Istat e Indici prezzi al consumo ottobre 2018: Nessuna variazione rispetto mese precedente

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Ottobre 2018; l'indice dei prezzi al consumo per le fa...

22/11/2018

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Ottobre 2018; l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati non ha avuto variazioni nel mese di ottobre 2018 attestandosi nuovamente, con la nuova base 2015, sul valore 102,50 senza alcuna variazione rispetto a quello del mese precedente.
La variazione mensile, al lordo dei tabacchi è stata nulla e quella annua del +1,50%. Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Ottobre 2018 ed il 14 Novembre 2018, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2017 del + 2,214392%.

Con gli indici di gennaio 2018, l’Istat avvia, per la stima dell’inflazione, l’utilizzo dei dati sui prezzi registrati alle casse di ipermercati e supermercati mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data). Questo utilizzo riguarda i prezzi dei beni alimentari confezionati, per la cura della casa e della persona. Come previsto dal Regolamento (CE) n. 1921 (19/10/2001), nel corso del 2018 sarà diffusa la stima dell’impatto di questa nuova fonte di dati sul tasso di variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA).

Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).

Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.

Nel mese di ottobre 2018, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, non cambia rispetto al mese precedente ed aumenti dell’1,6% su base annua (era +1,4% a settembre) confermando la stima preliminare.

La leggera ripresa dell’inflazione si deve principalmente all’impennata dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da +5,6% di settembre a +10,7%) e all’accelerazione dei prezzi dei Servizi vari (da +0,5% a +2,3%), in parte mitigate dal rallentamento dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (che passano da +2,4% a +0,8%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,5% a +1,8%).

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rimane stabile a +0,7%, mentre quella al netto dei soli beni energetici passa da +0,9% osservato nel mese precedente a +0,8%.

La stabilità congiunturale dell’indice generale dei prezzi al consumo è la sintesi di dinamiche opposte. La crescita dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (+5,8%) e, in misura più contenuta, di quelli non regolamentati (+1,4%), è infatti bilanciata dalla flessione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-2,1%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-0,7%), per lo più imputabile a fattori di tipo stagionale.

L’inflazione accelera per i beni (da +1,7% registrato nel mese precedente a +1,8%) e per i servizi (da +1,0% a +1,3%); rispetto al mese di settembre il differenziale inflazionistico tra servizi e beni rimane negativo e passa da -0,7 punti percentuali a -0,5.

L’inflazione acquisita per il 2018 è +1,2% per l’indice generale e +0,7% per la componente di fondo.

Si attenuano le tensioni sui prezzi dei prodotti di largo consumo: i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano da +1,5% a +0,7%, attestandosi al di sotto, quindi, dell’inflazione generale, mentre i prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto passano da +2,3% a +2,0%, con una crescita più sostenuta di quella dell’indice generale dovuta soprattutto ai Beni energetici non regolamentati.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,2% su base mensile e dell’1,7% su base annua (in accelerazione da +1,5% di settembre), confermando la stima preliminare.

Dopo sei mesi nei quali era stata più elevata di quella dell’intero paniere, l’inflazione dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, torna al di sotto di quella generale. Questo rallentamento è dovuto soprattutto alla componente, particolarmente volatile, degli Alimentari non lavorati (in particolare vegetali e frutta fresca) i cui prezzi frenano rispetto a quanto registrato a settembre. A questo andamento si contrappongono gli ampi aumenti dei prezzi dei Beni energetici, che tornano a registrare tassi di crescita di poco superiori al 10%. Aumentano soprattutto i prezzi dell’energia elettrica e del gas di rete, la cui dinamica si somma a quella, già molto sostenuta, dei prezzi dei carburanti.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra una variazione nulla su base mensile e cresce dell’1,5% rispetto a ottobre 2017.

Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al +1,125% e l'indice biennale al +1,800%
L'Istat spiega che, nel mese di ottobre 2018, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nei capitoli Abitazione, acqua, energia  (+4,8%), Trasporti, (+3,9%), Bevande alcoliche e tabacchi (+3,2%), Altri beni e servizi (+2,6%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+1,2%), Alimentari e bevande analcoliche (+0,7%), Abbigliamento e calzature (+0,2%), Mobili, articoli e servizi per la casa, Salute (+0,1% per entrambi).

Variazioni nulle si sono registrate nel capitolo Istruzione

Variazioni congiunturali negative si sono verificate nei capitoli Comunicazioni, (-4,6%), Ricreazione, spettacoli e cultura (-0,1%).

Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrati nei capitoli Beni energetici (+10,1%), Tabacchi (+2,9%), Servizi relativi ai trasporti (+1,8%), Beni alimentari e Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,0% per entrambi).

Quelli più contenuti si sono registrati nei capitoli Servizi vari (+2,3%), Servizi relativi all'abitazione (+0,5%).

Incrementi tendenziali nulli si sono registrati in nessun capitolo.

Gli incrementi tendenziali negativi si sono registrati nei capitoli Servizi relativi agli Altri beni (-0,5%).

Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Reggio Emilia (+2,3%), Bolzano (+2,1%), Padova (+2,0%), Bologna, Livorno, Ravenna e Trieste (+1,9% per tutte e quattro), Brescia (+1,8%), Parma (+1,7%), Catanzaro, Messina, Roma, Torino, Trento e Verona  (+1,6% per tutte e sei), Bari, Firenze, Milano, Modena, Napoli, Palermo, Reggio Calabria (+1,5 per tutte e sette), Aosta, Cagliari, Catania e Genova (+1,4% per tutte e quattro), Venezia (+1,2%), Potenza (+1,0%), Ancona (0,8%), Perugia (+0,7%).

I prossimi indici saranno pubblicati il 14 Dicembre 2018.        

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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