Istat e Indici prezzi al consumo aprile 2020: variazione negativa dello 0,1% rispetto mese precedente

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Aprile 2020

di Redazione tecnica - 20/05/2020

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Aprile 2020; l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, al lordo dei tabacchi, nel mese di aprile 2020 ha registrato un aumento dello 0,1% sia su base mensile sia su base annua confermando la stima preliminare.

Trattamento di fine rapporto

Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Aprile 2020 ed il 14 Maggio 2020, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2019 del +0,500000.

Con gli indici di gennaio 2018, l’Istat avvia, per la stima dell’inflazione, l’utilizzo dei dati sui prezzi registrati alle casse di ipermercati e supermercati mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data). Questo utilizzo riguarda i prezzi dei beni alimentari confezionati, per la cura della casa e della persona. Come previsto dal Regolamento (CE) n. 1921 (19/10/2001), nel corso del 2018 sarà diffusa la stima dell’impatto di questa nuova fonte di dati sul tasso di variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA).

Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).

Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.

Aumento dello 0,1% su base mensile e nulla su base annua

Nel mese di aprile 2020, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,1% su base mensile e una variazione tendenziale nulla (da +0,1% del mese precedente), confermando la stima preliminare.

L’azzeramento dell’inflazione è imputabile prevalentemente ai prezzi dei Beni energetici, che amplificano la loro flessione sia nella componente regolamentata (da -9,4% a -14,1%) sia in quella non regolamentata (da -2,7% a -7,6%); questa dinamica è in parte compensata dall’accelerazione dei prezzi dei Beni alimentari (da +1,1% a +2,7%), trainata dagli Alimentari non lavorati (+4,3%) e, in misura minore, dalla riduzione della flessione dei prezzi dei Servizi relativi alle comunicazioni (da -2,6% a -1,3%).

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici accelerano rispettivamente a +0,8% a +1,0%, entrambe da +0,7%.

L’inflazione acquisita nel 2020 è pari a +0,1% per l’indice generale e a +0,7% per la componente di fondo.

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona accelerano in modo marcato da +1,0% a +2,5%, mentre la crescita di quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto passa da +0,6% a +0,8%.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,5% su base mensile e dello 0,1% su base annua (come nel mese precedente), confermando la stima preliminare.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra una diminuzione dello 0,1% sia su base mensile sia su base annua.

Indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati

Gli indici dei prezzi al consumo di aprile sono stati elaborati nel contesto dell’emergenza sanitaria dovuta al diffondersi del Coronavirus in Italia, che ha visto prolungarsi la sospensione delle attività di ampi segmenti dell’offerta di beni e servizi di consumo e confermate le misure di limitazione alla mobilità personale e di distanziamento sociale per il contrasto della pandemia. L’impianto dell’indagine sui prezzi al consumo, basato sull’utilizzo di una pluralità di canali per l’acquisizione dei dati, ha consentito di ridurre gli effetti negativi dell’elevato numero di mancate rilevazioni. La situazione che si è venuta determinando e le modalità con le quali è stata affrontata sono illustrate nella Nota metodologica, alle pagine 19 e 20.

Indice annuale e biennale locazioni

Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al -0,075% e l'indice biennale al +0,600%.
L'Istat spiega che, nel mese di aprile 2020, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nei capitoli Servizi ricettivi e di ristorazione (+2,6 %), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+1,3%), Bevande alcoliche e tabacchi, Abbigliameno e calzature (+0,3% per entrambi), Mobili, articoli e servizi per la casa, Servizi sanitari e spese per la salute, Comunicazioni (+0,1% per tutti e tre).

Variazioni congiunturali

L'Istat spiega che, nel mese di marzo 2020, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nei capitoli Servizi ricettivi e di ristorazione (+2,6%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+1,3%), Bevande alcoliche e tabacchi e Abbigliamento e Calzature (+0,3% per entrambi), Servizi sanitari e spese per la salute e Mobili, articoli e servizi per la casa (+0,1% per entrambi), Altri beni e servizi, Istruzione (+0,0%per entrambi),.

Variazioni nulle non si sono registrate nei Capitoli Altri beni e servizi, Istruzione.

Variazioni congiunturali negative si sono verificate nei capitoli Abitazione, acqua, energia (-3,9%), Trasporti (-0,6%), Ricreazione, spettacoli, cultura e (-0,1%).

Variazioni tendenziali

Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrati nei capitoli Prodotii alimentari e bevande analcoliche (+2,8%), Bevande alcoliche e Tabacchi (+2,3%), Altri beni e servizi (+1,4%), Istruzione (+1,2%), Servizi ricettiv e di ristorazione (+1,0%), Abbigliamento e calzature (+0,9%), Mobili, articoli e servizi per la casa (+0,8%), Servizi sanitari e per la salute (+0,6%).

Incrementi tendenziali nulli si sono registrati in nessun capitolo.

Gli incrementi tendenziali negativi si sono registrati nei capitoli si sono registrati nei capitoli Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (-4,2%), Comunicazioni (-3,4%), Trasporti (-2,5%), Ricreazione, spettacoli e cultura (-0,1%).

Variazioni tendenziali nelle 20 città capoluogo

Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Palermo (+1,0%), Perugia, Napoli e Bolzano (+0,6% per tutte e tre), Trieste (+0,4), Bari (+0,3), Firenze, Roma, Genova, Padova e Livorno (+0,2% per tutte e cinque), Catania, Cagliari, Messina e Trento (+0,1% per tutte e quattro), Brescia, Torino, Modena e Reggio Calabria (+0,0% per tutte e quattro), Ravenna e Catanzaro (-0,1 per entrambe), Venezia e Milano (-0,2 per entrambe), Parma (N.D.), Verona, Bologna e Ancona (-0,3% per tutte e tre), Reggio Emilia e Potenza (-0,4% per entrambe) e Aosta (-0,8).

I prossimi indici saranno pubblicati il 15 giugno 2020.        

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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