
  • affitto ufficio: 600 euro al mese;
  • utenze: 200 euro al mese;
  • software per programmi tecnici: 1.000 euro annui;
  • trasferte: 200 euro annui;
  • autovettura: 20.000 euro che costa 250 euro al mese di carburante e 800 euro l'anno di assicurazione.
Dal calcolo, Federcontribuenti non ha tenuto in considerazione:
  • formazione obbligatoria;
  • assicurazione professionale obbligatoria.

Dal quadro complessivo emerge che al professionista resta un reddito ante imposte pari a 18.200 euro annui.
Anche in questo caso, Federcontribuenti ha rilevato l'inganno dell'erario: il reddito dichiarato, applicando quanto richiesto dall'Erario, sarà pari a 26.936,20, che producono un importo di imposte (irpef e addizionali) pari ad euro 6.602. In buona sostanza il professionista è tassato per 6.602,00 euro su 18.200,00 effettivamente guadagnati. Se il fisco avesse consentito di dichiarare il reddito effettivo, con le stesse regole l'importo delle imposte si sarebbe ridotto ad euro 3.875, quindi il fisco con le sue regole ha aumentato le imposte effettive del 70%.

Il libero professionista al netto delle imposte avrà un guadagno pari a euro 20 mila circa a fronte di un ricavo di 40 mila euro. Anche qui si deve tener conto che il guadagno al netto sarà decurtato da altre imposte, dirette e non per la gestione della vita privata o familiare.

"Con questo pallottoliere - termina Federcontribuenti - abbiamo voluto dimostrare l'accanimento fiscale effettivo del governo ricordando che abbiamo escluso dalla somma delle imposte altre tasse come la spazzatura. La domanda resta la stessa: tutto questo è legittimo, è tollerabile, è equo? Totò diceva: è la somma che fa il totale, significa che nella vita contabile di un contribuente dobbiamo tener conto dell'intero carico fiscale che gli toglie denaro sia come lavoratore sia come cittadino".

A cura di Gianluca Oreto -
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