Occupazione nelle costruzioni: Il 2012 si chiude con un forte calo ininterrotto dal 2008

Con la recente diffusione dei dati sulle forze di lavoro, l'Istat ha segnalato che, nel 2012, il numero di occupati nelle costruzioni si è ridotto del 5% su ...

07/03/2013
Con la recente diffusione dei dati sulle forze di lavoro, l'Istat ha segnalato che, nel 2012, il numero di occupati nelle costruzioni si è ridotto del 5% su base annua.
L'Ance, in una nota della Direzione Affari economici e Centro Studi, precisa che l'occupazione nelle costruzioni continua a risentire fortemente della gravità della situazione settoriale: i dati sulle forze di lavoro diffusi dall'Istat relativi al IV trimestre 2012 confermano la contrazione dei livelli occupazionali nel settore segnando un ulteriore calo del numero di addetti del 4,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Complessivamente nel 2012 gli occupati nelle costruzioni hanno registrato una flessione del 5% su base annua.

Tra il picco occupazionale del IV trimestre 2008 e l'ultimo trimestre 2012, il settore delle costruzioni ha perso il 16,1% di occupati. Tale flessione è generalizzata sia ai lavoratori dipendenti che indipendenti sebbene con livelli di intensità molto diverse.
Le maggiori perdite occupazionali si sono registrate tra le posizioni alle dipendenze che nel periodo considerato sono diminuite del 22,1%, a fronte di un calo del 5% dei lavoratori indipendenti.

A dicembre scorso, l'Ance, ha stimato, sulla base degli indicatori disponibili e delle valutazioni delle imprese associate, in 360.000 i posti di lavoro persi nelle costruzioni dall'inizio della crisi. Considerando anche i settori collegati la perdita occupazionale nel sistema delle costruzioni si attesta a 550.000 unità.
A livello territoriale la contrazione dell'occupazione coinvolge tutte le macroaree ma risulta particolarmente intensa nelle regioni meridionali. Rispetto al picco occupazionale precrisi infatti, a fronte di una caduta degli addetti nelle costruzioni del 16,1% a livello medio nazionale, la flessione raggiunge il 22,3% nel Sud, mentre si attesta al 14,1% e al 10,9%, rispettivamente, al Nord e al Centro.

In allegato la versione integrale della nota della Direzione Affari economici e Centro Studi dell'Ance.

A cura di Gabriele Bivona
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