Istat e Indici prezzi al consumo agosto 2020: variazione negativa dello 0,2% rispetto mese precedente

L'indice dei prezzi al consumo al lordo dei tabacchi ad agosto 2020 ha registrato l'aumento dello 0,3% su base mensile e la diminuzione dello 0,5% su base annua

di Redazione tecnica - 17/09/2020

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Agosto 2020; l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, al lordo dei tabacchi, nel mese di agosto 2020 ha registrato un aumento dello 0,3% su base mensile ed una diminuzione dello 0,5% su base annua (da -0,4% del mese precedente), confermando la stima preliminare.

Trattamento di fine rapporto

Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Agosto 2020 ed il 14 Settembre 2020, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2019 del +1,000000.

Con gli indici di gennaio 2018, l’Istat avvia, per la stima dell’inflazione, l’utilizzo dei dati sui prezzi registrati alle casse di ipermercati e supermercati mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data). Questo utilizzo riguarda i prezzi dei beni alimentari confezionati, per la cura della casa e della persona. Come previsto dal Regolamento (CE) n. 1921 (19/10/2001), nel corso del 2018 sarà diffusa la stima dell’impatto di questa nuova fonte di dati sul tasso di variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA).

Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).

Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.

Aumento dello 0,3% su base mensile e diminuzione dello 0,5% su base annua      

Agosto, con un aumento dello 0,3% su base mensile e una diminuzione dello 0,5% su base annua, registra il consueto aumento congiunturale dei prezzi al consumo dovuto a fattori stagionali legati alle vacanze estive che, quest’anno, si sovrappone alla riapertura di gran parte delle attività della filiera turistica. Ciononostante, per alcuni comparti dei servizi legati ai trasporti, la crescita dei prezzi su base mensile è inferiore a quella dello scorso anno, determinando una maggiore flessione tendenziale che si riflette su quella dell’indice generale. L’inflazione negativa, più ampia di un decimo di punto rispetto a luglio (non era così da aprile 2016), si conferma quindi per il quarto mese consecutivo.

In un quadro che vede l’inflazione negativa ancora determinata per lo più dagli andamenti dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da -13,6% a -13,7%) e di quelli non regolamentati (da -9,0% a -8,6%), l’ampliarsi della flessione dell’indice generale si deve prevalentemente al calo più netto dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da -0,9% a -2,3%). Si confermano invece in crescita, seppur in rallentamento, i prezzi sia dei Beni alimentari lavorati (da +0,6% a +0,4%) sia di quelli non lavorati (da +2,5% a +2,0%).

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici decelerano entrambe, rispettivamente da +0,4% a +0,3% e da +0,6% a +0,4%.

L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente alla crescita dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+3,0%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,5%), a causa di fattori stagionali, solo in parte compensata dal calo dei Beni alimentari non lavorati (-0,6%).

L’inflazione acquisita per il 2020 è pari a zero per l’indice generale e a +0,8% per la componente di fondo.

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano da +1,2% a +0,9%, mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto accentuano di poco la loro flessione da -0,1% a -0,2%.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce dell’1,3% su base mensile e dello 0,5% su base annua (da +0,8% di luglio), confermando la stima preliminare. È l’avvio ad agosto in quasi tutte le regioni dei saldi estivi di Abbigliamento e calzature (di cui il NIC non tiene conto) a produrre sia il marcato calo congiunturale sia l’inversione di tendenza dell’IPCA, che si allinea così all’indice NIC. I prezzi di Abbigliamento e calzature registrano, infatti, una vistosa diminuzione congiunturale (-18,6%) molto più ampia di quella di agosto 2019 quando fu pari a -6,6% (i saldi erano iniziati a luglio) e quindi un forte rallentamento tendenziale che si riflette sull’andamento dell’indice generale.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% su base mensile e una diminuzione dello 0,7% su base annua.

Per le modalità con le quali è stata affrontata, per le stime di agosto, la situazione di progressiva riduzione della gravità dell’emergenza sanitaria e di riapertura di buona parte delle attività commerciali di offerta di beni e servizi di consumo, si veda la Nota metodologica alle pagine 20, 21 e 22.

Indice annuale e biennale locazioni

Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al -0,525% e l'indice biennale al -0,300%.

Variazioni congiunturali

L'Istat spiega che, nel mese di agosto 2020, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nelle divisioni di spesa Trasporti (+1,4%), Ricreazione, spettacoli e cultura (+0,3%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+0,3%), Altri beni e servizi (+0,3%), Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+0,2%).

Variazioni nulle si sono registrate nei capitoli Mobili, articoli e servizi per la casa, Servizi sanitari e spese per la salute, Istruzione

Variazioni congiunturali negative si sono verificate nelle divisioni di spesa Comunicazione (-0,4%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (-0,3%), Abbigliameno e calzature (-0,2%), Bevande alcoliche e tabacchi (-0,1%).

Variazioni tendenziali

Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrati nei capitoli Bevande alcoliche e Tabacchi (+1,9%), Altri beni e servizi (+1,8%), Istruzione (+1,2%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+1,1%), Abbigliamento e calzature (+0,8%), Mobili, articoli e servizi per la casa (+0,8%), Servizi sanitari e per la salute (+0,6%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+0,4%).

Incrementi tendenziali nulli si sono registrati in nessun capitolo.

Gli incrementi tendenziali negativi si sono registrati nei capitoli si sono registrati nei capitoli Comunicazioni (-5,8%), Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (-3,9%), Trasporti (-3,9%), Ricreazione, spettacoli e cultura (-0,7%).

Variazioni tendenziali nelle 20 città capoluogo

Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Trento (+0,7%), Bolzano e Perugia  (+0,5% per entrambe), Napoli (+0,3%), Bari (-0,1%), Ancona e Catanzaro (+0,2% per entrambe), Cagliari, Livorno, Palermo e Reggio Calabria (-0,4%% per tutte e quattro), Torino (-0,5%), Potenza, Ravenna e Trieste (-0,6% per tutte e tre), Catania, Milano e Modena, (-0,7% per tutte e tre), Firenze, Messina e Roma (-0,8% per tutte e tre), Bologna, Genova, Padova e Parma (-0,9% per tutte e quattro), Aosta e Brescia (-1,0% per entrambe), Reggio Emilia (-1,1%), Verona (-1,6%), Venezia (-1,8%).

I prossimi indici saranno pubblicati il 16 settembre 2020.        

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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