Nuovo Codice Appalti, OICE: “Necessario attento monitoraggio dei bandi"

A distanza di quasi 3 mesi dalla pubblicazione del D.Lgs. n. 50/2016, sono ancora in molti a non vedere relazioni tra l'assenza di un corretto ed equilibrato...

14/07/2016

A distanza di quasi 3 mesi dalla pubblicazione del D.Lgs. n. 50/2016, sono ancora in molti a non vedere relazioni tra l'assenza di un corretto ed equilibrato periodo transitorio e la diminuzione del numero di appalti pubblici.

Nonostante il crollo dei bandi a partire dal 19 aprile 2016 sia stato evidente, c'è chi lo attribuisce ad alcuni fattori che esulano dalla bontà delle nuove regole, quali:

  • la corsa alla pubblicazione - Le amministrazioni si sarebbe affrettate nella pubblicazione dei bandi (anche se questa è una motivazione che poteva andar bene per le prime settimane e non a distanza di quasi 3 mesi);
  • l'ostilità e il preconcetto generati da una stampa politicizzata e da alcuni operatori eccessivamente pessimisti;
  • la tendenza negativa degli appalti cominciata già molti mesi prima.

Aldilà di questa possibile correlazione, l'OICE, l’Associazione delle società di ingegneria e di architettura aderente a Confindustria, ha sottolineato l'importanza di un "attento monitoraggio dei bandi per evitare comportamenti anomali delle stazioni appaltanti nell’applicazione delle norme”.

Intervenendo sull’acceso dibattito sugli effetti che sta determinando l’entrata in vigore delle nuove regole, il presidente OICE, Gabriele Scicolone, ha affermato “giornalmente monitoriamo decine di bandi di gara e iniziamo a notare qualche comportamento che a nostro avviso conferma le pur comprensibili difficoltà che stanno incontrando le stazioni appaltanti, al di là dell’ovvio impatto di una normativa che ha preso atto dell‘esigenza di avere progetti esecutivi sui quali appaltare i lavori. In particolare stiamo notando casi in cui si ricorre alla formula dell’affidamento a contraente generale per procedure di importo limitato anche per pochi milioni di euro, sfruttando così i progetti definitivi già pronti “nel cassetto” prima dell’entrata in vigore del nuovo codice. Ancorché le motivazioni delle stazioni appaltanti possano essere lette nel senso di portare a compimento opere per la collettività, non bloccando il flusso degli investimenti sul territorio, siamo comunque di fronte ad un uso “ai limiti” del nuovo Codice”.

Per l’OICE la consistente riduzione dei bandi di gara registrata nel settore dei lavori e, sia pure minore, nel settore dei servizi di ingegneria e architettura “ha determinato un impatto molto avvertito dagli operatori, e primariamente dalle imprese, soprattutto in ragione dei diversi anni di sofferenza e di crisi che abbiamo alle spalle, contribuendo ad esasperare gli animi”.

A tal proposito, il Vice Presidente OICE Giorgio Lupoi, ha affermato: “nel ribadire che la centralità del progetto esecutivo deve rimanere elemento cardine della riforma, riteniamo nostro dovere segnalare all'ANAC ed al Ministero delle Infrastrutture quanto monitorato per valutare l’eventuale possibilità di permettere, solo per alcune opere i cui progetti sono già stati approvati e comunque di rilevante importanza, di andare in gara con il progetto definitivo e di predisporre una adeguata strumentazione di fondi per le amministrazioni per ottenere progetti esecutivi. Ipotesi quest’ultima che ci appare in linea con le parole del Presidente dell’ANAC Raffaele Cantone che, intervenendo ieri al convegno organizzato da Integra presso la Luiss di Roma, ha affermato che una grande novità come quella dell’affidamento dei lavori solo dopo avere predisposto la progettazione esecutiva, forse doveva essere accompagnata da una strumentazione di fondi per le amministrazioni per rendere esecutivi i progetti che erano nei cassetti”.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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